2025-10-14
Schlein riesce a vincere un’elezione. Poi dà i numeri sul voto nelle Regioni
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
Povera matematica: per superare il centrodestra, la segretaria Pd, che non voleva nemmeno Giani, s’inventa le preferenze cumulative. E spara: «Se sommiamo Toscana, Marche e Calabria prendiamo più del governo».Vittoria prevedibile per il centrosinistra in Toscana che vince senza trionfi. Così come il governatore uscente e riconfermato, Eugenio Giani. Rieletto quindi, ma sostenuto controvoglia: prima dalla segretaria dem Elly Schlein, e poi da un Movimento 5 stelle che nello scorso mandato gli ha mosso una dura opposizione. Ne è uscita una campagna che è sembrata forzata ed è forse anche per questo che nella regione rossa si è registrata l’affluenza più bassa di sempre. Si è recato alle urne il 47,7% degli aventi diritto: meno della metà.Questo come detto non ha impedito a Giani di riconfermarsi con ampio distacco sullo sfidante di Fratelli d’Italia sostenuto dal centrodestra, il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi. Il primo ha conquistato il 53,98% contro il 40,83% del secondo, all’outsider Antonella Bundu, candidata di Toscana rossa, il restante 5,19% dei voti.Ne seguono le classiche dichiarazioni, con Giani che si dice emozionato «per questa straordinaria vittoria, ha vinto la Toscana illuminata e riformista» ha detto parlando al comitato elettorale. «Congratulazioni a Eugenio Giani per la vittoria delle elezioni regionali in Toscana e auguri di buon lavoro. Un sentito ringraziamento ad Alessandro Tomasi e a tutta la coalizione del Centrodestra per la dedizione e la passione dimostrate in una sfida impegnativa» il commento del premier nonché leader di maggioranza Giorgia Meloni. È la segretaria dem Elly Schlein arrivata nel pomeriggio a Firenze per congratularsi con Giani a uscire dagli schemi e ad esplorare le ipotesi dell’assurdo. Schlein tira fuori infatti un ragionamento inedito per non dire inaudito: «Mi pare che abbiano cantato vittoria troppo presto dall’altra parte. I conti si fanno alla fine. Sommando i voti assoluti delle tre regioni che hanno appena votato la coalizione progressista ha già più voti rispetto al centrodestra che governa e il Pd si afferma come primo partito». Il calcolo dei voti assoluti in politica non conta assolutamente nulla, non c’è bisogno di una laurea in matematica e nemmeno di una in scienze politiche, eppure pur di non palesare la propria, personalissima si può dire, crisi di consensi, ci si inventa di tutto. Andando ai consensi dei singoli partiti, la sinistra distribuisce i consensi così: Partito democratico, che conferma il radicamento sul territorio, oltre il 35%, di conseguenza crolla il Movimento 5 stelle che non arriva al 5%, di poco sopra Alleanza Verdi Sinistra che conta poco meno del 7%, mentre supera l’8% la lista per Giani presidente. Percentuali che mettono ancora più in vista l’inopportunità della strategia che ha messo in campo Schlein: schiacciarsi sulle politiche della sinistra estrema quando la linea non convince anche in una regione rossa come la Toscana. Sfacciato Giuseppe Conte che da leader del Movimento si dice soddisfatto di aver contribuito alla vittoria: «Per noi è stato un percorso sofferto, un percorso faticoso. L’abbiamo detto dall’inizio, in piena trasparenza. Veniamo da un’opposizione chiara, forte e sincera al presidente e alla Giunta uscenti. È chiaro che per noi è stato complicato poter partecipare a questa coalizione. Lo abbiamo fatto però sulla base dei temi, progetti e devo dire anche contribuendo a un cambio di asse politico e di obiettivi strategici» commenta lanciandosi in una excusatio non petita. I pentastellati nel 2020 conquistavano più del 6% ma senza, appunto, correre per Giani presidente. Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva mette in evidenza «il risultato pazzesco di Casa Riformista che è la terza lista in assoluto in Toscana. È la conferma che l’intuizione di Matteo Renzi era giusta e che senza il centro non si vince. Un centrosinistra vero, con un’anima centrista forte e riformista, riesce a battere questa destra». Anche nel centrodestra cambiano gli equilibri. All’interno dell’alleanza i toscani votano così: a Fratelli d’Italia va circa il 27%, dietro Forza Italia che sorpassa la Lega superando il 6%. Appena il 4,5% per il Carroccio che nel 2020 con la sua candidata Susanna Ceccardi conquistava il 21%. In questa tornata è Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, il responsabile della campagna elettorale toscana che commenta: «Chi vota ha sempre ragione e i toscani si sono espressi». È innegabile che tra le due forze opposte che sostengono l’esecutivo ci sia della competizione, inevitabile al fine di ritagliarsi uno spazio che conti più dell’altro all’interno della maggioranza in un costante gioco di equilibri. Una competizione ricca anche di dibattiti e opinioni contrastanti ma che non ha impedito al centrodestra di crescere in Toscana rispetto ai risultati delle precedenti elezioni regionali. Fratelli d’Italia più raddoppia il suo consenso, nel 2020 otteneva il 13,5%.Sportiva la reazione di Tomasi che annuncia di avere l’intenzione di lasciare la guida di Pistoia per diventare consigliere regionale. «Un grande in bocca al lupo al presidente Eugenio Giani» dice in conferenza stampa spiegando: «Sapevamo che era una sfida difficilissima ma ci abbiamo messo il cuore, abbiamo generato entusiasmo e ci sono tanti punti da cui ripartire e costruire». Tomasi ha aggiunto: «Vogliamo riportare le battaglie della campagna elettorale, come lo sviluppo economico della Toscana e il tema del trattenere i giovani sul territorio sui tavoli della Regione, e non ci arrenderemo finché questi temi non saranno entrati nell’agenda politica». Infine: «se avessimo avuto più tempo, forse avremmo potuto fare sicuramente qualcosa in più ma io non piango sul latte versato, a me non interessa dare le colpe. Le responsabilità sono sempre e esclusivamente mie, le battaglie le faccio io», un monito, forse, per le prossime regionali.
Volodymyr Zelensky (Ansa)