2025-05-12
Col nuovo Santo Padre torna la vera laicità
Abbiamo vissuto in un mondo alla rovescia, dove la figura di un pontefice era considerata più importante delle verità di fede. E dove lo Stato puniva i prof che pregavano in aula, mentre rimuoveva funzionari che osavano criticare Bergoglio. Ora il il vento è cambiato.Dopo un secolo abbiamo di nuovo un Leone in Vaticano. Con sorprendente capacità profetica il giornalista Matteo Orlando nel suo ultimo libro, Il Sigillo del Leone, ipotizza un Papa statunitense che sceglie il nome di Leone XIV. Sua Santità Leone XIV scegliendo il suo nome indica la sua ferma intenzione di ispirarsi a Leone XIII, il grande Papa che si è battuto come un leone contro i nemici della Chiesa, dalla massoneria all’ateismo agli attacchi alla famiglia che cominciavano. Le sue encicliche Humanum Genus e Arcanum Divinae sono di una attualità sconvolgente. A Leone XIII dobbiamo l’invocazione a San Michele Arcangelo, consiglio a tutti di impararla a memoria, e l’elezione di Sua Santità Leone XIV è avvenuta nel giorno dedicato a San Michele Arcangelo. «Libera Chiesa in libero Stato» è una frase coniata da Charles de Montalembert, pensatore europeo che tra i primi cominciò la guerra al cattolicesimo, e fu pronunciata più volte da Camillo Benso di Cavour, anche in quel 27 marzo 1861 quando la Roma dei Papi, sottratta con una guerra di aggressione al suo destino papale, fu annessa dopo un plebiscito burla. La frase è da sempre la giustificazione per qualsiasi offesa al cristianesimo, e, negli ultimi decenni, accompagna, oltre alle aggressioni al cristianesimo, una drammatica sottomissione all’islam. La docente universitaria dell’Università di Macerata Clara Ferranti invita gli studenti a recitare un’Ave Maria per la pace: è aggredita e invitata fermamente a porgere le sue sentite scuse, scuse che lei si rifiuta categoricamente di porgere. La maestra Marisa Francescangioli è stata sospesa dall’insegnamento per 20 giorni con stipendio ridotto per aver fatto recitare ai bambini un’Ave Maria e un Padre nostro per la pace. Con la cortese approvazione della Cei, si levano i crocifissi dalle aule pubbliche, salvo poi festeggiare il Ramadan. Usiamo continuamente parole come inclusione e tolleranza, ma il crocifisso non viene mai incluso e nessuno lo tollera. Libera Chiesa in libero Stato è un’affermazione che sempre si spampana, quando la religione da cui bisognerebbe smarcarsi è l’islam, religione tra l’altro non riconosciuta dallo Stato italiano come potenziale beneficiaria dell’8×1000 perché le sue linee funzionali contrastano in maniera assoluta con la nostra Costituzione. I bambini portati in moschea e invitati a prostrarsi in segno di adorazione e preghiera sono stati considerati un normale atto educativo. L’anticristianesimo domina ovunque. Chi non è con me è contro di me, ha detto Cristo. Uno Stato laico è inevitabilmente anticristiano, e particolarmente anticristiana è questa Europa, che ha tra i suoi pochissimi valori aborto e omoerotismo, due peccati mortali che sono sostenuti con le tasse anche dei credenti, che quindi diventano complici e colpevoli. Come ho già detto, occorre una legge che garantisca il diritto all’obiezione di coscienza fiscale, la possibilità di non finanziare aborti e Pride, dove Cristo e la Madonna sono irrisi da individui che deridono il dolore umano. Per un non credente Cristo resta comunque un uomo morto sotto tortura e sua madre una donna che ha visto morire il figlio sotto tortura. In questo desolante sfascio ha trillato e scintillato, piroettato e sfavillato il reato di leso Bergoglio. Libera Chiesa in libero Stato è uno slogan che non ha funzionato quando il precedente pontefice ha vessato in maniera particolarmente brutale cittadini italiani o quando ha preteso una sudditanza servile da parte dello Stato italiano. Il precedente pontefice, e per motivi che ci sono rimasti oscuri, ha portato sugli altari di Roma un idolo peruviano, la Pachamama, cui nei secoli