2024-09-16
Quei nemici (interessati) del latte materno
Per proprietà nutrizionali e protezione contro le infezioni, niente è paragonabile all’alimento che il bambino succhia dal seno della mamma. Le società di pediatria che consigliano prodotti artificiali sono in conflitto di interessi. Molto meglio ricorrere a una balia.La capacità di corruzione del denaro non ha limiti: il denaro è potere, guadagnarlo ci scarica fiumi di dopamina ed endorfine nel cervello. Difficile resistere. Può essere un’emozione potente come l’innamoramento, e come l’innamoramento può causare lo smarrimento delle linee logiche, in termine tecnico chiamata dissonanza cognitiva. Il cervello rifiuta di vedere la verità, vale per tutti gli uomini politici affascinati dalla bionda di turno, vale purtroppo per i medici. Il conflitto di interessi è una corruzione tragica. Il latte in polvere è stato il primo tragico tradimento delle Società di pediatria. Il latte in polvere è un prodotto pessimo, mentre il latte materno è il prodotto perfetto. Si forma quando il bimbo piange perché deve essere somministrato quando lui ha fame, è perfettamente sterile, cambia di giorno in giorno per adattarsi alle esigenze del piccolo, lo protegge dalle infezioni, è gratis in tutti i sensi, non costa denaro e non necessita di azioni come bollire, pesare, sterilizzare: non occorre nulla, solo la mamma e il bimbo. Come i pani e i pesci moltiplicati da Gesù Cristo, il latte si moltiplica secondo le necessità del bimbo, più succhia più se ne forma, per questo una mamma può allattare anche due bambini, il suo e quello di un’altra mamma che non può allattare. Questa era la potenza delle balie. Il prodotto pessimo, il latte in polvere, nasce per una falsa buona motivazione: nutrire gli orfanelli, o i figli delle (pochissime) donne per cui è impossibile allattare. Perché affliggere questi bambini con il prodotto pessimo? Molto meglio, come si era sempre fatto, dare loro il latte di un’altra donna, la zia, un’amica, una balia, che così integrava le sue economie con questa azione bellissima. Il pessimo latte degli svizzeri della Nestlé ha sostituito le balie negli orfanatrofi e negli ospedali, ma dato che la moneta cattiva, anzi pessima, caccia quella buona, è stato «consigliato» a tutte le donne. I pediatri hanno adorato il latte in polvere, non solo per i fiumi di denaro che arrivavano dalla Nestlé alle Società di pediatria, non solo per il piccolo bonus per ogni formula consigliata, ma perché finalmente l’allattamento era medicalizzato, «scientifico», controllato. Bilancia, orologio, il necessario per sterilizzare e il pediatra che indicasse quanti grammi e quante volte al giorno diventavano essenziali. Ogni bambino diventava un cliente. E i bambini con il latte artificiale diventavano più grossi: quale prova migliore della sua superiorità? Quando si corrompe un sistema, è sufficiente corrompere il 10%. L’altro 90% si muoverà per conformismo, perché ha partecipato a congressi dove è stato spiegato che il latte in polvere è migliore perché è misurabile, deve essere somministrato dopo essere stato pesato, e a orari fissi, e questo sembra più scientifico dell’allattamento della mamma che allatta quando il bambino ne ha bisogno, e in una quantità che non ha bisogno di essere misurata perché è quella di cui il bambino ha bisogno. Il latte in polvere per neonati è un prodotto pessimo, nutritivamente molto imperfetto e completamente privo di qualsiasi capacità di proteggere contro le infezioni, che nei bambini non allattati al seno sono favorite. Dove la sterilizzazione non è perfetta, diventa veicolo diretto di malattia e di morte. Il latte artificiale è stato diffuso prima che le tecniche di sterilizzazione fossero diffuse e prima dell’esistenza degli antibiotici. È stata un’ecatombe. Il latte artificiale è stato consigliato come migliore e diffuso nel terzo mondo dove le tecniche di sterilizzazione sono spesso impossibili e gli antibiotici pochi: un’ecatombe. Esiste un Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno Oms-Unicef. Dal 1856, con l’invenzione della formula lattea artificiale, la