2025-06-12
Reprimere devastazioni pro clandestini violenti per i dem è «attentato alla democrazia»
Anziché pensare ai facinorosi, i democratici Usa accusano Trump di attentare alla democrazia per aver inviato i soldati. Definiti «inutili» dal sindaco di Los Angeles che, pur di attaccare la Casa Bianca, minimizza gli scontri. Allora perché ha imposto il coprifuoco? I democratici americani hanno passato anni ad accusare Donald Trump e i suoi sostenitori di essere degli ottusi sostenitori delle teorie del complotto, dei populisti che vedono cospirazioni ovunque e si fanno rincretinire da Qanon e simili. Eppure adesso, guarda un po’, quegli stessi democratici non fanno passare mezza giornata senza gridare alla cospirazione trumpiana, senza immaginare qualche oscura trama nazistoide per distruggere la democrazia e stabilire un nuovo e perverso regime. Vale la vecchia regola: le cospirazioni esistono soltanto se si possono attribuire agli altri. Ecco allora che, mentre ovunque dilagano le proteste violente contro la stretta migratoria imposta dal nuovo presidente degli Stati Uniti, i politici democratici invece di occuparsi di tenere a bada i bellicosi insorti si preoccupano di accusare Trump dell’ennesimo complotto fascista. Come noto, The Donald ha deciso di impiegare la Guardia nazionale per arginare le sommosse che da Los Angeles si sono diffuse anche a San Francisco, Seattle, Dallas, Louisville, New York e altre città. Le autorità californiane si sono affrettate a contestare la decisione e hanno addirittura avviato una azione legale. Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, sostiene che l’intervento militare a Los Angeles sia in realtà l’inizio di una sorta di guerra con cui Trump vorrebbe sovvertire l’ordine costituito e le istituzioni democratiche. «La California potrebbe essere la prima, ma chiaramente non finirà qui. Toccherà ad altri Stati dopo», dice Newsom. «La democrazia è sotto attacco davanti ai nostri occhi. Il momento che temevamo è arrivato». Chiarissimo: a mettere in pericolo la democrazia e a minacciare il vivere civile non sono gli antagonisti con caschi, maschere e spranghe che incendiano auto e danneggiano l’arredo urbano, ma il presidente degli Stati Uniti che manda i soldati a fronteggiarli. Che esista un complotto è convinta anche Karen Bass, sindaco di Los Angeles. «Donald Trump sta usando la nostra città come un esperimento, per vedere fino a dove può spingersi nel violare la legge. Se sfonda qui, potrà farlo in tutto il Paese», dice la Bass a Repubblica. A suo dire, Trump punta «anche a rovinare la nostra economia, perché sa che molti settori chiave dipendono dal lavoro degli immigrati. Così danneggia le persone, le famiglie e la nostra amministrazione».Giova ricordare che a scatenare le rivolte sono state le espulsioni volute dal governo, e che toccano stranieri irregolari e gente che ha commesso crimini violenti come stupri, rapine e altre simpatiche azioni. In buona sostanza, per difendere clandestini violenti gli antagonisti mettono a ferro e fuoco le città, ma i democratici si schierano dalla loro parte. Come ha notato Mary Harrington su Unherd, la gran parte dell’opinione pubblica statunitense sembra in realtà condividere l’approccio trumpiano, anche perché le proteste hanno prodotto un caos totale: «Auto a guida autonoma Waymo che incendiano le strade, folle che saccheggiano i negozi e funzionari dell’immigrazione che si barricano negli edifici o guidano attraverso una pioggia di proiettili». Il bello è che i democratici, nonostante sia evidente che la situazione è totalmente sfuggita di mano, continuano a sostenere che non sia necessario utilizzare l’esercito, insistono a dire che nulla di drammatico stia accadendo. Pur di contestare Trump sono pronti a negare l’evidenza. «Giovedì Los Angeles era una città serena e felice; venerdì è scoppiato il caos perché l’amministrazione ha voluto provocarlo», dichiara il sindaco Bass a Repubblica. «Trump in campagna elettorale aveva promesso di deportare i criminali: come è passato dai narcos e gli assassini agli onesti padri di famiglia che lavorano nel magazzino Home Depot? Ha descritto Los Angeles come una città invasa dagli illegali, che ha bisogno dei militari nelle strade per liberarla. Vi pare questa la situazione? Sono avvenute proteste, per la maggior parte pacifiche, in un’area di poche strade intorno al municipio. È vergognoso». Aggiunge Bass: «Sapete cosa stanno facendo i soldati? Su oltre 2.000 mobilitati, solo 300 vengono impiegati. Fanno la guardia davanti all’edificio federale vicino al municipio e quello di Westwood. Gli altri siedono in caserma a girarsi i pollici. A cosa serve aggiungere 700 marines a questi militari già inutili?». Per carità, sarà pur vero che i militari sono inutili e che il disastro è stato appositamente provocato da Trump. Ma allora perché proprio la democratica Bass, dopo cinque giorni di rivolte, ha deciso di imporre il coprifuoco? Già: a Los Angeles, in una zona di circa due chilometri e mezzo nel distretto cittadino centrale, è vietato uscire dalle 20 alle 6. Un coprifuoco a tempo indeterminato che ha già portato a decine di arresti. Davvero curioso: se non sta succedendo niente, a che servono le restrizioni e i fermi di polizia? La sensazione è che, come quasi sempre accade, regni la doppia morale: la repressione è buona e giusta solo se sono i progressisti a gestirla.
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