2019-09-15
Lampedusa porto aperto come piace a Bruxelles
Ocean Viking scarica 82 extracomunitari e si lamenta pure: «Attesa troppo lunga». L'Ue: «Il sistema diventi strutturale». Matteo Salvini: «Il premier avvocato dei clandestini».Il sindaco dell'isoletta, Totò Martello: «Forse il ministro pensa che i lampedusani siano emeriti idioti: la nave era già oltre le nostre acque, poteva andare fino in Sicilia». Dopo la sfuriata il Viminale chiama: «Verranno a vedere, poi valuterò il loro operato».Lo speciale contiene due articoli. Alla fine si sono bevuti la storiella del superamento dell'accordo di Dublino. E in assenza di un patto ben definito sui criteri di suddivisione delle quote, l'Italia ha assegnato alla Ocean Viking - nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere con 82 immigrati a bordo - Lampedusa come porto sicuro. In realtà non è stato neppure necessario fare entrare la nave in porto. Disponendo una sorta di staffetta, il governo ha mandato alcune motovedette della Guardia costiera a recuperare tutti. La vicenda della Ocean Viking doveva essere il banco di prova del governo giallorosso e del neoministro dell'Interno, Luciana Lamorgese. L'esito finale era scontato: è stato un «pacco» rifilato dall'Europa al nostro Paese. A chiacchiere, era stato stabilito che l'ok allo sbarco sarebbe arrivato solo dopo la ripartizione dei migranti tra i Paesi europei. I meccanismi e i termini precisi, però, non erano ancora stati definiti. Il governo italiano si è accontentato di un preaccordo, in vista dell'incontro tra ministri dell'Interno fissato per il 23 settembre, al quale dovrebbero prender partei, insieme all'Italia, anche Malta (che dovrebbe ospitare il summit), Francia e Germania. A bordo della nave, appena hanno capito che il decreto Sicurezza bis non sarebbe stato applicato, è partito un lungo applauso. «Questi sono matti», ha commentato il segretario della Lega, Matteo Salvini. «Questa è la resa di Conte all'Europa. Fra le promesse di Conte all'Europa c'era anche questa», ha aggiunto, convinto che si voglia fare dell'Italia «un campo profughi». Salvini sottolinea un tema che non è affatto secondario: «Le quote di migranti che Francia e Germania sono disposti ad accogliere sono solo fra quelli che hanno diritto d'asilo. «Ossia», spiega l'ex capo del Viminale, «il 20%». La fetta più grossa, insomma, stando alle valutazioni del leader del Carroccio, rimarrà in Italia. Esattamente come accadeva con i governi di centrosinistra: spazio all'accoglienza. Tant'è che la Ocean Viking, sbarcati i migranti, andrà subito per mare a recuperarne altri. Ieri la Ong ha annunciato che tornerà nella zona Sar davanti alla Libia, «perché», sostiene il coordinatore di Sos Mediterranée a bordo della nave, Nicola Stalla, «la gente continua a morire in queste acque in cui non ci sono navi di soccorso». Secondo Stalla «aver ricevuto un porto sicuro è una buona notizia, ma dover aspettare da qualche giorno a qualche settimana non è accettabile. Chiediamo agli Stati europei di creare un meccanismo efficace, coordinato e prevedibile, che garantisca porti sicuri per sbarcare le persone soccorse in mare». L'indicazione del porto, aggiunge il coordinatore di Msf a bordo, Erkinalp Kesikli, «risponde alla legislazione internazionale che stabilisce che coloro che sono soccorsi in mare siano velocemente sbarcati in un luogo in cui la loro sicurezza sia garantita. Per le persone che sono fuggite da circostanze disperate nei loro paesi e hanno sofferto terribili abusi in Libia, la sicurezza non arriva mai abbastanza presto». Insomma, si è fatto strame del decreto Sicurezza bis e di quanto era stato conquistato - in termini