2019-04-24
Salvini tenta il blitz, poi arriva Di Maio: rissa
Il vicepremier si presenta tardi al Consiglio dei ministri. Il leghista: ci sarà una legge a parte per la Capitale e per tutti gli altri Comuni. Il grillino prima va da Giovanni Floris, poi entra in Cdm ed è battaglia. Passa il risarcimento agli sbancati. Il Mef entrerà in Alitalia.Il pre Consiglio dei ministri è iniziato prestissimo, con una serie di frecce scoccate da lontano. I 5 stelle hanno attaccato il socio di governo già dal mattino presto. «Chi nega il 25 aprile era a Verona con gli antiabortisti», scrive il vicepremier grillino su Facebook annunciando la sua partecipazione alle manifestazioni per la Liberazione. «Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. Non è alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce». Il riferimento, nemmeno troppo velato, era a Matteo Salvini, che in questi giorni ha liquidato le celebrazioni per la vittoria sul nazifascismo come un «derby tra rossi e neri». La diatriba sul nulla è servita ad alzare i toni, ma qualcosa è sfuggito di mano, visto che si è creato un effetto boomerang. Infatti Luigi Di Maio ha inizialmente disertato il cdm lasciando «solo» Matteo Salvini con Giuseppe Conte e gli altri ministri leghisti, fatti salvi Barbara Lezzi, Alberto Bonisoli ed Elisabetta Trenta. Per poi arrivare in consiglio poco prima le 21. Risultato? Salvini annuncia lo stralcio totale del Salva Roma e l'approvazione delle norme sugli sbancati. Il tentativo di fare un blitz prima dell'arrivo di Di Maio, il quale ha continuato a puntare il dito contro Armando Siri, invitando il collega vice premier ad metterlo da parte. Svicolando il tema bollente del Salva Roma. Il tutto mentre Palazzo Chigi faceva presente che decisioni definitive non erano ancora state prese. Negli ultimi giorni, per arginare le proteste della Lega, il viceministro all'economia Laura Castelli aveva ribattezzato la norma Risparmia Italia, allargando la visuale sul lavoro portato avanti per tutti i Comuni. Per le amministrazioni locali, la Castelli aveva annunciato misure di salvataggio che avrebbero permesso a Cdp di rinegoziare e sospendere per due anni i mutui dei capoluoghi e di rinegoziare le anticipazioni per i pagamenti dei debiti della Pa. Si riparlerà del Salva Roma a tempo debito, e in occasione della revisione delle norme complessive di gestione dei debiti degli enti locali? Ieri sera i due quasi alleati sono presi a sportellate sul tema. Lasciando intendere invece di andare d'accordo sugli altri capitoli del decreto. Più in generale, il secondo passaggio in Consiglio dei ministri del decreto si è reso necessario per mettere fine a una tormentata gestazione su alcune misure cardine, che poco hanno a che fare con il rilancio vero e proprio dell'economia, ma che molto invece pesano dal punto di vista politico: dai rimborsi per i risparmiatori fino ad Alitalia, perenne terreno di scontro e di emergenza.Così ieri, all'interno del documento, è stata inserita la norma dedicata agli sbancati. Alcune novità rispetto al metodo scelto per i rimborsi è quello del «doppio binario» concordato a inizio mese con alcune associazioni di risparmiatori colpiti dai crac bancari: l'indennizzo arriverà automaticamente (senza ricorso ad alcun arbitro terzo) ad obbligazionisti e azionisti con 35.000 euro lordi di reddito imponibile o 100.000 euro di beni mobiliari. Per tutti gli altri casi sarà invece previsto il ricorso a un «arbitrato semplificato» da una tipizzazione delle violazioni massive, davanti a una commissione ad hoc di nove esperti. Secondo il governo in questo modo sarà salvaguardato in modo automatico il 90% dei risparmiatori, non contravvenendo allo alle regole europee in materia. È da capire, però, se tutti gli acquirenti di obbligazioni sul mercato secondario finiranno direttamente davanti all'arbitro e quindi dovranno attendere tempi decisamente più lunghi. Un punto che fino a ora ha spinto le due più grandi associazioni di tutela degli sbancati a non aderire all'accordo con il Mef. Vedremo come reagiranno rispetto alle ultime modifiche, che da una prima valutazione sembrano però andare incontro alle loro richieste. La norma su Alitalia, infine, consentirà l'eventuale ingresso del ministero dell'Economia nel capitale della compagnia, cancellando la previsione di una data fissa per la restituzione del prestito ponte.Resta, a chiusura del Cdm, la pagina dedicata alla crescita che, secondo le stime contenute nel Def, permetteranno quest'anno di raggiungere uno 0,2% al Pil del 2019. Ancora asfittica, ma comunque migliore dello 0,1% altrimenti raggiungibile. Sul fronte fiscale, per le imprese tornerà il superammortamento al 130% e si dirà addio alla mini Ires introdotta dalla legge di bilancio, sostituita da un graduale taglio dell'aliquota sugli utili reinvestiti. Molti gli incentivi: dalla proroga di quelli per ricerca e sviluppo fino al rafforzamento di ecobonus e sismabonus. Per evitare nuovi casi Pernigotti, arriva infine il registro dei marchi di interesse nazionale, tutelati con un fondo da 100 milioni di euro. Per contrastare l'italian sounding arriva un contrassegno di Stato made in Italy, da usare sui mercati extra Ue, volontario e a pagamento. Commento a caldo di Salvini: «I nostri ministri erano tutti presenti e siamo felici di aver portato a termine un capitolo di sostegno alle imprese». Commento di Di Maio: «andiamo avanti senza Siri». Commento di Giovanni Tria: «Ok al Salva Roma ma senza oneri per lo Stato». Una frase che dovrebbe tagliare la testa al toro e cercare di mettere d'accordo i due partiti. In ongi caso, un dialogo tra sordi.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.