
Da vent’anni ci ripetono che il debito è il male assoluto: ora gli euroburocrati sconfessano sé stessi per le Von Truppen.E all’improvviso il debito divenne cosa buona e giusta. Che strano no? Degli 800 miliardi che l’Europa vuole spendere in armi, 650 dovrebbero arrivare, secondo il piano appena presentato da Ursula von der Truppen, dall’indebitamento dei singoli Stati. Si noti bene: indebitamento. Si noti bene: dei singoli Stati. Dal che si deduce che: a) in attesa di unire l’esercito, l’Europa non riesce a unire nemmeno il borsellino; e che b) il sempre maledetto debito di colpo è diventato benedetto. A patto, naturalmente, che serva per comprare missili e proiettili. Tutto bene, si capisce. Ormai siamo abituati a credere a tutto: crediamo persino che Putin sia in procinto di invadere la Francia e che Macron sia uno statista, per cui possiamo anche credere alla trasformazione del debito da vizio a virtù, come crediamo alla trasformazione dell’acqua in vino da parte di Gesù. Dalle nozze di Cana alle nozze di cannone, in fondo, il passo è breve. Solo una piccola domanda, se è lecita: dove diavolo sono finiti i maestrini della penna rossa che per vent’anni (almeno) ci hanno sfracassato gli zebedei spiegandoci in ogni modo che indebitarsi è sempre un male e che piuttosto che indebitarsi bisogna chiudere gli ospedali e massacrare i pensionati? Dove sono? Insisto: dove sono quelli che una dozzina d’anni fa, quando gli imprenditori si ammazzavano e i risparmiatori pure, predicavano il rigore a tutti i costi? Dove sono quelli che hanno fatto il tifo per l’Europa che massacrava la Grecia in nome del rispetto di bilancio? Dove sono quelli che davano degli spendaccioni ai Paesi che cercavano di sostenere le famiglie in difficoltà? Dove sono i Paesi frugali, i fan dei parametri di Maastricht e del patto di stabilità, dove sono i paladini dell’austerità? Dove sono quelli che ci spiegavano che non si poteva tollerare un centesimo in più di debito perché il debito sarebbe stato scaricato ingiustamente sui nostri figli e sui nostri nipoti? Dove sono quelli che ci accusavano di voler vivere a scrocco delle generazioni future? Possibile che nessuno di loro sia più preoccupato per le generazioni future? Possibile che siano tutti disposti a sacrificare figli e nipoti sull’altare dell’invincibile armada di Ursula? Hanno passato vent’anni (ma forse più) a spiegarci che il debito non deve essere fatto neppure quando c’è da finanziare una speranza di vita. E adesso (contrordine compagni) hanno cominciato a spiegarci che il debito può essere fatto quando c’è da finanziare un arsenale di morte. Hanno passato vent’anni (ma forse più) a spiegarci che era da scrocconi chiedere soldi indispensabili per non chiudere gli ospedali. E ora ci spiegano che non è da scrocconi chiedere soldi per finanziare le fabbriche di armi. Hanno passato vent’anni (ma forse più) a spiegarci che figli e nipoti non si potevano sovraccaricare di impegni finanziari nemmeno per salvare qualche poveraccio dalla macelleria sociale. E ora scopriamo che si possono sovraccaricare benissimo per dare più carri armati ai generali. Ricordo che alcuni anni fa, dopo uno scontro in un talk proprio sul tema del debito, il professor Carlo Cottarelli chiese di incontrarmi e, davanti a un caffè, provò in tutti i modi di convincermi che il debito era da evitare a tutti i costi. Ora, professore, lei mi sta molto simpatico, ma non pensa che sia il caso di ripetere la lezioncina a qualcun altro? O anche per lei l’unico debito buono è quello che serve per comprare armi? E Veronica De Romanis? Dov’è la renziana di ferro, lady Bini Smaghi, quella che voleva l’austerità a tutti i costi, perché l’austerità fa bene a tutto, anche contro la pelle secca e l’alito pesante? Perché non chiede un po’ di austerità a quelli che stanno dilapidando fortune per comprare missili e cannoni? Ah già: c’è il pericolo mondiale. La nuova emergenza. Il pianeta davanti al cataclisma bellico. Funziona sempre così. Prima la pandemia Covid, poi l’apocalisse ambientale, ora la democrazia a rischio. Ogni volta c’è un pericolo così urgente e così grande che non lo si può nemmeno discutere. E pazienza se, mentre noi ci prepariamo alla guerra, Zelensky va in Arabia a trattare la pace, pazienza se qualsiasi esperto dice che la Russia non avrà mai la forza di invadere l’Europa (ma poi perché lo dovrebbe fare?), pazienza e ancora pazienza: dall’alto è piovuto il nuovo dogma. Dopo il vaccino che ti salva la vita, dopo il Green deal che ti salva la vita, ecco le armi che ti salvano la vita. E, soprattutto, salvano la democrazia in pericolo. E per questo, per salvare la democrazia, bisogna essere disposti a tutto. Anche a perdere la faccia. Infatti non coinvolgono i cittadini, ignorano i parlamenti o addirittura convocano parlamenti scaduti come fa il cancelliere Merz in Germania. Cioè salvano la democrazia calpestando la democrazia. E però, in compenso, facendo tanto debito. Che ci volete fare? Il debito è l’unica cosa che gli resta, avendo ormai perso ogni credito.
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






