2019-04-26
Rimini, 500 euro di multa al giorno ai bambini che non sono vaccinati
L'ordinanza del sindaco pd Andrea Gnassi, grande amico dell'immunologo Roberto Burioni, infligge sanzioni e vieta l'accesso ai servizi e alle scuole per l'infanzia. I casi non in regola vengono segnalati in Procura.L'Unicef lancia l'allarme morbillo. Sarebbero 21 milioni l'anno i bimbi non immunizzati e già si teme l'effetto epidemia. I Patriarchi ortodossi contestano l'obbligo vaccinale: «Decidono i genitori, non la legge».Lo speciale comprende due articoli. Rimini con la sua provincia è una delle aree in cui il fermento no vax è più forte, lo dimostrano le statistiche sulla copertura vaccinale. Proprio a Rimini il sindaco pd Andrea Gnassi ha deciso di adottare la linea dura in difesa di quello che è stato uno dei cavalli di battaglia del suo partito, la legge delle dieci vaccinazioni obbligatorie. Così una volta individuato il caso di dieci bambini che continuano a frequentare la scuola senza aver fatto le punture di ordinanza, la giunta Gnazzi ha deciso di seguire la via delle sanzioni. E sono sanzioni pesanti.L'ordinanza comunale prevede il divieto di accesso alle scuole e a tutti gli altri servizi educativi «dei minori i cui genitori non abbiano presentato la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie per legge», ma soprattutto impone una sanzione pecuniaria «dai 25 euro a 500 euro, in via breve 50 euro» e questo per ogni giorno in cui i genitori continueranno a portare i loro figli all'asilo nido o alla scuola dell'infanzia senza aver ottemperato alle vaccinazioni.Una linea durissima per cancellare quella che per Gnassi, che si vanta dell'amicizia del dottor Roberto Burioni, è una macchia vergognosa per la sua città: la presenza di dieci bambini che ancora sfuggono all'obbligo vaccinale. Il sindaco di Rimini è fatto così: lo scontro con i no vax del Comilva (il coordinamento per la libertà vaccinale), sembra essere uno dei cavalli di battaglia della giunta. Un po' come l'accoglienza dei clandestini per i sindaci di Napoli e di Palermo. Con la differenza che mentre Leoluca Orlando e Luigi De Magistris minacciano di assumere decisioni «rivoluzionarie» per contrastare la linea di controllo delle frontiere decisa dal ministero dell'Interno, il sindaco di Rimini al contrario adotta una politica di sanzioni pesanti per difendere la linea voluta dal (passato) governo in materia di obblighi vaccinali. Le multe fissate dal Comune per ogni giorno di mancato adempimento sono significative e l'idea di colpire le famiglie resistenti prosciugandone il portafoglio fa capire che Gnassi non sia propriamente «uomo del dialogo» quando è in ballo la guerra santa del Pd per le vaccinazioni a tappeto.Che non sia uomo del dialogo lo dimostra anche un video che circola in rete: lo si può trovare su Youtube con il titolo «Le reazioni avverse del Pd al dissenso democratico». Reagendo a una attivista no vax che insisteva sul tema delle reazioni avverse ai vaccini (casi sporadici ma pur sempre dolorosi di bambini che presentano reazioni organiche problematiche o addirittura fatali nell'immediatezza della somministrazione del vaccino), Gnassi diceva: «Le reazioni avverse se le faccia curare dallo psichiatra!». Come dire: chi parla di reazioni avverse è un pazzo. Il punto è che la legge italiana - come ha ribadito recentemente la Corte Costituzionale - parla appunto di diritto al risarcimento in caso di reazioni avverse…Non è la prima volta che Gnassi adotta la linea dura: accade oggi con i vaccini, è accaduto in passato con la prostituzione. Una ordinanza del 2018 sanciva il pugno duro contro i clienti delle prostitute. Viceversa gli artisti di strada possono contare sulla benevolenza del sindaco sceriffo… Alla fine del 2018 Gnassi riprendeva due vigilesse che stavano elevando contravvenzione nei confronti di due street artist che occupavano il suolo pubblico. Il tono del primo cittadino non doveva essere molto urbano se a loro volta le due vigilesse hanno reagito al richiamo pubblico aprendo un contenzioso che ancora perdura…Verrebbe quasi da dire che Gnassi condivide il motto di un altro bellicoso politico romagnolo: «Molti nemici molto onore». Eppure il primo cittadino di Rimini che estremizza i toni della crociata Pd per la copertura vaccinale a tappeto può vantare la benedizione di Burioni: «Il mio amico Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, agisce con decisione contro gli irresponsabili egoisti che non vaccinano i bambini. Speriamo che colpirli duramente nelle tasche li induca alla ragione». Colpire duramente per «indurre alla ragione»: in questa logica sanzionatoria vi è forse la sintesi del modo in cui il Pd con la sua linea dura abbia esasperato