2022-05-16
La rischiosa strategia della Corea del Nord
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Tra crisi ucraina, Covid e nuove minacce: quali sono gli obiettivi di Pyongyang? Immagini satellitari lasciano infatti intendere che la Corea del Nord avrebbe ripreso nelle scorse settimane la realizzazione di un secondo reattore nucleare a Yongbyon: un reattore che era rimasto a lungo inattivo. Qualora fosse completata, tale struttura incrementerebbe in modo significativo la capacità di produrre plutonio per armi nucleari da parte di Pyongyang.Torna a salire la tensione in estremo oriente. Immagini satellitari lasciano infatti intendere che la Corea del Nord avrebbe ripreso nelle scorse settimane la realizzazione di un secondo reattore nucleare a Yongbyon: un reattore che era rimasto a lungo inattivo. Qualora fosse completata, tale struttura incrementerebbe in modo significativo la capacità di produrre plutonio per armi nucleari da parte di Pyongyang. Secondo Cnn, il reattore è circa 10 volte più grande di quello attualmente in funzione a Yongbyon. Non è al momento chiaro in quanto tempo il reattore potrebbe essere completato. Da quel che emerge, sembra tuttavia che il regime nordcoreano sia intenzionato a rispolverare energicamente le proprie ambizioni nucleari. Sempre la Cnn ha riferito che Pyongyang potrebbe essere in grado di riprendere i test nucleari “nel breve termine”. In tutto questo, il 12 maggio la Corea del Nord ha lanciato tre missili balistici a corto raggio verso il mare al largo della propria costa orientale: “il lancio è probabilmente il sedicesimo test militare del Paese dotato di armi nucleari fino ad ora quest'anno”, ha sottolineato Al Jazeera. Queste dinamiche preoccupano Washington. L’amministrazione Biden sta cercando di portare avanti un approccio articolato con Pyongyang: da una parte, punta a rilanciare i negoziati; dall’altra, non rinuncia ad esercitare pressione sul regime. “Gli Stati Uniti rimangono impegnati a cercare la diplomazia con la Rpdc e invitano la Rpdc a impegnarsi in un dialogo”, ha affermato di recente il segretario di Stato americano, Tony Blinken. “Allo stesso tempo, continueremo ad affrontare le attività informatiche illegali della Rpdc, nonché le violazioni delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, ha aggiunto. Al contempo, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha comminato nuove sanzioni al regime. La questione nordcoreana sarà assai probabilmente al centro dell’imminente viaggio di Joe Biden in Giappone e Corea del Sud. D’altronde, secondo Voice of America, l’inquilino della Casa Bianca avrebbe intenzione, nell’occasione, di effettuare una visita nella zona demilitarizzata coreana. Altri presidenti americani in carica si sono recati in quell’area: Ronald Reagan nel 1983, Bill Clinton nel 1993, George W. Bush nel 2002 e Barack Obama nel 2012. Donald Trump vi si recò nel 2019 ed è stato finora l’unico presidente americano a visitare la zona insieme a un leader di Pyongyang, entrando inoltre – anche se per pochi passi – in territorio nordcoreano. Non si può escludere che il rinnovato attivismo della Corea del Nord sia dettato da alcune ragioni interconnesse: un segnale a Biden a pochi giorni dalla sua visita in Giappone e Corea del Sud; una reazione all’avvio della nuova presidenza sudcoreana; un modo per cercare di distogliere l’attenzione da problematiche interne (non dimentichiamo infatti che, in questi giorni, la Corea del Nord sta affrontando una significativa ondata di Covid-19, senza poi trascurare i ben noti nodi legati alla scarsità di rifornimenti alimentari). Al di là di questo, è anche possibile che Kim Jong-un punti a massimizzare il proprio tornaconto dalla crisi ucraina. Il leader nordcoreano userà probabilmente la guerra in corso come scusante per non rinunciare al proprio arsenale nucleare. In secondo luogo, Kim spera che, in conseguenza delle sanzioni occidentali alla Russia, Mosca possa magari rifornire Pyongyang di energia ad un costo più vantaggioso, senza poi escludere la possibilità di approvvigionamento alimentare e di fertilizzanti. Inoltre non bisogna dimenticare che la crisi ucraina è parte di un conflitto relativo all’ordine internazionale: è chiaro che, a livello di schieramenti, la Corea del Nord sosterrebbe l’asse sino-russo, pur magari cercando di ritagliarsi qualche spazio di relativa autonomia. Ecco che dunque i lanci missilistici e la costruzione del secondo reattore vanno letti come un avvertimento: sia ai nemici che agli amici. Kim è un leader molto spregiudicato: questo non va mai dimenticato.