2023-12-28
«Rep» ora si mette a rimpiangere il Cav pur di regalare il suo partito alla Schlein
Ezio Mauro (Imagoeconomica)
Ezio Mauro in ansia per le sorti dei moderati. Che sogna di strappare a Giorgia Meloni.Mentre l’italiano medio si preoccupa di finire il mascarpone, Ezio Mauro è preoccupato per il destino dei moderati. Ma non di tutti e non certo dei socialdemocratici emarginati nella stagione woke del Pd. No, lui è percorso da un cruccio infinito solo per quelli di Forza Italia oggi ritenuti «contendibili». E in un imperdibile editoriale sulla Repubblica li dipinge come quattro zombie che deambulano verso destra senza riuscire a trovare l’uscita mentre la soluzione ai loro guai sarebbe semplice: passare con Matteo Renzi o Carlo Calenda (o tutti e due) e dare una mano al centrosinistra a salvare il Paese dai nazisti dell’Illinois al governo. A Natale i nipoti devono avergli regalato il pallottoliere.«La novità è la scomparsa dei moderati dalla scena della destra italiana, come se non avessero più niente da dire, nessun valore da rappresentare e una porzione di eredità storica talmente ridotta e marginale che non vale la pena difenderla», scrive l’imam della moschea rossa. All’ex direttore di quel giornale ovviamente il destino dei moderati di Forza Italia interessa zero, visto che li ha sempre considerati liberisti e puttanieri (gli elettori) o sudditi del partito azienda (gli eletti). Gli importa invece dei possibili effetti della transumanza, che sono sostanzialmente due: lo spostamento di quel 6-7% di consensi verso il progressismo oggi impantanato nella luccicante palude di Elly Schlein e l’irrilevanza politica che ne conseguirebbe. Come avvenuto per Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e i loro sostenitori.Smascherato dopo tre righe l’intento speculativo, ecco la novità, la sorpresa per i suoi lettori nella speranza che nei giorni di sospensione fra Natale e Capodanno siano in pochi a sfogliare: l’Ode a Silvio. Da questo articolo Berlusconi esce come un gigante da contrapporre ai nani, un Luigi Pirandello «senza personaggi all’altezza dello spettacolo», un protagonista che «non si sarebbe mai rassegnato a veder rinsecchire la testimonianza della sua avventura titanica». Quasi uno statista, creatore del «partito-cerniera dell’alleanza che nel ventennio berlusconiano ha elaborato una cultura di governo».Se ne esce come da una pasticceria, sopraffatti dalla vaniglia. E chiudendo gli occhi un attimo si può anche immaginare quante risate si stia facendo il Cavaliere lassù, utilizzato come termine di paragone positivo proprio da colui che, più di ogni altro, lo guardò dal buco della serratura nella stagione del bunga bunga. Dal direttore delle dieci domande, dello «sdoganamento dei fascisti», dell’allarme democratico permanente, dello «psiconano» unfit per qualsiasi cosa, dei brindisi quando decadde dal Senato dopo la congiura di palazzo. Allora Berlusconi era il male assoluto, adesso (da morto) diventa la pietra di paragone del centrodestra liberale ed europeista che non è più. Almeno nella narrazione dogmatica di un ex cardinale della sinistra esperto in scomuniche. Per completare l’opera, il direttore che riuscì nell’impresa gastrica di digerire «Stampubblica» rivaluta pure la Dc. «Se quella era una forza di centro che guarda a sinistra, secondo l'ispirazione di Alcide De Gasperi, Berlusconi ha creato una forza di centro che guarda giorno e notte a destra». Quindi di che si preoccupa?Con questa analisi superficiale e interessata Mauro - pur essendo un ufficiale sabaudo - non va oltre il trasteverino «ce prova». Ce prova con i moderati di Forza Italia esattamente come Oscar Luigi Scalfaro «ce provò» a fine 1994 col Ribaltone di Umberto Bossi e qualche anno dopo il partito di Rep accolse con balli e nacchere prima le gastriti di Marco Follini, poi lo strappo di Gianfranco Fini, che portò all’autodistruzione di entrambi. Allora lanciare il sasso nello stagno altrui per provocare la tempesta perfetta era una strategia molto praticata a Largo Fochetti. Oggi scambiare il conservatorismo con l’orbace e le speranze per realtà è roba da boomer del giornalismo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.