2019-03-15
Salvini sfida Di Maio sulla famiglia: «Andrò al Congresso di Verona»
Il vicepremier dei 5 stelle aveva definito i militanti pro family «sfigati». Ma il ministro dell'Interno tiene il punto. La replica: «Decisione sua». E Palazzo Chigi avvia l'istruttoria per togliere il logo. Sul balcone di Giulietta non ci stanno tutti, ma Matteo Salvini ci sarà. Il vicepremier ha colto la premura di sganciarsi della componente grillina del governo, quindi ha ribadito un sì atteso dagli organizzatori del Congresso mondiale delle famiglie, in programma a Verona dal 29 al 31 marzo. «Certo che ci andrò», ha confermato con il punto esclamativo a Montecitorio. E a chi tentava di accendere fuocherelli sulla sua non partecipazione oggi al Fridays for future -lo sciopero mondiale per sensibilizzare sulle problematiche del clima con cortei un po' ovunque - ha spiegato: «Faccio il ministro dell'Interno e ho in programma un concomitante comitato per l'ordine pubblico a Napoli perché i problemi per la sicurezza a Napoli sono abbastanza rilevanti. A Verona andrò in quanto non vedo quale sia il contrasto fra l'ambiente e la famiglia». Lui ci sarà anche se il premier Giuseppe Conte si sfila con pavidità nei confronti delle lobby gay. Come ha riportato ieri l'Adnkronos, dal segretario generale di Palazzo Chigi è partita la richiesta di un'ulteriore istruttoria riguardo al patrocinio concesso autonomamente al Congresso dal ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana. Tale azione riguarderebbe sia il dipartimento all'Editoria affidato a Vito Crimi (cioè la struttura che concede materialmente il logo) sia gli uffici del dicastero di Fontana. Logo o non logo, comunque, Salvini andrà a capo della nutrita delegazione della Lega, composta appunto da Lorenzo Fontana e dal governatore del Veneto, Luca Zaia, per testimoniare l'adesione etica e culturale a un'iniziativa che vuole sottolineare il centro di gravità permanente della famiglia naturale. Nonostante le derive Lgbt, nonostante teorie gender fluid applicate anche ai minori, nonostante pratiche fuorilegge come l'utero in affitto, c'è in Italia una larga maggioranza di madri, padri e figli che segue la via della tradizione e dei valori non negoziabili. E che intende, con dignitosa partecipazione, ribadire questa centralità troppe volte offuscata da manifestazioni arcobaleno in città trasformate in gay pride. Giulietta sarà in prima fila, Verona per l'amore è perfetta. Ma lo strappo di un governo diviso in due fa comprendere bene le differenze strutturali sui temi etici fra Movimento 5 stelle e Lega. Soprattutto dà l'idea delle difficoltà interne ai grillini nel trovare strategie condivise fra un'area centrista moderata e una corrente gauchiste molto più movimentista, assistenzialista e arcobaleno. Con Luigi Di Maio che liquida il summit internazionale con disprezzo: «A Verona ci sarà la destra degli sfigati». nuovo attacco E poi aggiunge: «Ognuno va agli eventi che vuole, ma io a quegli eventi non ci vado. Questa», ha detto in risposta alle affermazioni di Salvini, «è una decisione sua: io dico soltanto che chi si permette di dire che le donne devono stare in casa, come se fossero degli esseri inferiori, non appartiene assolutamente alla mia cerchia di amicizie e di frequentazioni». Ma il suo alleato Matteo, senza problemi e anzi con orgoglio, gli ha già risposto di rimbalzo con quel secco sì. Come a dire: «Io sono il re degli sfigati».Di tutt'altro avviso Giulia Grillo, ministro della Salute pentastellato, che si premura di avvertire: «Non parteciperò all'evento di Verona e non credo ci sia stato il patrocinio della presidenza del Consiglio. Non sono entrata nei dettagli di questa vicenda, ma tale caratterizzazione ideologica che tende a ghettizzare un'altra parte dei cittadini non mi piace. Sono a favore della valorizzazione della famiglia, ma non deve essere strumento di ghettizzazione e umiliazione o di stigmatizzazione delle persone che hanno delle diversità. Da questo punto di vista sono totalmente distante e penso che sia una manifestazione fortemente ideologizzata».pareri contrariOggi ideologizzare, anzi demonizzare, tutto ciò che non va a genio è sport nazionale che anche il ministro pratica con un certo successo. Premesso che risulta difficile essere contrari a genitori che spingono una carrozzina con dentro un figlio per ribadire la loro centralità nel progetto sociale del Paese, non stupisce che chi tace sulle pratiche border line della procreazione assistita, nulla ha da ridire sulla somministrazione gratuita del farmaco che aiuta i bambini a cambiare sesso e auspica test anti Aids sui minori senza informare i genitori, accolga con un certo fastidio qualcosa di meno biochimico e più naturale.Contro il parere del ministro Grillo ieri Silvia Rizzotto ed Elena Donazzan (capogruppo di Zaia presidente e assessore regionale del Veneto) hanno precisato: «Il centro della nostra società è la famiglia, un punto di equilibrio sociale nel sangue della nostra storia e del nostro essere italiani. Pur con il massimo sforzo e impegno intellettuale non riusciamo ad abbassarci al livello di chi riesce a polemizzare su questo cardine della nostra società nel vile tentativo di avere una ribalta mediatica».Mancano due settimane all'evento e già è partita la grancassa per squalificarlo, e con ipocrisia sconfinata ridurlo a un raduno di naziskin vestiti meglio. In questa operazione si distingue ovviamente la Repubblica - nuovo corso, vecchi riflessi condizionati - che arriva a dipingere il Congresso mondiale delle famiglie come un'internazionale conservatrice che combatte contro le conquiste dei diritti universali. «La difesa della famiglia tradizionale non è l'obiettivo sostanziale», spiega il giornale attraverso le parole della sociologa dell'università di Innsbruck, Kristina Stoeckl. «Il punto dei raduni è usare la tradizione cristiana per creare consenso attorno alla sovranità nazionale e a concetti di destra derivati dal fascismo, contro la comunità internazionale che dal dopoguerra condivide e difende laicamente i diritti umani promossi dalle democrazie». Ovviamente Giulietta non è fascista e i temi trattati dal summit andranno dalle problematiche del matrimonio alla salute e dignità della donna, dalle politiche aziendali per la famiglia alla natalità in crisi. Il modo più semplice e naturale di guardare l'orizzonte o il profilo di un figlio. Non sembra sia ancora reato.