2018-06-09
Il governo blocca l'operazione Retelit. A brindare è l'ex cliente dell'avvocato Conte
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Il consiglio dei ministri ha approvato la golden power su Retelit, 12.500 chilometri di telecomunicazioni ora in mani libiche. La decisione riflette quanto suggerito dal premier in un parere legale poche settimane prima del giuramento, alla cordata guidata da Raffaele Mincione, uscita sconfitta dall'ultima assemblea degli azionisti.C'è un Giuseppe Conte premier di un governo il cui primo atto è stato l'esercizio del golden power su Retelit. E c'è un Giuseppe Conte avvocato che pochi giorni fa aveva sostenuto, in un parere per conto del finanziere Raffaele Mincione e la sua lista Fiber 4.0, azionista di minoranza di Retelit con l'8,9%, l'opportunità di esercitare il golden power su Retelit. Dalle opposizioni si è levato un grido: conflitto d'interesse. Giovedì sera mentre il premier Conte era in partenza per il Canada a bordo dell'aereo blu, un consiglio dei ministri presieduto dal suo vice Matteo Salvini ha deciso che fosse opportuno che il governo adottasse poteri speciale per difendere gli asset di interesse nazionale, come una rete di telecomunicazioni lunga 12.500 chilometri, che collegano nove grandi città italiane, con un fatturato di 65 milioni di euro all'anno.Una cifra davvero ridicola se confrontata a un altro recente caso in cui il governo italiano ha esercitato il golden power, cioè quello di Sparkle di Telecom. Tutta questa attenzione e fretta da parte dell'esecutivo M5s-Lega nasce dallo scontro nell'ultima assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Retelit. Era il 27 aprile scorso e la lista di Mincione è uscita perdente, sconfitta dalla cordata dai libici di Bousval (Lybian post telecommunications) e dai tedeschi di Axxion, sotto il coordinamento di Shareholder value management. Ed è qui che arriva il sospetto conflitto d'interessi dell'avvocato e premier Giuseppe Conte. Infatti, lo scorso 14 maggio, meno di tre settimane prima di giurare nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Conte aveva formulato un parere per la Fiber 4.0 circa il controllo dei libici nell'assemblea e una possibile violazione degli obblighi stabiliti in materia di golden power. Per l'avvocato Conte, quindi, i libici avrebbero dovuto quantomeno notificare, come prevede la disciplina della golden power, l'assunzione del controllo di Retelit, che detiene asset strategici per il Paese. Inoltre, secondo il parere di Conte, la delibera assembleare e le successive delibere del nuovo consiglio di amministrazione sarebbero da considerarsi nulle.A seguito della decisione del consiglio dei ministri, Retelit ha reso noto in una nota che «le condizioni e prescrizioni riguardano attività che vengono già regolarmente svolte dalla società nello svolgimento della propria attività ordinaria, la quale è altresì titolare di certificazioni nazionali ed internazionali. Conseguentemente, la società ritiene che l'applicazione delle predette misure non comporterà costi e investimenti aggiuntivi né restrizioni di carattere operativo e/o commerciale rispetto a quanto considerato nel piano industriale».Niente reddito di cittadinanza, flat tax, espulsione di mezzo milione di immigrati irregolari. La prima decisione presa dal governo Conte ha riguardato ben altro: la difesa di un asset strategico per il Paese, certo, ma anche un assist alla lista di Mincione accogliendo il parere pro veritate del premier, anzi avvocato, Conte. Ma, come spesso accade quando lo Stato mette un piede nell'economia, l'impatto sui mercati - o meglio, se vogliamo definire questa entità astratta e per questo vituperata, su investitori e risparmiatori - è stato negativo. Infatti, venerdì, ultimo giorno di contrattazioni a Piazza Affari e giorno successivo alla decisione del consiglio dei ministri, il titolo Retelit ha perso il 4,59%.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)