2025-09-16
L’Ue pensa alla sicurezza energetica solo per darsi qualche altro potere
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.La Commissione europea avvia una revisione del quadro di regole sulla sicurezza energetica, con un regolamento in arrivo nel primo semestre 2026. Lo fa avviando una consultazione preliminare («call for evidence») a supporto della valutazione d’impatto delle nuove regole.La cosa farebbe sorridere se non fosse drammatica. La sicurezza dell’approvvigionamento energetico dovrebbe essere in cima alla lista delle cose importanti da fare sempre e subito, e invece a Bruxelles, come dicono a Roma, stanno ancora a «caro amico».Il documento di consultazione serve a raccogliere le osservazioni di imprese, associazioni e cittadini sulla nuova normativa. In realtà, serve soprattutto ai burocrati di Bruxelles per poter dire, un domani, che loro avevano avvisato di quello che stava per succedere. È piuttosto sfacciato, da parte della Commissione, arrivare oggi a parlare di queste cose. Le turbative alla sicurezza degli approvvigionamenti, infatti, sono state create dall’Ue stessa, spingendo verso le fonti rinnovabili senza prevedere gli adeguati ammortizzatori: obbligo di investimenti in reti e accumuli per ogni impianto a fonte rinnovabile aggiunto, ad esempio, o compensazioni per il phase-out di gas e carbone, ridondanza e connessioni transfrontaliere, fondi per i cittadini che devono affrontare costi più alti. Nulla di tutto questo si è visto in Europa, solo l’assalto alle reti da parte di pannelli fotovoltaici cinesi e turbine eoliche made in China. Si è creata così l’estrema vulnerabilità dei sistemi elettrici (vedi blackout in Spagna) e una dipendenza del sistema energetico europeo dall’industria manifatturiera cinese, oltre che dai materiali cinesi per le tecnologie green. Fragilità e dipendenza che prima del Green deal non esistevano.Che dire poi della doppia manovra europea sul gas? Prima la Commissione chiude gli occhi sul progetto della Germania di farsi un altro gasdotto tutto per sé (Nord Stream 2), sbilanciando l’intera regione europea su un solo fornitore, la Russia. Poi decide di fare a meno per sempre dal gas russo. Ciò ha generato prima, nel 2021, una riduzione dei flussi dalla Russia, che premeva così per far aprire il Nord Stream 2 rimasto bloccato dall’opposizione americana. Poi ha portato all’esplosione dei prezzi del 2022, dopo che la Russia ha chiuso i rubinetti in seguito all’invasione dell’Ucraina.Un documento serio di consultazione dovrebbe partire dal disastro compiuto dall’Ue sull’energia e da una severa autocritica. Ma naturalmente nella consultazione non c’è nulla di tutto questo. Nel documento si dice che la transizione energetica pone nuovi rischi per la sicurezza: la Commissione se ne accorge nel 2025, dopo aver lanciato la transizione nel 2019?La DG Energia, titolare della consultazione, scrive che in Ue c’è scarsa prontezza operativa in emergenza, che i settori gas ed elettricità sono a compartimenti stagni, che la cooperazione transfrontaliera è limitata, che vi sono nuove minacce e che le filiere energetiche europee non sono sicure. A parte alcuni, si tratta di problemi veri che richiedono una risposta, certamente. Quello che stona è la mancata autocritica e soprattutto il nuovo tentativo dell’Ue, e della Commissione in particolare, di allargare il proprio ambito di azione.La proposta della Commissione riguarda infatti nuove regole in dieci aree di intervento: (1) tutela dei consumatori; (2) stoccaggi/standard di fornitura; (3) standard infrastrutturali; (4) risk assessment; (5) piani di emergenza; (6) diversificazione; (7) resilienza delle entità critiche; (8) monitoraggio/trasparenza; (9) gestione delle crisi; (10) solidarietà. Nel caso specifico, la Commissione propone quattro interventi: 1) riordinare le regole esistenti nei singoli settori (gas, elettricità, reti, petrolio, materiali critici, soggetti rilevanti, cyber security); 2) creare un livello superiore di allerta comune ai vari settori; 3) mettere insieme tutti i settori con un nuovo regolamento specifico sulla sicurezza; 4) creare un organismo centralizzato che sovrintenda sulla sicurezza in tutti i settori e per tutti gli Stati membri, con gestione e monitoraggio centralizzati.La proposta della Commissione rappresenta un nuovo tentativo di accrescerne i poteri, con forti dubbi sulla legittimità di una simile azione. Con la creazione di un nuovo organismo centralizzato che sovrintende alla sicurezza energetica Bruxelles potrà decidere praticamente qualsiasi cosa nel caso in cui si attivi il meccanismo di allerta. Quello che preoccupa di più è la voce «gestione delle crisi». Per intendersi, stiamo parlando di blackout, di mancanza di gas per il riscaldamento delle famiglie e per il funzionamento delle industrie. Davvero qualcuno farebbe gestire simili crisi energetiche a Ursula von der Leyen o allo scolorito danese Dan Jørgensen?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.