2023-06-15
«Ricattata da Timmermans sul Green deal»
Frans Timmermans. Nel riquadro, Christine Schneider (Ansa)
L’eurodeputata Christine Schneider: «Situazione sgradevole, mi ha detto di appoggiare la legge Natura altrimenti i popolari non avrebbero avuto via libera alle loro iniziative. I soldi della Commissione sono usati per influenzare l’azione dei parlamentari».Il voto atteso oggi a Strasburgo sulla cosiddetta «legge Natura» voluta dai Verdi non solo sta dando l’occasione a Manfred Weber, il numero uno dei popolari, di rompere l’alleanza con i socialisti e virare a destra avvicinandosi al gruppo dei conservatori di Ecr, ma soprattutto sta facendo emergere le pressioni dei tecnocrati di Bruxelles su alcuni eurodeputati per convincerli a supportare la linea del Pse. La Verità ha, infatti, riportato le indiscrezioni raccolte da fonti parlamentari che riferiscono di minacce di ritorsioni politiche subite dal relatore ombra del provvedimento, la deputata tedesca del Ppe, Christine Schneider, che si era ritirata dal tavolo delle trattative con le forze politiche più intransigenti. Ebbene, ieri Schneider non solo ha confermato tutto ma ci ha anche raccontato quali pressioni ha ricevuto dall’esecutivo Ue e, in particolare, dal commissario Frans Timmermans. «Ecco quello che mi ha convinto ad abbandonare il tavolo dei negoziati. Ci sono stati incontri individuali con gli eurodeputati, per convincerli a sostenere la legge Nature Restoration» (che finirebbe per impedire una lunga serie di attività agricole e imporre almeno 25mila chilometri di percorsi fluviali senza dighe o interventi umani, con il rischio di allagamenti e alluvioni). «Ero nell’ufficio del vicepresidente Timmermans e anche nell’ufficio del Commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, a Strasburgo. Volevano sapere di cosa avevamo bisogno per promuovere la legge e colloqui simili ci sono stati anche con altri europarlamentari non solo del mio gruppo. Non ero sola. C’erano anche lo staff e altri europarlamentari con me in ufficio e volevano sapere cosa fare affinché io e il mio gruppo politico votassimo a favore di questa proposta. Gli ho esposto le mie preoccupazioni, che abbiamo rivolto al Ppe, alla Commissione per nove mesi e che sono molto importanti per me e per il mio gruppo. E dopo che si sono resi conto che non avremmo abbandonato la nostra posizione, hanno iniziato subito a dire: “Ok, se non voterete a favore della legge Natura, il Ppe non otterrà più iniziative legislative che sono importanti per voi in questo periodo”». Insomma, Timmermans ha invitato la Schneider ad assumere un atteggiamento più collaborativo, pena il rischio di non vedere più dossier nemmeno con il binocolo. «Posso davvero affermare che l’atmosfera di quella conversazione era molto sgradevole, era piena di pressioni e quasi scortese. Non posso accettare ricatti nei confronti di un parlamento democraticamente eletto e dei suoi membri. Penso che Timmermans abbia diviso il parlamento con il suo comportamento, invece di lavorare correttamente e presentare una buona proposta su cui ci possiamo confrontare serenamente. Facendo pressione su diversi eurodeputati si danneggiano le relazioni tra la Commissione e il Parlamento a lungo termine», sottolinea Schneider a La Verità. «Credo che il lavoro della Commissione sia quello di presentare una proposta e poi di aiutare a mediare nei negoziati tra il Parlamento e il Consiglio. Non è compito loro spingere la propria agenda politica. Ed è esattamente questo il motivo per cui ho abbandonato il tavolo». Ma il racconto di Christine Schneider prosegue. Con un dettaglio, se possibile, altrettanto inquietante. Che riguarda un’altra «attività» portata avanti dalla Commissione sulla piattaforma europea per le imprese e la biodiversità. «Si tratta di una piattaforma di discussione finanziata direttamente dalla Dg Env, ovvero dalla direzione generale per l’Ambiente. Il segretariato di questa piattaforma, gestito dalla stessa Dg Env, ha inviato una mail a tutti i suoi membri, comprese le aziende e le ONG, per offrire loro un pacchetto completo di azioni sui social network e anche un elenco preciso di membri da proporre». Schneider ha dunque deciso di denunciare pubblicamente quello che sta succedendo. Perché «la Commissione europea ha organizzato una campagna politica per ottenere il proprio disegno di legge attraverso il processo democratico. Sta chiaramente interpretando in modo errato il suo ruolo e questo comportamento deve assolutamente essere rivisto poiché inficia anche la cooperazione tra le istituzioni. È inaccettabile che una piattaforma completamente finanziata dalla Commissione fornisca una tabella di marcia per influenzare o fare pressione sugli eurodeputati», aggiunge. Sottolineando, inoltre, di essere rimasta «molto sorpresa dalla rapidità con cui le Ong hanno informazioni e argomentazioni importanti, a differenza di altre associazioni. Forse questa è una spiegazione». Di certo, «il vicepresidente Timmermans ha superato già due volte la linea rossa», conclude Schneider. Che in questa battaglia non è sola. Pietro Fiocchi (Fdi), l’europarlamentare della commissione ambiente che per primo ha raccolto la testimonianza della collega, commenta a La Verità: «In Commissione Ambiente siamo stati testimoni di gravi atti di intimidazione politica da parte di funzionari della Commissione europea nei confronti di membri del Parlamento. Come se il potere della macchina amministrativa di Bruxelles volesse soffocare la voce dei rappresentanti eletti dai cittadini. Il Parlamento è l’unico organo democratico dell’Unione, noi siamo tenuti a proteggere la delega che abbiamo ricevuto dai cittadini. Siamo al fianco di Schneider».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.