
Il leader della Lega attacca il decreto del governo: «Solo briciole, vanno sospesi subito gli adempimenti fiscali». Confcommercio: «In Lombardia -70% per i negozi». Roberto Gualtieri promette: «Rinvio del 730 e un secondo provvedimento la prossima settimana».Il commercio lombardo è in iper affanno. Il capo del centro studi di Confcommercio, Mariano Bella, ieri ha snocciolato una serie di segni meno da brivido. Ristoranti e bar nella prima settimana di coronavirus hanno registrato meno 60%, i servizi meno 30 e il commercio dei beni non alimentari si è allineato: meno 60%. Peggio hanno fatto gli esercizi commerciali dedicati ai viaggi e al turismo con un meno 70. «E presto il danno si verificherà anche in altre regioni», ha commentato in tv Bella, «Il nostro Paese è considerato in questo momento un fattore di rischio. Una cosa di questo genere, quello che sta succedendo in queste settimane a mio avviso è completamente inedita, non è mai vista prima lungo la Penisola». Alla luce anche di questi dati ieri sera il Consiglio dei ministri si è riunito per mettere in fila una serie di interventi fiscali e di ammortizzatori sociali per le aziende della zona rossa colpita dal coronavirus e delle aree contigue. «Adesso un primo decreto piuttosto ampio, varato in tempi record, anche se non esaurirà le misure che il governo vuole mettere in atto per affrontare l'impatto dell'emergenza», ha detto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri su Radio1, spiegando che poi ci sarà «un secondo decreto la prossima settimana per il diretto sostegno all'economia». Il provvedimento di in lavorazione non guarda solo «alle zone rosse, stiamo lavorando, ci sono norme aggiuntive». I decreti conterranno misure per il completamento di proroghe e sospensioni di pagamenti per le aree colpite, la cassaintegrazione per proteggere i lavoratori, ma anche iniziative di carattere nazionale, in particolare per il turismo, il sostegno all'export e alla liquidità delle imprese. «Abbiamo una riduzione delle prenotazioni, infatti proprio sulla filiera turistica prenderemo delle misure già in questo primo decreto», ha annunciato sempre il ministro aggiungendo che «introduciamo una delle misure di carattere generale per la filiera turistica di rinvio della scadenze, per dare un sostegno al comparto del turismo». Nel decreto sul coronavirus ci sarà anche una proroga di termini generale sul Paese per le trasmissioni di informazioni del 730. A tal proposito ha aggiunto Gualtieri: «Stiamo facendo un controllo delle risorse e per fortuna la finanza pubblica è in buona salute. Ci avvarremo anche della necessaria flessibilità europea. Stiamo individuando le risorse per un sostegno diretto che servirà anche per dare una spinta di rilancio per l'economia». «C'è un lavoro in corso per definire un quadro comune di approccio sul piano economico», un lavoro comune a livello europeo perché l'emergenza «non è una vicenda solo italiana, l'impatto economico ci sarà per tutti, è bene che ci sia una risposta comune», ha concluso. Il rischio che nel decreto ci siano tante promesse e scarsi fondi è però elevato. Al momento in cui andiamo in stampa la bozza del testo non si dilunga sui numeri, ma la corda che lascia l'Europa non permetterà misure drastiche come quelle messe in atto dalla Corea del Sud nel 2003 ai tempi della Sars e in questi giorni da Honk Kong. Entrambe i Paesi hanno stanziato più o meno 15 miliardi di dollari per il rilancio economico. L'Italia dovrà innanzitutto attendere maggio, quando la Commissione disvelerà il grado di flessibilità concesso. Nel frattempo i margini sono risicatissimi e non basterà convincere italiani e stranieri che la minaccia coronavirus se ne è andata così come è arrivata dentro i confini del nostro Paese. Ci vorranno mesi per riprendere la carreggiata. Motivo per cui le forze politiche di opposizioni o di sostegno esterno al governo si sono mosse. «Non sappiamo come andrà il contenimento dell'emergenza sanitaria del coronavirus, ma sappiamo una cosa: l'emergenza economica è già arrivata», ha spiegato ieri Carlo Calenda di Azione. «Saremo in recessione tecnica e quello che sta succedendo è una vera paralisi produttiva. Dobbiamo immediatamente costruire un tavolo di coordinamento tra le opposizioni e la maggioranza, lasciando perdere idee di cambiamento di governo in corsa che sono oggettivamente, in un momento di emergenza nazionale, molto complicate». A nome della Lega è intervenuto direttamente Matteo Salvini che da un po' di giorni ha messo le aziende al centro della sua agenda. «Dopo una settimana di caos da coronavirus, dal governo solo briciole ha», ha detto Salvini, «per le famiglie e le aziende. Serve subito lo stop alle cartelle esattoriali, ai versamenti e ali adempimenti fiscali e burocratici in tutta Italia, non solo in qualche decina di Comuni». Vedremo se almeno su questo tema interverrà il presidente della Repubblica per dare una spinta a Giuseppe Conte.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.
Nei riquadri, Letizia Martina prima e dopo il vaccino (IStock)
Letizia Martini, oggi ventiduenne, ha già sintomi in seguito alla prima dose, ma per fiducia nel sistema li sottovaluta. Con la seconda, la situazione precipita: a causa di una malattia neurologica certificata ora non cammina più.
«Io avevo 18 anni e stavo bene. Vivevo una vita normale. Mi allenavo. Ero in forma. Mi sono vaccinata ad agosto del 2021 e dieci giorni dopo la seconda dose ho iniziato a stare malissimo e da quel momento in poi sono peggiorata sempre di più. Adesso praticamente non riesco a fare più niente, riesco a stare in piedi a malapena qualche minuto e a fare qualche passo in casa, ma poi ho bisogno della sedia a rotelle, perché se mi sforzo mi vengono dolori lancinanti. Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le braccia non mi reggono…». Letizia Martini, di Rimini, oggi ha 22 anni e la vita rovinata a causa degli effetti collaterali neurologici del vaccino Pfizer. Già subito dopo la prima dose aveva avvertito i primi sintomi della malattia, che poi si è manifestata con violenza dopo la seconda puntura, tant’è che adesso Letizia è stata riconosciuta invalida all’80%.
Maria Rita Parsi critica la gestione del caso “famiglia nel bosco”: nessun pericolo reale per i bambini, scelta brusca e dannosa, sistema dei minori da ripensare profondamente.






