2022-02-02
Sanremo: delusione per Lauro e Muti. Le star della serata? Berrettini e Måneskin
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Amadeus e Damiano dei Måneskin (Ansa)
Non è ancora il Sanremo del ritorno alla normalità perché lo spauracchio della Omicron è nell’aria, ma finalmente si rifiata dopo il freno a mano a trazione zona rossa dello scorso anno. L’Amadeus-ter comincia a ritmo sostenuto – da quanti anni non si ascoltavano tutte le canzoni entro la mezzanotte?– e una buona dose di orgoglio italiano. Celebrato come si deve, complice il successo dei Måneskin e del tennista Matteo Berrettini, accolti all’Ariston da trionfatori con una botta di autarchia che non fa affatto rimpiangere l’assenza dei super ospiti stranieri.
Non è ancora il Sanremo del ritorno alla normalità perché lo spauracchio della Omicron è nell’aria, ma finalmente si rifiata dopo il freno a mano a trazione zona rossa dello scorso anno. L’Amadeus-ter comincia a ritmo sostenuto – da quanti anni non si ascoltavano tutte le canzoni entro la mezzanotte?– e una buona dose di orgoglio italiano. Celebrato come si deve, complice il successo dei Måneskin e del tennista Matteo Berrettini, accolti all’Ariston da trionfatori con una botta di autarchia che non fa affatto rimpiangere l’assenza dei super ospiti stranieri. La prima serata di Sanremo 2022 scivola veloce ma senza scivoloni: Amadeus conduce con il pilota automatico (tra lui e Carlo Conti è una bella lotta di tempi radiofonici) senza strattoni, rispettando la scaletta al secondo e senza sconti neppure Fiorello. Alla fine lo showmanha ceduto al pressing dell’amico Ciuri (come lo chiama lui), strappa sorrisi con battute sul tema del momento booster e vaccini («sono la vostra terza dose»), costringe Amadeus a baciare Coletta, il direttore di Rai1, rievocando un siparietto che fece con Del Noce. Imprevedibile ma questa volta non indimenticabile. Quanto alle esibizioni, tocca ad Achille Lauro aprire la serata. Le provocazioni fanno giri immensi e poi ritornano ma a forza di alzare l’asticella dell’originalità rischia di steccare (metaforicamente). Scalzo, a torso nudo, con pantaloni Gucci, a fine canzone tira fuori l’acqua benedetta e si autobattezza. Crisi mistica? Voglia estrema di stupire? Cripticità spinta. Boh. La polemica è garantita. Ma molto meglio i Måneskin, che si riprendono l’Ariston a mani bassee ottima musica un anno dopo il trionfo di Zitti e buoni: stanno al gioco di Amadeus, si esibiscono tra applausi a scena aperta e alla fine si emozionano pure, grati del successo internazionale innescato dalla vittoria di undici mesi fa. Bravi e talentuosi. Standing ovation e lacrime per loro,lacrime anche per Amadeus a inizio serata e pure per i due veterani di questa edizione, Gianni Morandi e Massimo Ranieri (il massimo della loro trasgressionesono i capelli tinti), entrambi con la giacca della festa e la voglia di rimettersi in gioco. Il primo si diverte con la jovanottiana Apri tutte le porte, il secondo giganteggia ma inciampa con qualche incrinatura nella voce (causa audio?). Per il resto lo show scivola veloce: tutti gli artisti in gara si esibiscono prima della mezzanotte, un vero record, con La rappresentante di lista, Mahmood e Blanco e Dargen D’Amico che si candidano a lanciare i loro tormentoni. Si chiude comunque tardi perché la pubblicità è tanta - raccolta stimata sopra i 38 milioni di euro -, il valore dei listini è alto anche dopo la mezzanotte, quando la Rai non ha più il vincolo del tetto degli affollamenti pubblicitari imposti dalla nuova normativa europea.In attesa del verdetto dell’Auditel, alle 10 di domani mattina, si può già dire cosa resterà di questa prima puntata e cosa invece finirà nel dimenticatoio. Bravo, simpatico e pure elegante, ha fatto centro Matteo Berrettini, fascino sportivo e primo piano da divo: sorridente e ironico, si becca gli applausi dopo la buona prova agli Australian Open e scherza con Fiorello. Poco convincente invece la prima co-conduttrice del Festival, Ornella Muti, protagonista dell’unica polemica della vigilia (causa orecchini a forma di foglia dimarjuana): manca di guizzo, non sorprende, forse per l’emozione o forse per eccesso di timidezza. Fuori fuoco. Paradossalmente è molto più incisiva e simpatica Orietta Berti, quasi ottantenne ma in gran forma durante i brevi collegamenti dalla nave Costa Azzurra (sponsor della kermesse). Quanto alla classifica, decisa dalla giuria dei giornalisti – nelle prossime serate voterà il pubblico e la Demoscopica -, in ultima posizione finisce Ana Mena, mentre in cima si piazzano Mahmood e Blanco, super favoriti per la vittoria.Ma da qui a sabato tutto potrà accadere.
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