passati sono stati fatti sacrifici umani di feti e neonati, in violazione del Primo Comandamento e pure di qualsiasi norma di buonsenso ed estetica: se il Vaticano aveva deciso di darsi al paganesimo, poteva trovare a Roma parecchie statue di Dee, da Venere a Giunone, decisamente più belle e con una storia meno atroce dell’idoletto peruviano. Un gruppo di coraggiosi cattolici ha tolto la statuetta degli altari così da interrompere un sacrilegio e l’ha scaraventata nel Tevere. Evidentemente si tratta di gente che non fuma e non possiede un accendino, e di conseguenza hanno usato l’acqua invece del fuoco. Purtroppo l’oggetto, acquistabile su qualsiasi bancarella in Perù per 5 dollari, è di legno e galleggia, e lo Stato italiano ha dovuto mandare i carabinieri sommozzatori a ricuperarlo. Per favore, mettete la stessa foga a trovare i ladri di casa nostra e soprattutto tutti coloro che depredano e vandalizzano le nostre chiese. Una persona che ha messo la Pachamama su un altare può essere considerato un antipapa? In una sua lettera San Giovanni ricorda che «come avete udito che deve venire l’Anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri. [...] Chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’Anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre». Mettere un idolo sugli altari potrebbe essere ipotizzato secondo San Giovanni come gesto anticristico. Affermare che Bergoglio, che ha commesso un gesto considerato da San Giovanni anticristico, sia stato un antipapa, sarà vero, sarà falso, rientra comunque nell’assoluto diritto della libertà di parola. Pappalardo, dirigente ad interim del Centro per la giustizia minorile dell’Emilia-Romagna e delle Marche, in un post su Telegram ha dichiarato che per lui Bergoglio era un antipapa, suo assoluto diritto di cittadino nello Stato italiano, ed è successo un finimondo. È intervenuto il ministro Nordio. In uno Stato democratico, quindi dotato di libertà di parola, un funzionario pubblico viene violentemente redarguito e spostato per aver espresso un giudizio teologico su un Papa, peraltro molto controverso. E la libera Chiesa in libero Stato che fine ha fatto? Ancora più incredibile l’episodio che ha visto protagonista Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia. Nel 2017, era appena morto il cardinale Caffarra, Brandi si è permesso di circolare sul territorio dello Stato italiano, ma col Vaticano di sfondo, con un camion vela su cui c’era scritto «grazie Cardinal Caffarra», da un lato, mentre dall’altro lato la immagine di Giovani Paolo II ricordava la sacralità del matrimonio. Il camion vela è stato fermato dalla polizia italiana, il poliziotto in borghese che l’ha fermato ha detto che il camion era stato segnalato dal Vaticano, quindi l’ordine è arrivato dall’interno del Vaticano. Brandi è stato fermato e accusato dalla Polizia di portare in giro le parole di un «eretico». Una scena incredibile. L’eretico era Caffarra o Giovanni Paolo II? Tra l’altro, quale articolo del codice penale italiano vieta di inneggiare a eretici? Vedere Sua Santità Leone XIV benedire la folla invocando Dio e recitando insieme a centinaia di migliaia di persone un’Ave Maria, ha riempito i nostri cuori di speranza, la speranza di un Papa che ristabilisca che solo attraverso Cristo noi possiamo arrivare a Dio, un Papa che faccia sentire la sua voce per i cristiani perseguitati e massacrati nelle desolate terre dell’islam e nelle desolate terre del socialismo reale, certo, ma anche per i cristiani perseguitati qui, per esempio le docenti inquisite per eccesso di Ave Maria e carenza di laicità. Abbiamo bisogno di un Papa che ci parli di Cristo, del Mistero dell’Incarnazione. La prossima insegnante aggredita per aver recitato un’Ave Maria in una classe di uno stato laico che festeggia il Ramadan, potrebbe trovarsi di fianco un leone che ruggisce. Il Papa è un agostiniano, ha scelto il nome di Leone. Ha scritto Sant’Agostino: la verità liberata lotta come un leone.