2023-01-09
Ricomincia la smania del vaccino ai ragazzini. Bassetti: «Chi lo rifiuta si tenga le polmoniti»
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
Oggi riapre la scuola e i pediatri rispolverano la balla delle punture che bloccano i contagi da virus. L’infettivologo rilancia un tweet scioccante sui bimbi senza antinfluenzale. E arriva il manuale green per il caro energia: «Vestitevi a cipolla, tutti a lezione in bici».Che vi ha portato la Befana, bambini? Fosse stato per i pediatri, niente cioccolatini, pupazzi, videogiochi. E nemmeno carbone. Casomai, tante fialette di vaccino anti Covid. Oggi si riaprono le scuole e, per gli alunni di ogni ordine e grado, comincia una via crucis. Solo che, stavolta, non hanno da temere tanto esercizi e interrogazioni, quanto gli effetti avversi della «permacrisi»: Sars-Cov-2, influenza e caro bollette daranno più guai delle verifiche in classe. La Fimp, federazione dei medici dell’infanzia, torna alla carica: «Bisogna accelerare con la vaccinazione dei bambini di età compresa tra i sei mesi e i cinque anni», dice Teresa Rongai, segretario dell’ente nella Regione Lazio. Dalle colonne del Messaggero, la dottoressa invoca la collaborazione dei genitori: le inoculazioni, spiega, servono «anche per evitare una concomitanza delle infezioni da Covid e influenza». E come la eviterebbero, di grazia, visto che i farmaci a mRna non bloccano il virus? Parlate con i ragazzini dell’asilo: vedrete che l’hanno capito persino loro. Per i pediatri romani, suggeriamo un compito a casa: scrivere cento volte sul quadernino che «il vaccino non ferma il contagio».Dev’essere stata l’ondata cinese a rinvigorire i nostalgici dei diktat. Così, la Fimp non s’accontenta delle siringate: vuole «che si continuino a fare i tamponi dopo cinque giorni dall’infezione» e che «si continui a portare la mascherina nei casi a rischio, per contatti diretti con infetti o malattie pregresse». Tutto ciò, perché «la popolazione dei fragili è sempre meno protetta», avendo molti rifiutato di sottoporsi alla quarta dose, o alla quinta, dopo 120 giorni dal secondo booster. Siamo tornati a un anno e mezzo fa: vaccinare i bambini per proteggere i nonni. Intanto, si attende la prossima mossa di Orazio Schillaci: dopo la decisione di abolire l’obbligo di test in uscita per gli asintomatici, il ministero dovrà chiarire quali protocolli adottare in caso di positività di studenti e insegnanti. L’incarico di raschiare il fondo del barile, però, se l’è preso ancora una volta Matteo Bassetti. Ieri, tanto per offrire ai suoi follower un esempio incarnato dei valori di Ippocrate, il professore ha ritwittato - «Condivido parola per parola» - il post di un tale «pediatra allergologo immunologo», che riferiva di un dialogo con una madre preoccupata, vero o immaginario: «Dottore, il bambino ha la febbre a 40 da cinque giorni, dolori muscolari, vomito e da ieri respira male. Signora, ha una broncopolmonite, ma ha fatto il vaccino per l’influenza? Noooo dottore, non mi parli di vaccini. Ok, signora, si tenga la polmonite. Semplice». Sì, semplicissimo: chi è in cura da Bassetti, oppure dal suddetto camice bianco cinguettante, farebbe meglio a cambiare medico. Rivolgendosi a uno che non considera i vaccini una religione, bensì uno strumento, per il quale soppesare controindicazioni e benefici a seconda del paziente. O, almeno, delle categorie anagrafiche. Un dottore per il quale la malattia sia una disgrazia, non una colpa.Il mondo della scuola, intanto, va verso un’altra data cruciale: mercoledì 18 gennaio. Alle 9.30, la seconda sezione della Corte di giustizia Ue tratterà la questione pregiudiziale posta, a fine 2021, dal tribunale di Padova, a proposito dell’obbligo vaccinale, che riguardava sanitari, forze dell’ordine, docenti e bidelli. La Consulta, a novembre, ha rigettato per motivi formali i numerosi ricorsi contro la puntura coatta, mentre i giudici europei dovranno valutare la compatibilità della norma italiana con il diritto comunitario. Del quale la stessa Corte costituzionale ha più volte riconosciuto il primato. Il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, citato da Orizzontescuola, annuncia che, in caso di bocciatura del decreto Cartabia, «sarà possibile risarcire i lavoratori che hanno aderito ai ricorsi patrocinati» dal sindacato. Per farla breve, la pandemia è finita. Ieri, ospite di Lucia Annunziata, lo ha ribadito anche Giorgio Palù, capo dell’Aifa. Essa, tuttavia, resiste nelle classi. Scordatevi i «piccoli problemi di cuore», cantati da Cristina D’Avena: ora ci sono grandi problemi d’immunità. E di approvvigionamento energetico.Il Giorno ha raccontato con quale vademecum saranno riaccolti gli iscritti negli istituti di Desio, in provincia di Monza e Brianza. Ecco le indicazioni: «Vestitevi a cipolla per potervi adattare meglio alla temperatura interna», che si prevede rigida, se deve valere il combinato disposto tra riscaldamento ridotto e finestre aperte per contrastare i virus respiratori; «chiudete le porte per evitare dispersioni termiche»; «non coprite i termosifoni con oggetti». Un occhio pure all’ecologia, l’altro dogma del millennio: «Per gli spostamenti casa-scuola scegliete i mezzi pubblici, la bici o andate a piedi». E farete pure un dispetto a Putin. Bella la vita, ai tempi dei «temi d’amore fra i banchi di scuola». Siate buoni: per i bambini, meno Bassetti e più D’Avena.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson