2020-12-15
Renzi spegnerà la crisi per una cadrega in più
Ieri la prima tappa della verifica di governo generata dalle minacce del Bomba. Il quale, tuttavia, ha confidato ai suoi di non voler far cadere Giuseppe Conte (anche perché sa che non ci riuscirebbe). Alla fine sarà rimpasto. Il contentino per Iv? Ettore Rosato all'Innovazione.Giuseppe Conte celebra il decennale dalla nascita del concetto politico di «responsabili» iniziando la verifica di governo, rito che si tramanda dalla prima Repubblica. Era il 14 dicembre del 2010, Gianfranco Fini aveva deciso di mandare a casa l'allora premier Silvio Berlusconi, ma il Cav, alla Camera, ottenne ugualmente la fiducia per tre voti. Decisivi furono tre deputati, Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo, che nel nome della «responsabilità» pur essendo stati eletti nel centrosinistra, salvarono Berlusconi e il suo governo, condannando Fini alla dannazione politica. Da quel giorno, il termine «responsabili» è entrato a far parte del vocabolario della politica. Ieri, Conte ha onorato nel modo più consono la ricorrenza, dando il via anche lui alla sua verifica di maggioranza: ha avviato, cioè, gli incontri del presidente del Consiglio con le delegazioni dei partiti di maggioranza, una sorta di mini-consultazioni. In questo caso, la verifica si è resa necessaria dopo che Matteo Renzi, leader di Italia viva, ha minacciato la crisi di governo sul tema della governance del Recovery plan: l'ex premier in Senato ha randellato Conte senza pietà, chiedendo un pieno coinvolgimento del governo e del Parlamento nella gestione dei 209 miliardi destinati all'Italia, e stigmatizzando l'idea di Giuseppi di affidare tutto ai soliti tecnici, esperti e consulenti.Conte ieri ha incontrato alle 17 e 30 la delegazione del M5s, composta dal quasi ex capo politico Vito Crimi,dal capo delegazione Alfonso Bonafede, dai capigruppo di Camera e Senato, Davide Crippa ed Ettore Licheri, e dai ministri Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli; alle 19 e 30 è toccato alla delegazione del Pd, composta dal segretario Nicola Zingaretti, dal capo delegazione Dario Franceschini, dai rappresentanti del tavolo per le riforme Andrea Orlando (vicesegretario dei dem) e Cecilia D'Elia, e dai due capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Il piatto forte della verifica, però, è previsto per oggi alle 13, quando Conte riceverà la delegazione di Italia viva, guidata, a quanto si apprende, da Matteo Renzi. Infine, stasera alle 19, toccherà a Leu.Cosa succederà, al termine di questo giro di consultazioni? Stando a quanto apprende la Verità da fonti di primissimo piano, non ci sarà alcuna crisi, ma verranno effettuate alcune sostituzioni nella squadra di governo (con buona pace di Crimi, che ha definito «surreale» il tema). Italia viva dovrebbe ottenere un terzo ministero, per Ettore Rosato, che andrebbe all' Innovazione tecnologica, al posto di Paola Pisano (M5s); traballa la poltrona del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro (M5s); il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5s), potrebbe essere sostituita da Carla Ruocco, pentastellata vicinissima a Beppe Grillo.Il Pd sostituirà il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, con l'attuale capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio; il vicesegretario Andrea Orlando potrebbe tornare, tre anni dopo, a ricoprire la carica di ministro della Giustizia, che fu sua con i governi guidati da Renzi e Paolo Gentiloni. Deve preparare quindi le valigie Alfonso Bonafede, la cui fiducia tra i gruppi parlamentari del M5s è in caduta libera. Se Orlando prenderà il posto di Bonafede, uscirà dal governo il suo fedelissimo Giuseppe Provenzano (Pd) ministro per il Sud, che dovrebbe lasciare il posto all'attuale viceministro pentastellato ai Trasporti Giancarlo Cancelleri.Il vero nodo da sciogliere riguarda però la delega ai servizi segreti, che il Pd vorrebbe ricevere dalle mani di Conte, che se la tiene ben stretta. Ma veniamo a Renzi. Il leader di Iv, a quanto risulta alla Verità, non ha alcuna intenzione di aprire la crisi. Renzi avrebbe spiegato ai suoi più stretti collaboratori che se Italia viva togliesse la fiducia al governo, spunterebbero da Forza Italia (ma anche dal suo stesso gruppo) i senatori «responsabili» pronti a sostenere il governo, in numero sufficiente per consentire a Conte di sostituire il partito dell'ex rottamatore (che ha 18 senatori in tutto). Non solo: Renzi sa perfettamente che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, andrebbe su tutte le furie se l'Italia si ritrovasse senza un governo in questa fase così delicata. È altrettanto vero, però, che Conte utilizza la certezza di avere già pronti i «responsabili» per maltrattare ogni volta che può i renziani, considerati facilmente sostituibili. Renzi dunque sta conducendo una battaglia tutta politica e di visibilità per il suo partito, e un risultato lo ha già raggiunto: il Pd si è accodato alla richiesta di una maggiore collegialità sulle scelte, a partire dal Recovery, e anche il M5s lo sta seguendo, tant'è che Crimi ha riferito di aver chiesto a Conte «che tutti i ministeri siano coinvolti».Mai come questa volta, si sussurra tra i renziani di rito ortodosso, l'ex rottamatore è stato capace di mettere Conte di fronte alle proprie responsabilità, dando così modo anche al Pd di farsi sentire e di mettere il premier con le spalle al muro. Se tra Pd e Conte si arriverà alla rottura, è il ragionamento che tiene banco tra i renziani, allora per l'ex avvocato del popolo sarà la fine, perché i dem sono insostituibili per la maggioranza. Italia viva oggi chiederà al premier di rivedere la sua decisione di affidare a una squadra di tecnici la gestione del Recovery fund, chiederà il coinvolgimento del governo, del Parlamento e il confronto con l'opposizione: se Conte farà orecchie da mercante, sarà il Pd a fargli capire che o abbassa il ciuffo o stavolta rischia davvero di tornare a fare l'avvocato.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
Ecco #DimmiLaVerità del 6 novembre 2025. L'ex ministro Vincenzo Spadafora ci parla del suo movimento Primavera e della situazione nel centrosinistra.