2021-07-20
Salvini, una spinta per cacciare Enrichetto
A Siena in vista delle suppletive di ottobre. Supporto a Tommaso Marrocchesi Marzi, ma voci confermano l'ipotesi del sindaco Luigi De Mossi. Il leader leghista: «Faremo di tutto per rimandare Letta a Parigi». Italia viva tenta di giocarsi la carta «siamo ago della bilancia».«Noi faremo di tutto per restituire a Letta tanto tempo libero, per i suoi hobbies, per le sue passioni, per i suoi amici, per Parigi. Nessuno ti vuole trattenere controvoglia in un territorio che merita passione e radici». Con questa battuta, fatta davanti al gazebo per la raccolta firme sulla riforma della giustizia, Matteo Salvini ha risposto da Siena a quello che il segretario del Pd, Enrico Letta, ha detto sabato nella vicina Montalcino («se perdo, ne trarrò le conseguenze»). In una campagna elettorale in vista delle suppletive di ottobre (per prendere il posto di Pier Carlo Padoan nel seggio del collegio uninominale Toscana 12) i cui esiti si preannunciano tutt'altro che scontati. Il leader della Lega ieri è arrivato in città per supportare il candidato Tommaso Marrocchesi Marzi, imprenditore vinicolo. Come nel Palio, ha scritto domenica La Verità, il centrodestra potrebbe però far entrare di rincorsa un nuovo cavallo chiedendo al sindaco Luigi De Mossi di scendere in campo e quindi a Marzi di fare un passo indietro. Rumors, sia chiaro. Non si sa nemmeno se il primo cittadino sarebbe disposto ad accettare la sfida che - in caso di insperata vittoria - finirebbe addirittura per lasciare vacante la poltrona di sindaco rimettendola di nuovo in gioco. Ma, di certo, ieri nel tour senese Salvini ha voluto al suo fianco oltre a Marzi anche De Mossi (eletto nel giugno 2018 come espressione di una lista civica e appoggiato dal centrodestra, senza però esserne corpo organico). E molti hanno notato che in dieci minuti di discorso tenuto in mezzo alla gente davanti al gazebo montato alle Logge del Papa, il capo del Carroccio ha nominato più De Mossi che il «candidato». Sottolineando che «in democrazia la gente vota e quando i senesi votano possono anche cambiare il corso della storia» e aggiungendo di essere stato «a bere un caffè nell'ufficio del sindaco che sta facendo grandi cose, quindi il mio e il vostro applauso a Luigi e alla sua squadra «. Il caffè è servito per avanzare la proposta? Vedremo. Di certo, Salvini ha evidenziato che «la scelta sarà tra uno che viene da Roma o da Pisa» (ovvero Letta) e uno che viene da Siena «che se venisse eletto rimarrebbe a Siena insieme alla sua gente e che conosce i problemi della sua gente» perché «i paracadutati dai partiti li lasciamo ad altri, noi scegliamo un senese normale con la partita Iva in tasca» e con «radici e passione». Come quella per il Palio («sarebbe un miracolo poterlo restituire in autunno») e per il Monte dei Paschi («la banca è sopravvissuta a due guerre mondiali, ma non al Pd» e la Lega «farà di tutto in Parlamento, in Europa e ovunque, per evitare che il Monte venga svenduto e che salti anche solo un posto di lavoro«). Per capire quale strategia adottare tra i canapi delle suppletive, sia Salvini sia Letta dovranno tenere d'occhio le mosse di Italia viva. «Enrico Letta si candida alle suppletive di Siena, sta parlando con il nostro responsabile locale (Stefano Scaramelli, che è anche vicepresidente del consiglio regionale della Toscana, ndr) e stanno valutando insieme un'alleanza. Ovviamente, a me farebbe piacere ma la decisione è nelle loro mani», ha detto ieri Matteo Renzi, a Rainews 24. I renziani non hanno ancora digerito la candidatura calata dall'alto. E un accordo tra Pd e Italia viva, non potrebbe includere anche il M5s che su Mps e il futuro della città ha idee assai diverse. È però difficile che il Pd rompa con i grillini proprio nel collegio in cui si candida il suo segretario. Sabato sera, a Montalcino, Letta ha scherzato da pisano con i senesi: «C'è sempre stato un capirsi a vicenda su quel fratello fiorentino così ingombrante. Non sempre è facile, io ho imparato cosa vuol dire, voi avete capito cosa vuol dire». A Renzi son fischiate le orecchie. Tanto che ieri il suo maggiorente senese Scaramelli ha detto all'agenzia Adnkronos: «Letta mi ha chiamato cinque giorni fa con una prima telefonata di cortesia. Peccato, poteva farlo prima. Poi non si è più sentito. Se si vuole costruire un campo largo del centrosinistra comunque in due giorni si può recuperare quanto non fatto in due mesi. Ma ogni giorno che passa è un giorno perso. Resta il fatto che noi di Italia viva siamo pronti a correre con una donna del territorio, brava e competente, che già conosce le terre di Siena», ha poi aggiunto riferendosi a Paola Piomboni, docente universitaria, siede nel cda di Toscana life sciences. Il clima resta, dunque, teso. E «nei prossimi giorni gli organismi regionali e nazionali valuteranno nei minimi dettagli la situazione assumendo una decisione nell'interesse delle Terre di Siena e dei comuni della Valdichiana aretina», ha concluso Scaramelli. Lanciando l'ennesimo #enricostaisereno.