2025-06-17
Macron «oscura» lo stand ebraico
Al Salone dell’aeronautica di Parigi grossi pannelli nascondono le armi dell’esercito di Gerusalemme: «Sono quelle usate a Gaza». La replica: «Ci mettono in un ghetto».Una nuova crisi diplomatica sta per scoppiare tra la Francia di Emmanuel Macron e Israele? Ieri mattina quattro aziende di armamenti israeliani presenti al Salone dell’aeronautica di Le Bourget, hanno trovato i rispettivi stand transennati da pannelli di legno ricoperti da panni neri. Come confermato dall’agenzia France Presse, il blocco degli stand è stato deciso dal governo di Parigi, perché sarebbero stati esposti armamenti come quelli potenzialmente utilizzati nella striscia di Gaza dall’esercito con la Stella di David. Per l’esecutivo guidato da François Bayrou, sarebbe quindi stato violato un accordo preso con le autorità israeliane.Il primo a reagire al transennamento degli spazi espositivi è stato Shlomo Toaff, vice presidente di Rafael, un’azienda operante nel settore della difesa. Secondo lui, il blocco degli stand «è avvenuto nella notte», per questo «non si è potuto fare niente e non siamo stati informati». Secondo il dirigente di Rafael i pannelli neri non sono stati montati «in fretta e furia», come se la decisione del governo francese non fosse poi così improvvisa. Per Toaff la scelta di Parigi è «sorprendente» perché interviene «mentre Israele si batte per salvare i propri ostaggi (a Gaza, ndr) e lottare contro la potenza nucleare» di Teheran. Oltre a quello di Rafael, anche gli stand di Israel Aerospace Industries (Iai), Uvision, Elbit e Aeronautics sono stati chiusi al pubblico.Il presidente israeliano ha definito «scandalosa» la decisione del governo francese. «Siamo rimasti scioccati nel constatare che i padiglioni israeliani erano stati chiusi» ha dichiarato il capo dello Stato israeliano sul canale d’informazione Lci, respingendo anche le accuse di mancato rispetto degli accordi. Secondo lui «le imprese israeliane hanno firmato dei contratti con gli organizzatori, hanno pagato», quindi la loro chiusura equivale a «creare un ghetto israeliano».Poche ore dopo si è espresso anche Bayrou, giunto a Le Bourget per la giornata inaugurale del Salone. Il premier francese non è andato per il sottile affermando che a Gaza la popolazione vive una «situazione terribile [...] dal punto di vista umanitario e della sicurezza», pertanto «la Francia ha voluto chiarire che le armi offensive non dovrebbero essere presenti in questo Salone». La risposta di Israele non si è fatta attendere. Intervistato da Le Figaro Tv, l’ambasciatore di Tel Aviv a Parigi, Joshua Zarka, ha dichiarato che «le armi presentate dalle industrie israeliane sono utilizzate dalla maggior parte dei Paesi per difendersi dalle aggressioni provenienti dall’Est. Non capisco perché sia un problema presentare delle armi che sono utilizzate da tutti i Paesi europei». Il diplomatico israeliano ha chiosato affermando quanto sia «difficile seguire la posizione francese rispetto a Israele in varie tematiche». Ad innervosire Israele hanno forse contribuito anche le parole del ministro degli esteri Jean-Noël Barrot che, intervenendo alla scuola di business Hec nel weekend, ha espresso «solidarietà ad Harvard», l’ateneo che lo scorso aprile il presidente americano Donald Trump ha definito una «istituzione antisemita di estrema sinistra».L’ambasciatore israeliano avrà voluto mandare un messaggio a Macron? D’altra parte, dalla strage di civili israeliani, compiuta dai terroristi di Hamas il 7 ottobre 2023, l’inquilino dell’Eliseo ha avuto un atteggiamento altalenante nei confronti di Tel Aviv. Prima dell’attacco israeliano all’Iran, Macron aveva anche lasciato intendere che avrebbe riconosciuto lo Stato di Palestina ad una conferenza Onu prevista per domani a New York, poi tutto è stato messo in stand by.Macron si è vantato spesso di praticare la strategia dell’«en même temps», che tradotta in italiano potrebbe significare «allo stesso tempo» o, più prosaicamente «un colpo alla botte e uno al cerchio». Un equilibrismo dovuto anche al fatto, descritto più volte da La Verità, che la Francia di Macron è diventata un Paese vittima delle infiltrazioni islamiste contro le quali non riesce più a proteggere i propri cittadini. Si capisce meglio perché, forse, il sostegno riconosciuto ad Israele in questa fase debba essere stemperato dal fragile governo Bayrou, sostenuto da una maggioranza parlamentare in disaccordo praticamente su tutto: dalla finanziaria, alle politiche migratorie; dalla sicurezza, al fine vita.
Ken Follett @Gareth Iwan Jones
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