di controllo dei confini nazionali - negli ultimi 14 mesi. Forse è per questo che Luigi Di Maio, leader politico del M5s, sembra tergiversare e un po' scimmiottare Salvini: «Credo che ci sia un grande equivoco sul fatto che sia stato assegnato un porto sicuro alla Ocean Viking. Lo abbiamo assegnato solo perché l'Europa ha deciso di prendere una buona parte di quegli immigrati. Il nostro obiettivo era ed è che chi arriva in Italia deve essere redistribuito nel resto di Europa. Per questo adesso si sono creati degli automatismi che ci permettono che, quando qualcuno arriva in Italia, potrà essere redistribuito in altri paesi europei. Come accadeva in passato, dunque, i migranti si fanno sbarcare se vengono redistribuiti». Fatto sta che per ora, e in assenza di accordi certi sulla redistribuzione, l'hotspot di Lampedusa è stato svuotato in fretta e furia ed è pronto ad accogliere gli 82 che provengono dalla Ocean Viking. Forse anche qualcuno in più, visto che nel porto siciliano sono arrivati altri 12 immigrati stipati su un barchino. Alla Guardia costiera hanno dichiarato di essere tunisini, sono in corso verifiche per identificarli. Le coste italiane sono tornate quelle di prima: il paradiso dello scafista. «Il nuovo governo sinistro riapre le porte. Altro che avvocati degli italiani», sbotta Salvini facendo riferimento al premier Conte, «qui vedo avvocati dei clandestini». Il leader del Carroccio invita i sindaci leghisti a negare l'accoglienza agli immigrati: «Distribuiranno i profughi in giro per l'Italia, ma gli amministratori della Lega diranno di no. Prima vengono i cittadini italiani. Inammissibile che dopo 14 mesi torni in un porto italiano una nave, senza che il governo dica nulla». Soprattutto, con le indicazioni di Bruxelles prese per oro colato. «L'Europa però», ha ricordato Mario Borghezio, «afferma a parole la sua solidarietà e vicinanza morale ai migranti di tutto il mondo, poi li scarica all'Italia». E dalle parole del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, si evince quale sarà l'andazzo: «Qui abbiamo un meccanismo volontario per cui abbiamo avuto una redistribuzione in alcuni Paesi europei, che dobbiamo ringraziare per aver dato un aiuto all'Italia. Ora questo sistema deve diventare strutturale». Porti aperti e inversione di rotta. Migranti in Italia, con o senza accordo di Dublino.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/ricomincia-la-pacchia-lampedusa-porto-aperto-come-piace-a-bruxelles-2640361747.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-ministero-ha-dovuto-telefonare-siamo-accoglienti-mica-stupidi" data-post-id="2640361747" data-published-at="1757763698" data-use-pagination="False"> «Il ministero ha dovuto telefonare. Siamo accoglienti, mica stupidi» Sea Watch: sindaco Lampedusa, tutto in mare isola tranquilla «Quando ho ascoltato la notizia dell'ok dato dal governo allo sbarco a Lampedusa, ho sentito la necessità di puntare i piedi». Il sindaco dell'isola, Totò Martello, che si era scelto come nemico numero uno l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, sembra aver preso di mira anche la sua sostituta Luciana Lamorgese. E infatti ieri mattina è andato a muso duro e ha strigliato per bene la nuova capa del Viminale: «Forse il ministro dell'Interno pensa che i lampedusani siano degli emeriti idioti. La cosa non funziona. L'isola non può essere la soluzione di tutti i problemi. Il ministro ha sbagliato indirizzo. O rispetta le regole anche lei o faremo sentire la nostra voce e anche ben presto. Basta, non siamo cretini». Sindaco, ma lei non era per la teoria dei porti aperti? «La Ocean Viking era molto più vicina alle coste