
Il vicepremier convoca i suoi al Senato lunedì: «Staremo lì finché serve». Poi attacca il flirt tra M5s e renziani: «Inaccettabile». Colloqui con Nicola Zingaretti per accelerare sul voto. Le promesse: «Tasse al 15% e nuova giustizia».La mozione di sfiducia della Lega al premier Giuseppe Conte è depositata. Se ne discuterà dopodomani alle 16, quando la presidente di Palazzo Madama, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha convocato la conferenza dei capigruppo che dovrà stabilire tempi e votazione.Questa la cronaca, ma le parole di Matteo Salvini si spingono oltre. Il vicepremier leghista teme un inciucio per non andare alle elezioni, un accordo sottobanco tra il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio e Matteo Renzi per dare vita a un nuovo governo. Un ribaltone in piena regola. Entrambi avrebbero solo da perdere dalle urne: i pentastellati sono attestati dai sondaggi al 17,5%, in crollo verticale rispetto alle ultime elezioni politiche quando raggiunsero il 32% dei consensi. Come dire che possono scordarsi di tornare a occupare poltrone in un futuro esecutivo. Invece il senatore di Scandicci ha bisogno di tempo e mezzi per organizzare il suo movimento che in ottobre sarebbe ancora in alto mare, mentre a condurre i giochi e a stilare le liste dei candidati sarebbe il segretario Nicola Zingaretti. Con la conseguente epurazione dei deputati più vicini all'ex sindaco di Firenze. Il sospetto del ribaltone non sembra affatto campato in aria, come sottolinea vicepremier leghista: «Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona. Per qualcuno prima la poltrona, per noi prima gli italiani. No inciuci! No governi tecnici! No giochini di palazzo. L'Italia dei sì non aspetta, la parola subito al popolo!», scrive su Twitter non appena diffuso il testo della mozione.E nel pomeriggio torna a parlare del «governo truffa» che sarebbe un «insulto alla democrazia»: «Sento, e sarebbe una cosa incredibile, che ci sono toni simili tra Pd e M5s, tra Renzi e Di Maio», avverte da Temoli il ministro dell'Interno, «è orribile solo il pensiero di Renzi e Di Maio assieme. Mi auguro che nessuno stia pensando di prendere in giro gli italiani, di tirarla in lungo e di inventarsi un governo che sarebbe inaccettabile per la democrazia». Un messaggio chiaro: «La Lega», ribadisce, «è pronta per le elezioni e prima si fanno e meglio è».Per scongiurare l'ipotesi di un esecutivo che metta assieme renziani e grillini, e assicurare agli italiani la possibilità d'esprimersi attraverso il voto democratico, il leader del Carroccio avrebbe avuto contatti anche con Zingaretti, che si dice pronto ad affrontare la prova delle urne in autunno. Anche perché potrebbe fare le liste con i suoi, visto che quelle attuali sono di parlamentari scelti dal suo predecessore. Insomma, si starebbe creando un inedito (fino a pochi giorni fa) asse pro voto tra Carroccio e dem zingarettiani, contrapposto a grillini e fedelissimi di Renzi che invece frenano.Chi risponde a muso duro all'ormai ex alleato di governo sono Luigi Di Maio e i 5 stelle che contrattaccano con una nota piccata: «Caro Salvini stai vaneggiando, inventatene un'altra per giustificare quello che hai fatto, giullare. Questa di Di Maio-Renzi è una fake news di Salvini per nascondere il tradimento del contratto di governo e del Paese. Parliamoci chiaro: qui chi è andato a braccetto con Renzi, Zingaretti, Gentiloni e compagnia è proprio la Lega! Lega e Pd hanno votato insieme per regalare a Radio Radicale, la Radio finanziata da Soros», prosegue la nota, «qualcosa come 3 milioni di euro mentre d'amore e d'accordo bloccavano la proposta di garantire minimo 9 euro l'ora a tutti i lavoratori italiani. Hanno formato uno squadrone per difendere il Tav a suon di voltafaccia». Una linea sposata anche da Davide Casaleggio: «Salvini sta giocando d'azzardo con la vita degli italiani per un (presunto) tornaconto personale, ma soprattutto perché non vuole tagliare le poltrone dei parlamentari», dice il presidente dell'Associazione Rousseau.L'obiettivo di Salvini, per bloccare la possibile alleanza tra Renzi e i vertici pentastellati, è soprattutto quello di fare presto. Infatti ha convocato i suoi parlamentari per lunedì alle 18: esattamente 120 minuti dopo un altro incontro chiave, quello in cui si deciderà il timing della mozione di sfiducia al presidente del Consiglio presentata dalla Lega. «Saremo a Roma lunedì, martedì e tutto il tempo necessario anche a Ferragosto, se serve», spiega il leader del Carroccio, «speriamo che nessuno la butti più avanti perché anche i famosi mercati hanno bisogno di tempi certi. E quindi se si perdono 10-15 giorni senza un governo legittimato è un problema». Inoltre arriva anche quella che si può leggere come una timida apertura nei confronti di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni: «Non si è deciso nulla se correremo da soli. Abbiamo un'idea di Italia per i prossimi cinque anni che sottoporremo a chi la condivide con noi». Il responsabile del Viminale, ancora impegnato nel tour in giro per l'Italia, ribadisce di aver fatto «una scelta di coerenza e di coraggio. Io non so quanti altri partiti al mondo avrebbero rinunciato a sette ministeri». Quindi parla ancora del futuro: «Il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della giustizia, non viviamo in una repubblica giudiziaria». Poi le tasse: «L'obiettivo è al 15% per molti italiani, se l'Ue ce lo concede. Sul tema imposte intervengono, ma per lanciare un allarme, i capigruppo della Lega Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari: «Prima si vota per un nuovo governo, prima si potrà lavorare alla manovra economica. Se qualcuno la tira per le lunghe avrà sulla coscienza un eventuale aumento dell'Iva».
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Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.