2024-10-14
Raid israeliano su ospedale. Nelle ultime 48 ore 700 razzi partiti dal Libano
Incendio nella struttura per sfollati centrata a Gaza. L’Idf: «Colpa delle munizioni nascoste dai terroristi». Eliminato l’organizzatore degli attacchi con i parapendii.Ancora un attacco di Israele che fa discutere, ancora la solita e incessante pioggia di razzi provenienti dal Libano che minaccia il popolo dello Stato ebraico. Il 373° giorno di guerra è andato in archivio tra sdegno, polemiche e decine di morti, da una parte e dall’altra. A far discutere è il raid con cui l’esercito israeliano oggi ha colpito l’ospedale dei martiri di Khalil Al Aqsa a Deir Al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, dove un incendio divampato nell’accampamento di tende che ospitava gli sfollati ha causato quattro vittime e almeno 50 feriti con gravi ustioni, tra cui diversi bambini, trasferiti all’ospedale Al Nasser nel Sud dell’enclave palestinese. L’Idf, in una nota diffusa su Telegram, ha dichiarato che le fiamme sono state provocate dalle esplosioni secondarie delle munizioni nascoste dai terroristi all’interno della base e che sono in corso indagini per chiarire le dinamiche dell’incidente. In attesa di far luce e ricostruire quanto accaduto, la tesi dell’esercito israeliano sembrerebbe trovare riscontro nei video diffusi sul Web, nei quali si sentono diversi boati, probabilmente causati da ordigni. Le forze di difesa israeliane hanno inoltre spiegato che si è trattato di un’operazione per colpire un centro di comando e controllo di Hamas situato all’interno del complesso, utilizzato dai miliziani come base per organizzare e lanciare attacchi terroristici contro Israele, ma anche come nascondiglio nel tentativo di trasformare la struttura umanitaria e i civili in scudi umani con cui mettersi al riparo dagli attacchi. Di altre dieci vittime e circa 30 feriti è invece il bilancio di un raid condotto dall’Idf nel campo profughi di Jabaliya, nel Nord della Striscia.Tuttavia, Israele oggi ha dovuto fare i conti con un violento attacco sferrato da Hezbollah in una base militare nei pressi di Haifa, dove opera la Brigata Golani. Nella città di Binyamina-Giv’at Ada, diversi droni esplosivi fatti partire dal Paese dei cedri sono riusciti a bucare lo scudo del sistema di difesa aerea Iron Dome e hanno ucciso quattro soldati israeliani, tutti diciannovenni. Quello che a oggi risulta essere il singolo attacco messo a segno dall’organizzazione sciita con il più alto numero di militari israeliani feriti, almeno 61 di cui otto ricoverati in gravi condizioni, è stato prontamente rivendicato da Hezbollah: «Abbiamo colpito la base con uno sciame di droni e abbiamo dimostrato di essere in grado di colpire Israele». Nel messaggio della milizia si legge anche che «si è trattato di un attacco in risposta ai massacri commessi dai nemici sionisti e di un’azione condotta al servizio di Hassan Nasrallah», l’ex leader del Partito di Dio assassinato dall’esercito israeliano lo scorso 27 settembre a Dahiyeh. «Stiamo sviluppando capacità per affrontare la minaccia degli attacchi dei droni», ha invece dichiarato il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, in visita alla base militare colpita, «dobbiamo indagare, apprendere i dettagli e mettere rapidamente ed efficacemente in pratica le lezioni». Stando a quanto si apprende da fonti vicine al ministero della Difesa israeliano, nelle ultime 48 ore sono partiti dal Libano meridionale oltre 700 razzi: 420 nella giornata di oggi e 300 nella ricorrenza del Yom Kippur, il giorno di festa in cui gli ebrei si radunano nelle sinagoghe e chiedono l’espiazione per i propri peccati commessi durante l’anno. Significa che la capacità di Hezbollah di colpire Israele rappresenta ancora una minaccia forte e reale, motivo per cui l’aeronautica dello Stato ebraico ha dichiarato di aver posto come obiettivo primario quello di eliminare completamente l’unità 127 di Hezbollah, considerata responsabile della produzione, manutenzione e funzionamento dei droni: «Lo sforzo di uccidere ogni membro dell’unità avrà ora la priorità in termini di raccolta di informazioni e attacchi aerei» ha riferito una fonte citata dal Times of Israel.Oggi è intervenuto nuovamente anche Benjamin Netanyahu: «Voglio essere chiaro: continueremo a colpire Hezbollah senza pietà in tutte le parti del Libano, anche a Beirut», ha tuonato il premier israeliano dalla base colpita oggi, «Tutto secondo considerazioni operative. Lo abbiamo dimostrato di recente e continueremo a dimostrarlo anche nei prossimi giorni». Da Washington, però, il presidente americano Joe Biden, stando a quanto riportato dai siti di informazione Ynet e Kan news, avrebbe chiesto a Bibi di dare all’esercito l’ordine di non attaccare obiettivi di Hezbollah nella capitale libanese. E mentre oggi, secondo il bilancio pubblicato da Al Arabiya, 22 persone sono morte in seguito al raid dell’Idf ad Alto, una città a maggioranza cristiana situata nel Nord del Libano, il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha fatto sapere che è stata scovata nel Sud del Paese una vasta base sotterranea, larga 800 metri, riconducibile alla forza d’élite Radwan con missili, proiettili di mortaio, moto e anche alloggi: «Hezbollah intendeva usare queste armi nel suo piano di invasione “Conquista della Galilea”, nascondendo il centro di comando sotto un’area civile». L’Idf ha fatto sapere, inoltre, di aver ucciso in un’operazione a Nabatiyeh, a Sud di Beirut, il comandante dell’unità missilistica anticarro della milizia sciita e membro della stessa unità d’élite Radwan, Muhammad Kamel Naim. Stessa sorte toccata a Samer Abu-Daqa, ex capo dell’aviazione di Hamas, accusato di aver pianificato l’incursione in Israele del 7 ottobre 2023 con droni e parapendii.
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