2021-06-02
Manovra a tenaglia della nuova Procura Ue
È attivo da ieri l'Eppo, organismo inquirente che vigilerà anche sull'utilizzo del Recovery. Il coordinamento con gli enti investigativi nazionali è tutto da verificare. L' Italia potrebbe finire in mezzo ai conflitti di competenza con il rischio di perdere i fondi per ripartire.Conoscete Eppo e Olaf? No, non sono due protagonisti di un nuovo cartone animato della Disney. Almeno il primo, che invece è un acronimo (European public prosecutor office), potrebbe presto diventare molto famoso in Italia. Si tratta della Procura europea ufficialmente operativa da ieri a cui aderiscono 22 Paesi Ue, tra cui il nostro. Avrà il compito di perseguire reati che danneggiano gli interessi finanziari dell'Unione ed è composto da una struttura centrale con sede a Lussemburgo e una struttura decentrata per ciascun Paese. Una gerarchia piramidale al cui vertice ci sono 22 procuratori centrali europei e un numero variabile di procuratori delegati per ciascuno Stato (20 per l'Italia, il quello con il maggior numero in assoluto). La Procura europea sarà un organismo indipendente dell'Ue incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell'Unione (ad esempio frode, corruzione e frodi Iva transfrontaliere che superano i 10 milioni di euro). A tal fine l'Eppo svolgerà indagini, eserciterà l'azione penale ed esplicherà le funzioni di pubblico ministero dinanzi ai tribunali competenti degli Stati membri.Il procuratore europeo per l'Italia sarà Danilo Ceccarelli, già sostituto procuratore a Savona, Imperia e Milano con notevole esperienza in indagini internazionali. Ed è stato proprio Ceccarelli a spiegare - intervistato dal Sole 24 Ore - i due vantaggi di questa nuova istituzione: la dimensione transnazionale, che consentirà di assumere prove direttamente nei Paesi aderenti, senza necessità di rogatorie, e l'elevata specializzazione.Il punto di vulnerabilità è costituito dal coordinamento con le procure antimafia e la Direzione nazionale antimafia. È previsto un sistema di consultazioni preventivo e un obbligo di coordinamento nei casi in cui le indagini si sovrappongano. Saranno una direttiva e un regolamento del 2017 a definire una delicatissima linea di demarcazione tra i reati attratti dalla competenza dell'Eppo e quelli che restano in carico alle Procure nazionali e non poche sono le perplessità degli addetti ai lavori circa i costi e le inefficienze del sistema di coordinamento e soprattutto la difficoltà di distinguere in modo netto i reati, con le relative soglie, che saranno di esclusiva competenza dei procuratori europei. L'Eppo avrà anche il potere di avocare a sé i procedimenti penali che ritiene di sua competenza. «La gestione delle indagini sarà condivisa e spetterà a noi valutare in tempi brevi se la competenza è europea o nazionale», ha dichiarato il procuratore Ceccarelli. Non proprio il trionfo della chiarezza.Questo è purtroppo solo l'antefatto per comprendere i rischi a cui va incontro il nostro Paese, da sempre vittima di un pregiudizio in tema di frodi e corruzione. Bisogna andare indietro al dicembre 2020 quando, dopo settimane di durissime trattative, fu adottato il regolamento 2092 relativo a un «regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell'Unione», di cui si è sempre impropriamente parlato come regolamento per la difesa dello Stato di diritto. Contro di esso Polonia e Ungheria puntarono i piedi e costrinsero il Consiglio europeo tenutosi l'11 dicembre 2020 a inserire nelle conclusioni del vertice il sostanziale congelamento dell'azione della Commissione (che ha il compito di proporre le sanzioni per le violazioni) fino alla pronuncia della Corte di Giustizia Europea.Questo regolamento prevede l'adozione di «opportune misure» qualora siano accertate violazioni che «compromettono o rischiano di compromettere la sana gestione finanziaria del bilancio dell'Unione». E le violazioni possono essere relative a 8 specifici aspetti, come il corretto funzionamento delle autorità che gestiscono il bilancio Ue e delle autorità preposte al controllo; la capacità di prevenzione e sanzione delle frodi (comprese quelle fiscali) e della corruzione che riguardano la gestione del bilancio Ue; dulcis in fundo, è sanzionata anche la mancanza di «effettiva e tempestiva collaborazione con l'Olaf (l'autorità antifrode dell'Ue, ndr) e con la Eppo».Le sanzioni sono presto elencate: si va dalla sospensione dei pagamenti, al divieto di assumere nuovi impegni e stipulare nuovi accordi. Esse arriveranno attraverso una decisione del Consiglio su proposta della Commissione che eseguirà una «approfondita valutazione qualitativa» circa l'esistenza delle violazioni prima elencate. Le informazioni saranno fornite da tutta una serie di «istituzioni della Ue, di altre organizzazioni internazionali competenti e altri enti riconosciuti».E tra questi faranno la parte del leone proprio Eppo e Olaf. Le relazioni di questi uffici saranno determinanti per innescare la Commissione e portarla a proporre le sanzioni. E quando si parla di bilancio dell'Unione, il pensiero va subito ai 1.074 miliardi del bilancio ordinario 2021-2027 e, soprattutto, ai 750 miliardi aggiuntivi del Next generation UE. A proposito dei quali il commissario Valdis Dombrovskis a metà marzo è stato già molto chiaro: «L'Olaf e la Commissione potranno svolgere indagini sull'utilizzo dei fondi e, come ultima istanza, la Commissione può ridurre gli importi colpiti da irregolarità o chiederne la restituzione».Il rischio - che qui intendiamo evidenziare, senza ovviamente voler avallare frodi e corruzioni - è quello della tempesta perfetta che potrebbe scatenarsi per il contemporaneo incrocio dei seguenti diversi fattori: una mancata «effettiva e tempestiva collaborazione con Eppo»; un conflitto di competenza tra Eppo e le Procure nazionali; la difficoltà oggettiva di accertamento di episodi di frode e corruzione; l'imponente attività di semplificazione amministrativa presentata dal governo venerdì scorso per non perdere i fondi Ue e il connesso rischio di minori controlli. Considerato che il meccanismo burocratico per ottenere i fondi da Bruxelles è particolarmente complesso, questo ulteriore livello di controlli tutto da collaudare - seppur nato con i migliori propositi - potrebbe essere il granellino di sabbia capace di bloccare tutto. Speriamo di sbagliarci.