La redditività dei Bond governativi è a terra, ma ci sono ancora strumenti che offrono guadagni interessanti. Opportunità negli Usa, in Norvegia e con il Btp Italia al 2023 e al 2026. Per chi non teme i cambi, ok la sterlina.
La redditività dei Bond governativi è a terra, ma ci sono ancora strumenti che offrono guadagni interessanti. Opportunità negli Usa, in Norvegia e con il Btp Italia al 2023 e al 2026. Per chi non teme i cambi, ok la sterlina.L'amore degli italiani per il mercato obbligazionario è noto ai più, ma di questi tempi, complice la crisi finanziaria, i Bond, soprattutto quelli governativi, hanno iniziato a essere sempre meno presenti nei portafogli degli investitori. A causa dei rendimenti non sempre esaltanti, poi, gli investitori più smaliziati hanno cominciato a cercare redditività nell'obbligazionario dei Paesi emergenti. Ciò significa che l'obbligazionario governativo dei mercati sviluppati è giunto a fine corsa? Per nulla. «Con l'insediamento di Christine Lagarde alla Bce, qualora non si vada verso una profonda recessione tedesca o verso la deflazione, cambierà la guida dell'istituto centrale ed è in atto una graduale risalita dei rendimenti», spiega Paolo Manara, consulente finanziario a parcella Gamma capital markets. «Donald Trump, in vista delle elezioni, dovrebbe ridurre la conflittualità con Cina e Germania e ciò dovrebbe evitare tensioni sulla curva dei tassi americana. In questo contesto obbligazioni indicizzate all'inflazione consentiranno di difendere il corso delle stesse e dunque i capitali investiti», continua. «L'Italia resta il Paese con i migliori rendimenti dell'area euro (stabilità politica permettendo). I governativi americani hanno ancora rendimenti soddisfacenti per chi vede il dollaro stabile o in ulteriore rafforzamento. Banca mondiale e Norvegia consentono di mettere al sicuro i propri risparmi. In più, da noi, tutti i titoli governativi sono tassati al 12,5% anziché al 26% come le altre obbligazioni. Per finire, sovranazionali e governativi italiani sono esenti da imposte di successione». «Per chi ha un portafoglio obbligazionario in area euro», spiega Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di Banor capital, «l'Italia è uno dei pochi posti dove si possono ancora trovare opportunità di investimento. Nell'ambito dei titoli italiani, ci sembra che il settore dei Btp Italia (legati all'inflazione domestica) sia di gran lunga quello più attraente. Soprattutto sulle scadenze 2023 e 2024, i titoli offrono un rendimento molto simile ai Btp tradizionali (poco superiore allo 0,5%). Per chi», continua, «può permettersi di affrontare il rischio cambio, crediamo che ci siano buone opportunità al di fuori dell'area euro: la sterlina, ad esempio, continua a essere molto sottovalutata, nonostante il recente rimbalzo. Bisogna tornare indietro di oltre 30 anni per vedere questa valuta su livelli più bassi di quelli attuali. Se dalle elezioni di metà dicembre uscisse una maggioranza convincente, la sterlina potrà ritornare su livelli più consoni, a dispetto di tutti i dubbi derivanti da Brexit».Dove puntare dunque? Al netto dei costi imposti dal fisco le obbligazioni dello Zio Sam con scadenza 2025 rendono il 2,28% netto l'anno. Lo stesso vale per i Bond Usa con scadenza 2026. Se la cava bene anche il Btp Italia: quello a scadenza 2023 rende l'1,3% e quello 2026 l'1,58%.
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.
Matteo Zuppi (Ansa)
Il cardinale Matteo Zuppi, in tv, svela la fonte d’ispirazione della sua dottrina sociale sui migranti: gli «industriali dell’Emilia-Romagna». Ai quali fa comodo la manodopera a buon mercato, che riduce le paghe medie. Così poi la sinistra può invocare il salario minimo...
Parafrasando Indro Montanelli, viene da pensare che la Chiesa ami talmente i poveri da volerne di più. Il Papa ha appena dedicato loro un’esortazione apostolica, ma le indicazioni di politica economica ai cattolici non arrivano da Leone XIV, bensì dai capitalisti. E vengono prontamente recepite dai vescovi. Bastava ascoltare, venerdì sera, il presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, intervistato a Propaganda live: l’immigrazione, ha insistito il cardinale su La 7, «è necessaria. Se si parla con qualsiasi industriale in Emilia-Romagna dice che non c’è futuro senza».






