2021-08-26
Arrestato un latitante del Pakistan. Idea di scambio coi genitori di Saman
L'uomo, accusato di riciclaggio, girava da turista per Alessandria insieme con la moglie e i figli. Padre e madre della ragazza scomparsa sono fuggiti nel Paese asiatico: nuove chance di riportarli qui.Appena i pakistani hanno appreso che Ahmed Farhan Junejo, medico di 47 anni ricercato in Pakistan per riciclaggio di denaro dal 2013 (nel 2018 è scattato addirittura un mandato di arresto internazionale emesso dall'Interpol), era stato arrestato in un hotel di Alessandria, si sono mossi per ottenere la preda. La questione sembra di esclusiva natura diplomatica, ma in realtà nasconde un retroscena giudiziario particolarmente importante per l'Italia: la riapertura del caso di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa nel nulla la notte tra il 30 aprile e l'1 maggio scorso. Gli investigatori ipotizzano che la ragazza possa essere stata uccisa perché si era opposta a un matrimonio combinato e che il corpo sia stato sotterrato nelle campagne vicino all'azienda agricola nella quale lavorano i parenti. Da oltre un mese non si scava più in quella campagna. Dopo oltre 67 giorni di ricerche, il 12 luglio è arrivato lo stop. Ma ora si è appreso che il Pakistan starebbe facendo pressioni sul governo italiano per la consegna del medico che era in Italia con moglie e figli da semplice turista. In cambio potrebbe collaborare alla cattura e all'estradizione dei genitori di Saman, ricercati ufficialmente da inizio luglio. Di questo scenario ha parlato l'avvocato del medico pachistano indagato, Alexandro Maria Tirelli: «È evidente che potrebbe presentarsi una situazione di collaborazione e di scambio, con le autorità pachistane, interessate ad avere il mio assistito, e disponibili, per contro, a venire incontro alle richieste italiane sull'estradizione dei genitori della ragazza».Ovviamente a questo tipo di ipotesi il legale del medico pakistano si oppone con decisione. E ha inviato una richiesta di scarcerazione direttamente al ministro della Giustizia Marta Cartabia, «per motivi politici».Il padre del medico indagato era un magistrato della corte speciale anti terrorismo e venne ucciso per essersi ribellato al regime militare. Dopo l'omicidio di natura politica, il resto della famiglia è scappato negli Stati Uniti, dove ha ottenuto protezione. Lui, invece, ha scelto la Gran Bretagna, che gli ha concesso prima l'asilo politico e poi la cittadinanza. Gli inglesi si sono, quindi, sempre opposti all'estradizione del loro nuovo cittadino. L'Italia, però, con il Pachistan non ha alcun accordo bilaterale. E si fa avanti, quindi, un'ipotesi di collaborazione su Saman. Nel frattempo il medico ha rifiutato l'estradizione spontanea e sarà la Corte d'appello di Alessandria a decidere se trattenere l'uomo o se consegnarlo nelle mani pakistane. Al contrario, la richiesta di estradizione e consegna alle autorità italiane dei familiari latitanti è stata inviata da tempo. Ed è rimasta chiusa in qualche cassetto. Il ministero della Giustizia si è visto quindi costretto a disporre l'inserimento dei nomi del padre e della madre di Saman, Shabbar Abbas e sua moglie Nazia Shaheen, nella banca dati dell'Interpol. I due pare siano rientrati a Mandi Bahuddin, un centro agricolo di 200.000 abitanti nel nord-est del Paese, nella regione del Punjab, un'area a forte presenza talebana. E lì avrebbero fatto perdere le loro tracce. Non risulterebbero infatti contatti telefonici con i parenti in Italia. Da quando sono fuggiti, insomma, nessuno ha più avuto loro notizie.Nell'inchiesta, oltre ai genitori di Saman, sono indagati lo zio e due cugini, uno dei quali arrestato e in carcere a Reggio Emilia. Testimone coraggioso contro la famiglia è invece un fratello di Saman, che ha solo 16 anni e che ha confermato davanti al gip quanto aveva già riferito ai magistrati, ovvero che a uccidere Saman sarebbe stato lo zio Danish Hasnain. Il piccolo è affidato alle cure di una casa protetta di Reggio Emilia.Il 9 giugno, invece, è stato estradato dalla Francia il cugino Ikram Ijaz, che nega il suo coinvolgimento nella scomparsa della ragazza. È finito nei guai perché era saltato fuori un filmato che mostrava il giovane mentre, insieme ad altri parenti, si dirigeva con una pala verso i campi dove si pensa possa essere nascosto il cadavere di Saman. E se davanti al gip, durante il suo interrogatorio di garanzia, ha preferito fare scena muta, con inquirenti e investigatori si è lasciato andare ad ampie dichiarazioni che vengono definite come «difensive». Ma che ora la Procura dovrà verificare.E qualche giorno fa il fidanzato di Saman, Saqib Ayub, ha denunciato di essere stato minacciato dai parenti della giovane vittima: «Mi inviano insulti e mi telefonano su Instagram con profili che poi vengono chiusi. Ho paura per i miei genitori e per i miei fratelli che vivono nella regione del Kashmir. Continuo ad aspettare la verità e a chiedere giustizia». A casa sua è stato trovato il cellulare di Saman che, ha spiegato il giovane, le era stato affidato in custodia prima che la ragazza sparisse. Ma questo è solo uno dei tanti misteri che contiene l'inchiesta. Saqib, per le minacce, ha presentato una querela che molto probabilmente finirà nel grande calderone della trattativa con il Pakistan.