medicina ha messo le mani sull’alimentazione infantile. Per ragioni politiche: il bambino può essere alimentato da chiunque perché così mamma va a lavorare, oppure, grazie alle tecniche attuali, l’orrida gestazione per altri, perché mamma non esiste. Non tutti i pediatri si sono piegati. Risale al 1939 la testimonianza di una pediatra, Cecilia Williams, che in un discorso intitolato «Milk and Murder» affermò che dopo aver visto il «massacro di innocenti» dovuto all’alimentazione artificiale è impossibile non ritenere che la pubblicità del latte artificiale, che sia dato come migliore dell’allattamento materno, debba essere considerata un crimine, e che quelle morti debbano essere considerate omicidi. Molti bambini morivano per dissenteria o enterocolite necrotizzante anche a causa del biberon Robert, un biberon di vetro collegato alla tettarella da un lungo tubicino in caucciù che diventava un ricettacolo di batteri. Negli anni Settanta, in Asia e Africa vennero intraprese dalla Nestlè massicce campagne di promozione del latte in polvere con distribuzione di campioni gratuiti contenenti una quantità di prodotto tale da terminare quando le madri avevano già smesso di produrre il loro latte. I bambini che bevono latte in polvere in condizioni non igieniche hanno tra le 6 e le 25 volte più probabilità di morire di diarrea e 4 volte in più di morire di polmonite dei bambini allattati al seno. A differenza del latte materno, la miscela di latte vaccino in polvere, zucchero e olio vegetale non contiene nulla che possa aiutare i bambini a combattere le malattie o a sviluppare un’immunità naturale. Nel 1978 i dirigenti della Nestlè sono comparsi davanti al Senato americano per spiegare perché un gran numero di bambini stava morendo o si stava ammalando a causa del loro latte. Nel 1981, l’Oms ha stabilito nuove norme più restrittive per la somministrazione del latte in polvere per cui il marketing si è spostato in zone con meno limitazioni come il Sud-est asiatico e il Pacifico. Quando ci si è resi conto che c’era un mercato che puntava alle vendite più che alla salute dei bambini, è stato redatto un codice etico, senza obbligo di recepimento. Il nostro Paese lo ha recepito. Il codice si prefigge di diffondere il sostegno all’allattamento materno dal momento che non si può paragonare il latte materno umano a qualsiasi latte artificiale e oggi non si può più usare il termine «umanizzato» per quest’ultimo. Il latte materno è specifico per ogni specie: il latte materno della donna ha lo 0,5% di proteine mentre il latte vaccino il 6%. Il codice ha dato una regolamentazione ai sostituti del latte materno, cioè al latte artificiale, ai biberon e alle tettarelle. Vi è inoltre un decalogo sulla sterilizzazione sia dell’acqua per preparare il latte artificiale, sia di tutto quello che va in bocca al bambino. Molti pediatri perdutamente innamorati del latte artificiale hanno accusato il codice di obbligare le donne ad allattare. E nonostante il recepimento della legge, non è così automatico che la donna venga aiutata ad allattare, cioè le venga spiegata la fisiologia lasciando poi che sia lei stessa a decidere. Allattare può non essere facile, per questo esistono le consulenti professionali per l’allattamento materno, ad esempio: poche donne sanno che ci sono dei momenti chiave, a 3 settimane, 3 mesi e 6 mesi in cui la mammella sembra che si svuoti perché deve ricalibrarsi per produrre un latte di tipo diverso: in questi momenti la mamma può essere convinta a passare alla formula lattea artificiale mentre è sufficiente continuare a far attaccare il bambino e dopo 24 ore la mammella torna a produrre quanto necessario. L’allattamento è anche uno dei modi per prevenire la Sids, la morte in culla. Nel 2013, su richiesta ufficiale della dottoressa Rachele Sagramoso, ostetrica, scrittrice, blogger e madre di sette bambini, il nuovo codice deontologico delle ostetriche ha recepito il codice internazionale. Rachele è autrice del magnifico libro Non aver paura mamma. Leggetelo se siete madri e anche se non lo siete!
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.