2022-12-28
Ripudiare il fascismo non è più sufficiente. Adesso pretendono pure l’abiura del Msi
Ignazio La Russa e Isabella Rauti attaccati per aver ricordato il partito dei loro padri. E a Giorgia Meloni si chiedono sempre nuove prove.Non era poi difficile prevedere che sarebbe andata a finire così. L’asticella si alza sempre di più, le scuse non sono più sufficienti, la cenere sparsa in abbondanza sul capo non basta mai. Dunque, informa Noemi Di Segni (presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane) tramite Repubblica, «non basta la condanna delle leggi razziali». Bisogna che Giorgia Meloni faccia di più, molto di più. Come noto, il presidente del Consiglio ha partecipato alla solenne cerimonia di accensione delle luci dell’Hanukkah al museo ebraico di Roma. Per l’occasione ha pronunciato parole piuttosto chiare: «Le leggi razziali furono una ignominia. Voi siete una parte fondamentale dell’identità italiana. Siete parte di ciò che tutti siamo, l’identità è qualcosa che aggiunge e rafforza tutti quanti. La storia di questa festa è la storia di coraggio e speranza di un popolo che combatte per difendere la sua identità, la sua fede e la sua libertà», ha detto. Si è perfino commossa, e non erano lacrime d’attrice.Però non è sufficiente, non ancora. «La condanna delle leggi razziali come male assoluto che abbiamo ascoltato in questi giorni con grande attenzione», dice Noemi Di Segni, «non può essere selettiva e avulsa dalla considerazione di ciò che il regime fascista ha compiuto nell’intero ventennio e dal primo giorno in cui gli furono affidati i “pieni poteri”. La condanna che attendo di ascoltare», prosegue la presidente delle Comunità ebraiche, «è del fascismo nel suo insieme fino alla sua formale caduta, così come di chi ne ha cercato la disperata sopravvivenza: prima con la Repubblica di Salò, poi nelle nicchie dell’amnistia concessa nel 1946».Capito? Non conta che il fascismo fosse caduto molto prima che Giorgia Meloni nascesse. Non importa che lei sia stata sempre e orgogliosamente filo israeliana. Non basta che nel primo discorso in Parlamento abbia marcato (anche se non ce n’era bisogno) la clamorosa distanza ideologica dal fascismo. E non rileva nemmeno che le forme più insidiose di antisemitismo da tempo abbiano fatto il nido a sinistra. No, adesso occorre soltanto che la Meloni estenda il raggio della condanna. La Di Segni richiede addirittura che si torni indietro: anche se in passato la sinistra ha voluto accettare la memoria dei militi della Repubblica sociale, occorre che Giorgia la rinneghi, calpestando i morti. Occorre pure che inveisca contro il fascismo tutto, dal primo all’ultimo secondo. Ed è curioso, perché così facendo dovrebbe inveire anche contro gli ebrei che il Duce lo sostennero: pensate, qualcuno di loro fu persino dichiarato martire del fascismo.Questi cortocircuiti non stupiscono: quando si ragiona in termini di «male assoluto» e si pretende di cancellare le parti della storia che non risultano in linea con la propria ideologia si finisce solitamente nel gorgo dei paradossi. O, peggio, si rimesta nel ridicolo come sta facendo da un paio di giorni il Partito democratico.Il 26 dicembre, Ignazio La Russa e Isabella Rauti hanno voluto ricordare la nascita del Movimento sociale italiano, creato nel 1946. La Rauti lo ha fatto citando una fin troppo utilizzata frase di Tolkien: «Le radici profonde non gelano». La Russa è stato più formale. Entrambi, però, hanno rivolto un pensiero ai propri genitori: il padre del presidente del Senato fu storico volto del Msi in Sicilia; il padre di Isabella Rauti era ovviamente Pino Rauti. Ebbene, secondo il Pd i due esponenti di Fratelli d’Italia dovrebbero sostanzialmente disconoscere i propri genitori.Da Walter Verini a Simona Malpezzi, da Emanuele Fiano a Stefano Vaccari, tutti riuniti in coretto hanno preteso le dimissioni di Rauti e La Russa. È intervenuta anche la già citata Di Segni, parlando di «fatto grave». Dunque attenti: non basta condannare le leggi razziali ma non basta nemmeno condannare il fascismo nella sua interezza. No, bisogna condannare anche il Movimento sociale, benché abbia partecipato alle elezioni democratiche per decenni.Viene per l’ennesima volta ribadita l’elasticità del termine fascismo: lo si stiracchia per soddisfare le proprie necessità politiche. Poiché Fratelli d’Italia ha reciso ogni legame con il Ventennio e nessuno sano di mente accuserebbe il partito meloniano di nostalgia di Sua Eccellenza, ecco che tocca inventarsi qualche nuovo babau. Per cui si passa alla demonizzazione del Movimento sociale. Avanti di questo passo gli esponenti del Pd pretenderanno che gli ex democristiani rinneghino l’ala destra della Balena bianca, o chiederanno a Liliana Segre di prendere le distanze dal defunto marito, milanese integerrimo che fu candidato ed eletto proprio con il Msi.Di fronte a tale delirio, ci permettiamo di utilizzare come antidoto le parole che ci disse qualche anno fa Yoram Hazony, presidente dell’Herzl Institute di Gerusalemme: «Oggi in tutto l’Occidente, la sinistra ha deciso di sostenere l’idea secondo cui la destra non è una parte politica legittima. Se sei conservatore, nazionalista o religioso ti dicono che non hai alcuna legittimità, non hai il permesso di partecipare alla vita politica. […] Ti dicono che non sei autorizzato a pensare così, stai facendo qualcosa di sbagliato. Tutto questo mi fa essere preoccupato per il futuro dei governi democratici». Amen.