2025-02-11
Il Salva Milano fa a pezzi la sinistra
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Ansa)
Appello di 160 urbanisti e professori contro i condoni, il Pd tentenna. In Consiglio comunale i Verdi attaccano Sala. Proteste di comitati civici e ambientalisti.Il Salva Milano spacca la sinistra. La norma, più propriamente chiamata «Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia», si è resa necessaria dopo le indagini della Procura su alcune opere di ristrutturazioni diventate nuove costruzioni grazie a semplici Scia e non a Permessi di costruire. Il Ddl 1309 è già stato approvato alla Camera, ma è ancora in attesa di un’approvazione al Senato, dove il Partito democratico, pur avendo votato a favore a Montecitorio, non è ancora convinto, scatenando così le ire del sindaco Beppe Sala. Se, come pare, i senatori dem dovessero spingere per modifiche alla legge, questa dovrà poi tornare alla Camera per un’ulteriore approvazione. «Fosse stato per me», ha commentato Matteo Salvini, «il Salva Milano sarebbe già stato approvato l’estate scorsa. Sono Pd e la sinistra che hanno avuto qualche dubbio».La giornata di ieri, a tal proposito, è stata ricca di avvenimenti. Al Consiglio comunale è stato presentato un ordine del giorno, poi approvato, a sostegno del Salva Milano firmato da Beatrice Uguccioni, capogruppo del Pd, Bruno Ceccarelli, presidente della commissione Rigenerazione urbana (sempre del Pd), Giulia Pastorella, capogruppo dei Riformisti, e Marco Fumagalli, consigliere della lista Sala. Contrari, invece, i Verdi, che si sono uniti alle opposizioni nel denunciare l’assenza in Consiglio del sindaco Sala, definita da Carlo Monguzzi (Europa Verde) «al di là del bene e del male» e «una cosa di una gravità democratica assolutamente incredibile». Nel mentre il fronte del no, promosso da una rete di comitati civici e ambientalisti, si è riunito fuori da Palazzo Marino per protestare contro la norma. Una battaglia condivisa anche dal segretario generale della Uil Lombardia, Enrico Vizza, che ha schierato la sua sigla «contro ogni condono». «Questo provvedimento», ha spiegato, «che non ha nulla di sociale, interverrebbe in negativo anche sull’assetto delle altre città».La norma in discussione a Roma, infatti, non si limita ad agire sul capoluogo lombardo, ma riguarderebbe tutti i Comuni italiani. E gli oppositori, infatti, si sono riuniti a livello nazionale con un appello che mette in ulteriore difficoltà la maggioranza meneghina: 160 tra urbanisti e docenti universitari di varia estrazione accademica chiedono, attraverso una lettera recapitata a tutti i senatori chiamati al voto, di non approvare la legge per superare lo stallo edilizio di Milano. Legge inizialmente nata come condono per sanare le irregolarità presenti nel capoluogo lombardo, diventata poi un provvedimento «di interpretazione autentica» di norme preesistenti.«Questa proposta di legge», si legge nella missiva, «cambierà radicalmente il futuro non solo di Milano ma delle nostre città, rendendole sempre più congestionate ed elitarie». «Lo spazio urbano», aggiungono i firmatari, «potrà essere occupato da edifici senza un disegno unitario, senza un piano, senza una visione di città, se non quella degli operatori e dei fondi immobiliari». «La norma», continuano, «è concepita per sottrarre ai consigli comunali il potere di controllo sui progetti, abrogando le disposizioni che impongono la pianificazione attuativa delle città, a garanzia dei servizi dovuti a tutti i cittadini. Scuole, parcheggi, piste ciclabili, parchi, che si faranno più rarefatti. Verrà inoltre ampliata a dismisura la categoria della ristrutturazione edilizia, nella quale rientreranno anche le nuove costruzioni senza alcun rapporto con quanto demolito, riducendo così di molto le disponibilità finanziarie dei comuni per la realizzazione della parte pubblica delle città».