
Sono fibrillazioni significative quelle riesplose tra Ucraina e Russia. Gli Stati Uniti sono preoccupati, mentre i rapporti tra Ankara e Mosca potrebbero deteriorarsi. Si registra una tensione molto alta in Ucraina. Mentre la Russia ha ammassato circa 90.000 soldati al confine, il viceministro della Difesa di Kiev, Hanna Maliar, ha riferito al Financial Times che, stando alle informazioni fornite dall'intelligence occidentale, si configura un'"alta probabilità di un'escalation della situazione". "Le informazioni dei nostri [servizi di intelligence militari] coincidono con le informazioni dei Paesi partner sull'elevata probabilità di destabilizzazione della situazione in Ucraina questo inverno", ha dichiarato. In tutto questo, sabato scorso il segretario di Stato americano, Tony Blinken, ha parlato con il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, per discutere delle "preoccupanti" attività militari russe nei pressi del confine ucraino. Lo stesso Blinken, venerdì, aveva riferito di temere una crisi simile a quella esplosa in Crimea nel 2014. "[Sappiamo] di aver visto in passato forze di massa russe ai confini dell'Ucraina rivendicare una sorta di provocazione da parte dell'Ucraina e poi invadere e sostanzialmente portare avanti qualcosa che stavano pianificando da sempre", aveva dichiarato il capo di Foggy Bottom. "Questo è quello che hanno fatto nel 2014. E quindi questo solleva preoccupazioni reali sullo sforzo di ripetere ciò che è stato fatto allora, che sarebbe un grave errore", ha proseguito. Non solo: il Dipartimento di Stato ha anche lasciato intendere che la recente crisi migratoria bielorussa al confine dell'Unione europea possa essere uno stratagemma russo, volto a distogliere l'attenzione dall'Ucraina. In tal senso, non va trascurato che, la settimana scorsa, Mosca e Minsk abbiano condotto delle esercitazioni militari congiunte presso la frontiera ucraina. Tutto questo, mentre Kiev aveva schierato alcune migliaia di soldati al confine con la Bielorussia, temendo che Alexander Lukashenko (strettissimo alleato di Vladimir Putin) potesse cercare di usare i flussi migratori per mettere sotto pressione – oltre alla Polonia – anche l'Ucraina. Tutto questo, senza dimenticare che, sempre la settimana scorsa, Kiev e Varsavia avessero ribadito la loro ferma opposizione al Nord Stream 2. Tra l'altro, su questo dossier, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha lanciato una campagna su Twitter per esortare il Senato degli Stati Uniti a sostenere le sanzioni contro il controverso gasdotto: sanzioni che, ricordiamolo, l'amministrazione Biden aveva rimosso lo scorso maggio. "Il ricatto in Europa per il gas deve essere fermato per sempre", ha twittato Zelensky venerdì scorso. "Siamo grati alla Camera [statunitense] per aver incluso un emendamento al National Defense Authorization Act che fermerà il Nord Stream 2. Chiediamo a tutti gli amici e al Senato degli Stati Uniti di sostenere ora questo emendamento a livello del Senato". Ricordiamo che, al Congresso americano, siano soprattutto i repubblicani (a partire dai senatori Marco Rubio e Ted Cruz) a sostenere la linea dura contro il Nord Stream 2. L'elefantino ha del resto ripetutamente criticato Joe Biden sotto questo punto di vista. L'inquilino della Casa Bianca aveva concluso un accordo con la Germania a luglio: un accordo che dava di fatto il via libera al gasdotto ma che impegnava al contempo Berlino a comminare delle sanzioni a Mosca, qualora il Cremlino avesse usato l'energia come strumento di pressione sull'Europa occidentale. Un'intesa tuttavia che, secondo i repubblicani, risulterebbe troppo blanda e generica. Che la tensione stia pericolosamente aumentando, è testimoniato anche da un ulteriore "dettaglio". Lo scorso 12 novembre il Daily Sabah ha riferito che Kiev acquisterà una nuova batteria di droni militari dalla Turchia l'anno prossimo: una mossa che evidenzia le preoccupazioni ucraine e che rischia, al contempo, di creare significative fibrillazione nei delicati rapporti che intercorrono tra Putin e Recep Tayyip Erdogan. Nonostante i due leader si siano notevolmente avvicinati nel corso degli ultimi quattro anni, è altrettanto vero che i loro interessi divergano su vari fronti: dalla Libia alla Siria, passando proprio per l'Ucraina. E proprio Kiev rischia di rivelarsi il dossier più spinoso nel rapporto tra loro.
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier si accorge soltanto ora che gli obiettivi green sono «irrealizzabili». Poi critica la burocrazia continentale: «Troppo lenta, potrebbe non riuscire a riformarsi». Il suo piano B: alcuni Stati facciano da sé.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
- La Corte d’appello di Bologna ha disposto la consegna di Sehrii Kuznietsov, l’ucraino accusato di aver danneggiato il gasdotto nel 2022. Crosetto: «Disponibili su Samp-T e aerei radar». M5s e Calenda esortano il governo al confronto in Aula su «Sentinella Est».
- Invasione nazista, Berlino secca: «Soldi alla Polonia? Storia chiusa». Merz: «Ma siamo al fianco di Varsavia». Presto possibile vertice Trump-Zelensky.
Lo speciale contiene due articoli.
Ansa
- Massiccia invasione via terra e raid con droni ed elicotteri. Crosetto: «Decisione sbagliata». Il Papa chiama il parroco Romanelli: «Preoccupato». Ira dei parenti degli ostaggi: «Così Netanyahu li uccide».
- Mobilitazione indetta per venerdì. Liti nella Flotilla, Greta lascia il direttivo e cambia imbarcazione. Il dem Scotto, in navigazione: «Sempre in contatto con la Farnesina».
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13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
Schierati da poco in Estonia, gli F-35 italiani hanno avuto una parte importante nell’intercettazione di velivoli russi e nel pattugliamento in seguito allo sconfinamento dei droni di Mosca in territorio polacco. Da agosto l’Aeronautica italiana è al comando della Baltic Air Policing.
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La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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