2025-10-07
Il Giappone avrà la sua Lady di ferro. È sovranista, anti Cina, pro nucleare
La neo premier giapponese Sanae Takaichi (Ansa)
Sanae Takaichi non si vergogna del passato bellicista nipponico: sarà la prima premier donna.In un segnale di rottura con il passato, il Giappone si prepara ad avere una guida femminile: Sanae Takaichi sarà la prima donna premier del Paese, dopo aver sconfitto il favorito Shinjiro Koizumi alle elezioni del Partito liberal-democratico (Ldp). Ma il significato della sua nomina va oltre il mero elemento di genere: la nazionalista Takaichi aspira a essere la Margaret Thatcher nipponica e per certi aspetti della sua linea politica ricorda il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. «Il mio obiettivo è diventare la Lady di ferro», ha detto durante la campagna a un gruppo di studenti. D’altra parte, come per la premier italiana, per Takaichi sono prioritari l’interesse nazionale e il ripristino del prestigio del Giappone sulla scena internazionale. Nella sua agenda politica, che segna uno spartiacque, spicca infatti il cosiddetto «Japan first». In tema di immigrazione, si impegna a dare un giro di vite agli immigrati che violano le regole. Si è poi già detta favorevole all’istituzione di un comitato statale per controllare gli investimenti esteri in settori sensibili. Considerata l’erede dell’ex premier Shinzo Abe, assassinato nel 2022, mira a far rivivere la sua visione economica «Abenomics», ovvero una maggiore spesa pubblica e un allentamento monetario. Nel suo programma rientrano anche l’abolizione della tassa temporanea sulla benzina, l’introduzione di crediti di imposta rimborsabili per le famiglie a basso reddito e il riavvio degli impianti nucleari. Sempre sulla scia della visione militare di Abe, la Iron lady giapponese appoggia la revisione della Costituzione pacifista giapponese del dopoguerra per includere le forze di autodifesa. Riguardo alla politica estera si apre poi una nuova pagina: ha affermato che sarà più spesso all’estero per comunicare che «il Giappone è tornato». Ma non solo: ha ventilato l’ipotesi che Tokyo potrebbe formare una «quasi alleanza di sicurezza» con Taiwan. Non stupisce quindi che Taipei ha già accolto calorosamente la sua vittoria, sostenendo che «Takaichi è una fedele amica di Taiwan». Diametralmente opposta è stata la reazione cinese che ha solamente dichiarato di «averne preso atto». Tra l’altro, le sue visite presso il santuario Yasakuni dedicato ai giapponesi caduti nelle guerre a partire dal XIX secolo, inclusi i criminali di guerra, poco piacciono alla Cina e alla Corea del Sud. Ritengono infatti che sia il luogo simbolo del passato militarismo nipponico. Ma la stessa Takaichi ha dichiarato che le visite al Santuario non dovrebbero essere una questione diplomatica.Nei suoi 64 anni di vita Takaichi ha avuto una carriera variegata: da batterista heavy metal a conduttrice televisiva, fino a ricoprire diversi incarichi nel governo nipponico, diventando Ministro per la Sicurezza economica e per gli Affari interni. La miccia del suo nazionalismo emerge già negli anni Ottanta, quando, trasferitasi per un periodo negli Stati Uniti, lavorava nell’ufficio della democratica, Patricia Schroeder. Dopo quell’esperienza, aveva commentato: «Se il Giappone non riuscirà a difendersi, il suo destino sarà sempre in balia della superficiale opinione pubblica statunitense». Ma per quanto riguarda i dazi, ha promesso che manterrà gli impegni commerciali assunti dal predecessore con gli Stati Uniti, incluso il programma di investimenti. Peraltro, già entro la fine del mese è prevista la visita del presidente americano, Donald Trump, nel Paese nipponico.L’ufficializzazione del suo incarico in Parlamento avverrà il 15 ottobre. L’opposizione è frammentata: non sono attesi imprevisti.
Ecco #DimmiLaVerità del 7 ottobre 2025. L'eurodeputata e vicesegretaria della Lega Silvia Sardone sostiene che Ilaria Salis sia stata salvata dal Partito popolare europeo.
Mario Venditti. Nel riquadro, il maresciallo Antonio Scoppetta (Ansa)
Andrej Babis (Getty Images)
La Battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571 di Andries Van Eertvelt, dipinto del 1640 (Getty Images)