la questione, favorendo forse l'ampliarsi delle file degli aderenti al movimento no vax. Lo stesso Burioni in un'altra circostanza riferendosi al fatto che Rimini fosse una delle città più riottose alle vaccinazioni diceva: «Questo è scandaloso per una cittadina come Rimini. Una delle capitali del turismo italiano ed europeo. Forse non ci si rende conto del fatto che vista l'alta affluenza non è escluso possano scatenarsi epidemie». In un paese in cui i casi di una malattia grave come la Tbc sono molto più alti di quelli del morbillo e alcuni sollevano il nesso - sempre ufficialmente negato - tra diffusione di gravi malattie infettive e immigrazione, parlare di «possibili epidemie» apre tutto un altro fonte di interrogativi. E questo forse non piacerà ai politici del Pd, impegnati nella guerra santa dei vaccini. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/rimini-500-euro-di-multa-al-giorno-ai-bambini-che-non-sono-vaccinati-2635546560.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lunicef-lancia-lallarme-morbillo" data-post-id="2635546560" data-published-at="1760657153" data-use-pagination="False"> L’Unicef lancia l’allarme morbillo Le basi per le recenti epidemie di morbillo sono state gettate nel decennio che si accinge a concludersi. È questo l'allarme lanciato da Unicef, che in occasione della settimana mondiale delle vaccinazioni ha diffuso ieri una serie di dati relativi all'immunizzazione dei più piccoli. Tra il 2010 e il 2017, stando alle stime basate sulle coperture rilevate dall'Organizzazione mondiale della sanità e dalla stessa Unicef, ben 169 milioni di bambini non avrebbero ricevuto la prima dose del vaccino contro il morbillo, una media di 21,1 milioni l'anno. Una situazione che ha contribuito alla diffusione di questa patologia: nei primi tre mesi del 2019 i casi registrati sono stati 110.000 (+300% rispetto allo stesso periodo 2018), mentre i morti stimati nel 2017 sono stati 110.000, con un incremento del 22% rispetto al 2016. Ovviamente il dito è puntato contro l'esitazione vaccinale, un fenomeno inserito dall'Oms nella lista delle «dieci minacce alla salute globale per il 2019» ma che la stessa organizzazione non esita a definire «complesso e variabile a seconda del contesto». Basti pensare ai recenti focolai scoppiati a New York e nella contea di Rockland, negli Stati Uniti, i quali hanno coinvolto per la maggior parte esponenti delle locali comunità ebraiche. L'esenzione per motivi religiosi e filosofici, infatti, è una prerogativa per molti Stati americani e lo stesso governatore ed ex sindaco di New York, Andrew Cuomo, ha messo in guardia sul rischio che l'eliminazione di queste deroghe possa andare in contrasto con il primo emendamento (quello che nella costituzione americana tutela la libertà di culto). Entrando nel dettaglio, il Paese industrializzato che presenta il maggior numero di vaccinazioni mancate sono proprio gli Stati Uniti (2.593.000 bambini), seguiti dalla Francia (608.000) e dal Regno Unito (527.000). L'Italia è quinta in classifica, con 435.000 bambini non vaccinati. Tra le cause della mancata copertura non c'è solo lo scetticismo circa l'efficacia e i danni che, a detta di alcuni, potrebbero causare i vaccini. La povertà e la relativa impossibilità ad accedere a presidi sanitari considerati di base nei Paesi industrializzati giocano infatti un ruolo chiave. Tra le situazioni più critiche negli Stati a medio e basso reddito, l'Unicef segnala la Nigeria (4 milioni di bambini minori di un anno non vaccinati), l'India (2,9 milioni), Pakistan e Indonesia (1,2 milioni ciascuno) ed Etiopia (1,1 milioni). Nel mirino la copertura dell'85% a livello globale per la prima dose e del 67% per la seconda, ritenute assolutamente insufficienti per arginare il proliferare della malattia (l'Oms fissa al 95% la copertura per raggiungere l'immunità di gregge). Unicef informa di essere al lavoro con Gavi (l'Allenza internazionale sui vaccini) e la Measles and rubella initiative per garantire prezzi accessibili e un adeguato approvvigionamento per i Paesi più poveri. La problematica, tuttavia, non può essere relegata a una semplice questioni di percentuali. Proprio ieri la commissione dei Patriarchi sulla famiglia, la protezione della maternità e dell'infanzia della Chiesa ortodossa russa ha bocciato le recenti proposte di legge per introdurre in patria l'obbligo vaccinale. «Il benessere dei bambini, compresa la salute», spiegano gli estensori del documento, «è nelle mani di Dio e dei loro genitori». Oltre a essere correttamente informati sui rischi dei vaccini, questi ultimi devono essere messi in grado di «prendere le loro decisioni», ragion per cui i Patriarchi rifiutano di supportare le nuove norme.