siciliane e a Porto Empedocle che a Lampedusa. Siccome, come al solito, siamo all'oscuro di tutto, non mi era chiaro il perché della scelta di assegnare come porto sicuro proprio il nostro. Venti miglia a nord di Linosa significa essere in Sicilia e non a Lampedusa». Secondo lei c'è una sorta d'effetto «Nimby»? Non nel mio porto? «Tra qualche giorno i migranti dovranno essere trasferiti utilizzando il traghetto di linea per Porto Empedocle, dove invece avrebbero potuto sbarcare direttamente. Che senso ha Lampedusa? Perché sostenere ulteriori spese? Siamo accoglienti ma non stupidi, era una decisione senza alcun significato. Ecco perché ho detto che chi decide queste cose dovrebbe studiare la geografia». È per questo motivo che ha invitato il ministro a Lampedusa? «Esatto. E dopo la mia reazione di stamattina (ieri, ndr) mi ha telefonato, annunciandomi che verrà al più presto a rendersi conto sul posto della situazione che Lampedusa vive da tanti, troppi anni e in assoluta solitudine». Insomma, ci sono volute le maniere forti. «Quando ho sentito che la nave sarebbe arrivata a Lampedusa sono sbottato e la mia reazione ha ottenuto un primo risultato». La telefonata del ministro? «Prima neanche riuscivo a parlarci col ministro, che non rispondeva neppure alle lettere che gli scrivevo. Mi sembra che ci sia un cambiamento radicale. Prima facevano tutto quello che gli passava per la testa. Più di una volta qualche nave delle Ong era arrivata quasi in Sicilia e la facevano tornare indietro senza chiedere ordine a nessuno. L'ultimo ministro con cui sono riuscito a parlare, prima di Lamorgese, è stato Marco Minniti. E ho detto tutto». Ma questa volta si è arrabbiato perché l'avrebbero fatta sbarcare, non perché l'hanno fatta tornare indietro. «Stamattina (ieri, ndr) mi sono arrabbiato perché ho pensato che si stesse continuando sulla stessa lunghezza d'onda del governo precedente. Invece sono stato contattato dal ministero. Nel corso della telefonata mi hanno spiegato che Lampedusa è l'unico hotspot della Sicilia che non presenta problemi di sovraffollamento. E poi ho sempre detto che se qualcuno sta per annegare non puoi dirgli che non lo aiuti perché in Italia c'è un decreto. In mare non esistono circolari, se c'è bisogno io chiedo di entrare e tu mi devi far entrare. I migranti salvati in mare vanno fatti sbarcare, curati e rifocillati». E poi restano sull'isola. «Lampedusa non può sostenere da sola il peso degli sbarchi. L'emarginazione in cui vivevamo rischiava di scaricare tensioni sulla nostra comunità. Ora bisognerà sedersi con tutti i governi europei e parlare di redistribuzione, per capire come affrontare il problema delle migrazioni. Se nessuno si siede attorno a un tavolo e nessuno discute, all'ultimo minuto ci sono i soliti scontri tra i diversi governi su chi se ne prende tre e chi due». Intanto gli sbarchi continuano, soprattutto quelli fantasma. «Quelli non si sono mai fermati e non ne parla nessuno. Anche oggi (ieri, ndr) sono arrivati con un barchino. Ma accadeva anche con il governo precedente e anche quando si propagandava lo schieramento di forza pubblica che avrebbe impedito gli arrivi. Il caso diventava mediatico solo quando all'orizzonte si vedeva la nave di una Organizzazione non governativa, perché era una questione politica. Degli altri sbarchi che, ripeto, avvenivano quotidianamente, non interessava a nessuno». Dopo il contatto con il ministro si sente più tranquillo? «Come inizio va bene, ma mi aspetto che continuino e coinvolgere tutta l'Europa, non solo Germania, Francia e Italia. Per ora aspetto il ministro a Lampedusa. Valuterò in seguito e solo se alle parole seguiranno i fatti».