2025-11-22
L’Anm difende le toghe «anti famiglia». Il governo valuta l’invio di ispettori
L’associazione dei magistrati dell’Aquila invita a non commentare le scelte dei giudici. Giorgia Meloni: «Molto colpita». Matteo Salvini: «Mi vergogno dello Stato». Il governatore abruzzese Marco Marsilio: «Non hanno fatto male a nessuno».La vicenda dei bambini che vivevano con i genitori nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, ha colpito molti. Tanto da attirare anche l’attenzione del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il premier valuta di incontrare il padre per approfondire il caso. Inoltre, d’accordo con il guardasigilli Carlo Nordio e dopo le opportune verifiche, potrebbe inviare gli ispettori del ministero della Giustizia per fare luce sul caso. Una vicenda che aveva sollevato anche l’attenzione del vicepremier Matteo Salvini: «Da genitore mi vergogno per come si sta comportando lo Stato italiano», ha dichiarato. Si tratta di una «madre australiana che ha fatto l’insegnante e di un padre che ha fatto lo chef con tre bambini, che hanno fatto una scelta di vita diversa, non di vivere in centro tra fretta e ansia ma a contatto con la natura, con un’insegnante privata per i figli». «Mi ripropongo», ha aggiunto, «non da ministro ma da genitore, da padre e da italiano, di seguire direttamente la vicenda e, se serve, di andare sul posto perché ritengo vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un Paese ospitale e che invece gli ruba i bambini. Non hanno la luce, l’acqua e la televisione. Ma io sono stato nel campo rom di Giugliano, alle porte di Napoli, la settimana scorsa, con centinaia di bimbi in età scolare ma non a scuola, sporchi, senza insegnanti, senza luce, gas e acqua e con genitori che, in molti casi, campano rubando. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov’è la Procura, il Tribunale dei minori, lo Stato?». Ben accoglie poi l’interesse di Nordio e Meloni: «Bene che l’appello della Lega e di migliaia di cittadini venga ascoltato. Adesso si vada fino in fondo per riportare quei bambini tra le braccia di mamma e papà». Eppure per l’Anm dell’Aquila è vietato commentare: «Sorprendono le parole di Salvini», rispondono i giudici, aggiungendo: «Riteniamo inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i Tribunali per i minori merita rispetto e attenzione». Un attacco ai media e all’opinione pubblica che, come è giusto che sia, si scalda su un caso che evidentemente scuote più di una coscienza. Sono infatti ben 31.000 le firme raccolte per convincere i giudici a non levare i bimbi ai genitori. Anche il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, è intervenuto scrivendo una lettera aperta in cui sottolinea il rispetto per la magistratura ma, al contempo, invita a una riflessione più profonda sul confine tra libertà familiare e intervento dello Stato: «Sono certo che gli stessi giudici che hanno preso questa decisione lo abbiano fatto non senza averne sentito il peso e la difficoltà». E osserva che la famiglia «non ha fatto male a nessuno» e che l’allontanamento dei bambini rappresenta un trauma. «Togliere i bambini a chi non ha fatto nulla di male è una decisione che pesa, che lascia un segno».Regione ma anche parlamento: «La Lega intende presentare un’interrogazione urgente sulla vicenda della famiglia separata dai tre figli in provincia di Chieti. La scelta da parte del Tribunale di affidare i minori ad una comunità, benché non ci fossero notizie di maltrattamenti nei loro confronti, richiede assoluta chiarezza, specialmente in un Paese in cui si sentono raramente casi di bimbi tolti alle famiglie in contesti di illegalità, come i campi Rom». Così i capigruppo della Lega di Camera e Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Gli assistenti sociali di norma intervengono per tutelare i minori quando ci sono situazioni di pericolo, abbandono, maltrattamento, violenza fisica o psicologica. Il Tribunale per i minorenni interviene in situazioni di grave disagio, disadattamento sociale, carenze educative o quando i genitori non adempiono adeguatamente ai loro doveri. Non è questo il caso, ma non è l’unico. Spesso si interviene frettolosamente, rovinando famiglie e traumatizzando bambini. Fino a 20 anni fa i giudici intervenivano il meno possibile nella vita privata delle famiglie. Per ottenere un’azione a protezione di un minore, occorreva che fosse provato lo stato di abbandono materiale o la violenza fisica, palese e inequivocabile. Molte cose sono cambiate da allora, ma adesso sono in molti, anche addetti ai lavori, a ritenere che si sia ribaltato tutto e che spesso si intervenga troppo facilmente. Sarebbe da aprire un dibattito su un tema che, dopo il caso Bibbiano, sembra essere diventato tabù. Certo, se l’Anm lo consente.
Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Keir Starmer (Ansa)