2025-06-13
Riconosciuto il danno da Astrazeneca: indennizzo mensile di 6.400 euro
Dopo una dose nel 2021, un settantenne ha sviluppato la sindrome di Guillain-Barré. La commissione medica: «C’è nesso causale».Il 14 aprile del 2021 ricevette una dose di vaccino Astrazeneca che gli ha reso la vita una sofferenza continua. Giulio (nome di fantasia), all’epoca aveva 72 anni e sebbene non più giovanissimo godeva di buona salute, da sempre praticava sport. Si era vaccinato perché gli avevano detto che alla sua età si poteva morire di Covid, invece si è ritrovato con una polineuropatia demielinizzante diffusa tipo sindrome di Guillain- Barré (Gbs) che non lo fa alzare dalla carrozzella. Se si fosse ammalato, ci sarebbero stati farmaci che potevano essere utilizzati mentre le indicazioni erano solo di affidarsi alle dosi salvifiche. «Esiste nesso causale» con la somministrazione del vaccino Covid, dichiara nel verbale la Commissione medico ospedaliera (Cmo) di Padova, che dopo aver accertato lo stato della malattia e la correlazione gli ha riconosciuto la «prima categoria», nella classifica delle infermità. La più grave, nelle otto previste. Al signor Giulio di Ferrara viene così corrisposto un assegno vitalizio bimestrale di 1.984,45 euro in base alla legge 210/1992, che riconosce una «misura di sostegno economico» a chiunque abbia riportato lesioni o infermità posta vaccinazione. Per sentenza della Corte costituzionale, sono beneficiari dell’indennizzo anche coloro che abbiano patito danni permanenti da campagne vaccinali «non obbligatorie», ma soltanto «raccomandate» dalle autorità statali, come avvenuto per il Covid in Italia.La parte più sostanziosa è l’indennizzo aggiuntivo di 5.400 euro al mese, in base alla legge 229/2005, riconosciuto ai danneggiati da complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni obbligatorie, e che tiene conto dell’assistenza che deve essere prestata dai familiari. Per le categorie dalla prima alla quarta della tabella A annessa al testo unico in materia di pensioni di guerra, quindi quella in cui rientra il signore di Ferrara, l’assegno mensile vitalizio è infatti pari a sei volte la somma percepita dal danneggiato. Se gli fosse stata riconosciuta un’infermità più lieve, ma sempre nella tabella A, la somma aggiuntiva scendeva a cinque o quattro volte l’importo.Nella sua dolorosa condizione, il paziente può dunque considerarsi «fortunato», visto l’atteggiamento che le commissioni militari hanno nei confronti dei danneggiati da vaccinazione Covid. «Siamo molto soddisfatti perché la Cmo di Padova ha accolto subito la richiesta, evitandoci l’iter di ricorsi e cause di lavoro», commenta l’avvocato Luca Ventaloro del Foro di Rimini, che dal 2023 ha assistito Giulio. «È una speranza per molti altri casi, che invece vengono rigettati in maniera assurda». La stessa Inps di Ferrara l’aveva ritenuto «grave al 100%», dopo averne riconosciuto l’invalidità «con difficoltà persistenti a svolgere le funzioni e i compiti propri della sua età». La patologia neurologica autoimmune che ha colpito Giulio dopo la dose di Astrazeneca (il vaccino potrebbe aver causato una reazione autoimmune, quindi anomala, che danneggia la guaina mielinica che avvolge i nervi), gli provoca cadute frequenti dovute alla mancanza di equilibrio e non può muoversi da solo. Inoltre, deve convivere con crampi ai quattro arti e la disabilità neurologica si sta aggravando, come segnalano gli ultimi referti, malgrado si sottoponga mensilmente a infusione di immunoglobuline per cercare di alleviare i sintomi.L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) definisce la Gbs «un raro disturbo neurologico in cui il sistema immunitario del corpo danneggia le cellule nervose, provocando dolore, intorpidimento e debolezza muscolare che possono progredire, nei casi più gravi, fino alla paralisi». La sindrome di Guillain-Barré rientrava nell’elenco dei possibili effetti avversi rari dei vaccini Janssen e Astrazeneca.La vita di Giulio è cambiata completamente dopo quel 14 aprile del 2021. I problemi sensoriali e neurologici hanno cominciato a manifestarsi a distanza di poche settimane e gli ingressi al pronto soccorso, i ricoveri sono diventati una dolorosa costante. «Mio marito nella sua vita ha fatto tutte le vaccinazioni obbligatorie e anche altre che erano assolutamente facoltative. Non si è mai verificata alcuna reazione avversa, non è mai mancato dal lavoro per problemi post inoculo», racconta la moglie. Fin tanto che ha potuto, l’ultrasettantenne ha praticato ginnastica riabilitativa per cercare di rallentare il peggioramento della malattia che lo porterà all’immobilità. «È giusto rinunciare alla nostra vita solo per aver fatto fiduciosamente un’azione definita “per il bene comune”?», si chiede ancora oggi la signora.
Jose Mourinho (Getty Images)