2019-08-10
Borsa in calo, differenziale con il Bund in risalita. Famiglia cristiana fa la predica. Ma nessuno identifica i problemi veri.La crisi del governo gialloblù, come tutte le crisi di governo, accende i fari dei mercati. Rischio instabilità e dubbi sul futuro. Piazza Affari ieri ha chiuso in rosso (-2,4%) e lo spread è salito a 238 punti base rispetto al bund tedesco, rispetto ai 209 del giorno precedente. Le vendite si sono concentrate sui bancari che per definizioni sono investitori di Btp e quindi agli occhi degli investitori esteri rispondono maggiormente del rischio Paese. Il tutto in attesa del responso dell'agenzia di rating Fitch. Si sono sprecate agenzie di stampa per ricordare che la fiammata dello spread peserà per oltre «un miliardo di euro aggiuntivi sugli interessi che l'Italia pagherà sui propri titoli di Stato». Insomma, il partito dei Forza spread è tornato a fare i calcoli e a puntare il dito sul governo, stavolta perché cade. Fino all'altro ieri infatti la colpa di Lega e 5 stelle stava nel governare assieme e quindi - sempre a detta dei competenti - fare salire lo spread. In queste ore, poi, gli economisti e osservatori cosiddetti liberali e molto vicino alle logiche di +Europa pur di sostenere le cause politiche del crollo della Borsa sono caduti in una contraddizione di fondo. La Lega ha causato la crisi di governo perché non avrebbe il coraggio di portare avanti la legge Finanziaria del 2020. Il partito di Matteo Salvini avrebbe escogitato il trucco di far saltare gli equilibri per non prendersi la responsabilità di una manovra tutta in deficit e basata sul taglio delle tasse pur di non scontrarsi con l'Europa. Perché, ricordiamolo, tale progetto sarebbe al 100% contrario alle indicazioni di Bruxelles. Seguendo sempre il ragionamento dei competenti, il Carroccio preferirebbe incappare nell'esercizio provvisorio e sfilarsi da ogni responsabilità. Tradotto, significa che la Lega accetterebbe di far scattare le clausole di salvaguardia, far aumentare le tasse dirette e pure l'Iva, purché sotto la legge non ci sia la firma di Salvini. Qui sta il cortocircuito. Se così fosse si rispetterebbero tutti i crismi invocati dai competenti europeisti, dai Commissari Ue a partire da Pierre Moscovici e lo spread dovrebbe scendere. La sintesi della giornata di ieri è che la destra riesce sempre a far salire lo spread qualunque cosa faccia. La sintesi perfetta si legge nell'editoriale di Famiglia cristiana. «In autunno pagheremo il conto (salatissimo) di una campagna elettorale permanente. Deficit, debito, contenzioso con la Commissione europea, crescita zero, mercati internazionali, spread, contratti, rivolte sociali. La tempesta perfetta. E forse allora l'Italia si sveglierà scoprendo che il nostro problema non erano i barconi dei migranti». Vero. Il problema dell'Italia è la mancanza di una programmazione economica e strategica di ampio respiro. Seguire la bandierina dello spread e del tifo politico sia di coloro che invocano tutti i mali nella Ue sia di quelli che vedono la soluzione di tutto in Bruxelles devia la visione obiettiva delle cose. Ieri, la banca d'affari Goldman Sachs ha diffuso una analisi che invita gli investitori a vendere azioni come quelle di Snam, Terna e delle altre società energetiche. «Sebbene il gas possa continuare a giocare un ruolo importante per diversi anni», scrive Goldman Sachs, «prevediamo che il mercato possa ridimensionarsi per l'obiettivo a lungo termine dell'Ue di ridurre a zero le emissioni, portando, nella migliore delle ipotesi a una crescita zero dell'attività regolata, entro il 2030». Sembrano dettagli, ma sono in realtà alert illuminanti. Attualmente solo il 26% delle big di Piazza Affari si occupa di manifatturiero. Il 60% rientra nei settori dei servizi e dell'energia. Dieci anni fa il rapporto era inverso. Se fra undici anni anche queste società spariscono che cosa resta all'economia italiana? Per questo invocare l'Europa sotto la minaccia dello spread non è una soluzione. Bisogna prendere il toro per le corna e porsi subito la domanda. Al netto dello spread quotidiano, dove deve andare il Pil? Manifattura? Alta tecnologia? Magari agganciati agli Stati Uniti. Oppure immaginiamo il nostro un Paese di meri consumatori dove i produttori sono francesi? Non sono domande retoriche, visto che il mondo da che c'è Donald Trump ed è partita la Brexit è cambiato. Basta chiedere ai capi della Fed per comprenderlo. Sono domande che necessitano di risposte e urlare sempre Forza spread denota una certa mala fede.
Cartelli antisionisti affissi fuori dallo stadio dell'Aston Villa prima del match contro il Maccabi Tel Aviv (Ansa)
Dai cartelli antisionisti di Birmingham ai bimbi in gita nelle moschee: i musulmani spadroneggiano in Europa. Chi ha favorito l’immigrazione selvaggia, oggi raccoglie i frutti elettorali. Distruggendo le nostre radici cristiane.
Uno spettro si aggira per il mondo: lo spettro dell’islamo-socialismo. Da New York a Birmingham, dalle periferie francesi alle piazze italiane, cresce ovunque la sinistra di Allah, l’asse fra gli imam dei salotti buoni e quelli delle moschee, avanti popolo del Corano, bandiera di Maometto la trionferà. Il segno più evidente di questa avanzata inarrestabile è la vittoria del socialista musulmano Zohran Mamdani nella città delle Torri Gemelle: qui, dove ventiquattro anni fa partì la lotta contro la minaccia islamica, ora si celebra il passo, forse definitivo, verso la resa dell’Occidente. E la sinistra mondiale, ovviamente, festeggia garrula.
Il neo sindaco di New York Zohran Mamdani (Ansa)
Il sindaco di New York non è un paladino dei poveri e porta idee che allontanano sempre più i colletti blu. E spaccano l’Asinello.
La vulgata giornalistica italiana sta ripetendo che, oltre a essere uno «schiaffo» a Donald Trump, la vittoria di Zohran Mamdani a New York rappresenterebbe una buona notizia per i diritti sociali. Ieri, Avvenire ha, per esempio, parlato in prima pagina di una «svolta sociale», per poi sottolineare le proposte programmatiche del vincitore: dagli autobus gratuiti al congelamento degli affitti. In un editoriale, la stessa testata ha preconizzato un «laboratorio politico interessante», sempre enfatizzando la questione sociale che Mamdani incarnerebbe.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 7 novembre con Carlo Cambi
Il luogo dell'accoltellamento a Milano. Nel riquadro, Vincenzo Lanni (Ansa)
Nei principali Paesi europei, per essere riconosciuto «pericoloso» basta la segnalazione di un medico. Qui invece devi prima commettere un delitto. E pure in questo caso non è detto che una struttura ti accolga.
Vincenzo Lanni, l’accoltellatore di Milano, aveva già colpito. Da condannato era stato messo alla Rems, la residenza per le misure di sicurezza, poi si era sottoposto a un percorso in comunità. Nella comunità però avevano giudicato che era violento, pericoloso. E lo avevano allontanato. Ma allontanato dove? Forse che qualcuno si è preso cura di Lanni, una volta saputo che l’uomo era in uno stato di abbandono, libero e evidentemente pericoloso (perché se era pericoloso in un contesto protetto e familiare come quello della comunità, tanto più lo sarebbe stato una volta lasciato libero e senza un riparo)?






