2024-09-26
Quante cretinate sul festival «fascista». E «Il Fatto» faccia pace con sé stesso
Nuove accuse ridicole su GiovaniAdulti. L’anno scorso partecipò pure Peter Gomez...A sinistra devono sempre trovare qualcuno a cui scassare le balle, generalmente lo fanno attribuendo qualsiasi cosa si faccia, non a sinistra, come maleodorante di fascismo. Ora è la volta del Festival dei quartieri intitolato GiovaniAdulti e del quale Francesco Borgonovo è l’ispiratore e il direttore artistico, nonché vicedirettore di questo giornale. Ieri, Il Fatto Quotidiano, parlando dell’evento, titolava così «Sagra d’altri tempi. Torino festeggia il maschio-macho: paga la Regione». Certo, è una delle tante attività culturali che vengono patrocinate e anche sponsorizzate da vari enti e imprese. E fin qui nulla di male, anche perché se dovessimo fare l’elenco delle sagre delle salamelle sponsorizzate da enti locali a sinistra non basterebbero le salamelle prodotte in tutta l’Emilia-Romagna. Detto questo, ieri, sulla Verità, hanno spiegato bene di cosa si tratta Giuseppe Cruciani, che vi parteciperà, in una lettera al direttore, e Giuliano Guzzo che ha ricordato il programma che avrà luogo fino a venerdì presso Cascina Giajone, lo storico edificio nel cuore di Mirafiori Nord. Le accuse sono tanto cretine quanto offensive e vanno da «festival dell’ultradestra conservatrice» a «propaganda balilla» o ai contenuti della manifestazione che «occhieggiano al neofascismo». Ha ragione Cruciani: «Levateje er vino». Aggiungo io: «Temo che non basti». È intervenuto anche uno dei capi del Pd nazionale, Chiara Gribaudo, quella che ha detto: «Tornano i balilla», vestitevi color lilla, aggiungo io per dare un tono poetico al tutto. Ora, io mi domando e dico, avendo letto il programma al quale, purtroppo, quest’anno non posso partecipare per gli impegni tv: non si capisce francamente dove trovino odore di fascismo. Il tema fondamentale di quest’anno è quello del corpo affrontato da vari punti di vista e, tra l’altro, quello che caratterizza questa manifestazione, anche l’anno scorso, è un laboratorio che si chiama Cpd, che vuol dire Consulta per persone in difficoltà. Tra l’altro, partecipano all’incontro anche un sacerdote che parla di anima e corpo, e non dell’evasione fiscale come le oblate di Lecce; partecipa un signore che terrà una relazione sul corpo del Golem che si chiama Moni Ovadia che discuterà con Francesco Borgonovo. Quindi, evidentemente, c’è gente che la pensa in diverso modo. Non sarà che questi rincoglioniti del Pd e del movimento di cui fa parte la signora Salis, Avs, si siano insospettiti perché c’è una scuola di armi medioevali tra i vari laboratori del mattino? O forse perché c’è un laboratorio di autodifesa e arti marziali? Forse pensano che i partecipanti si preparino ad una sorta di marcia su Roma a colpi di Kung Fu e vestiti da arcieri medievali brandendo spade e scudi davanti a Palazzo Chigi, alla Camera dei deputati e al Sento della Repubblica? Pensano forse che Francesco Borgonovo sia il novello Junio Valerio Borghese che sta tentando, col suo precedente, un colpo di Stato tragicamente fallito tra il 7 e l’8 dicembre del 1970? Con tutta la franchezza possibile, con tutta l’onestà intellettuale a disposizione, con tutto l’uso della ragionevolezza attuabile, l’unica domanda filosofico-metafisica che sorge spontanea all’interno della mia mente è: «Ma questi, ci sono o ci fanno?». Perché se ci sono allora siamo messi male, però ci ispirano anche qualche senso di pietà. Poveretti, fin lì arrivano e più in là non vanno. Ma se ci fanno, non ci ispirano pietà ma ci fanno incazzare, perché non abbiamo tempo da perdere con questioni inesistenti sostenute, tra l’altro, da persone che non sanno di cosa parlano. Oltretutto, il sottoscritto, l’anno scorso, ha partecipato a questa manifestazione. Era settembre ma non ricordo di preciso la data, però ricordo perfettamente tre cose. La prima è che partecipai a un dibattito, moderato da Francesco Borgonovo, sul tema delle periferie (un tema a me molto caro) insieme a Peter Gomez direttore de ilfattoquotidiano.it; chi ieri ha scritto per Il Fatto può informarsi direttamente da lui. Ma questo è un fatto secondario. Mi ricordo che fu un bel dibattito al quale partecipò anche il pubblico e, alla fine, convenimmo con Peter e Francesco, facendo i complimenti a quest’ultimo, che era stata una serata non banale come tante altre in vari festival e festicciole di paese. La seconda cosa che ricordo è che questa festa venne organizzata a Barriera di Milano che è un quartiere periferico di Torino del quale, tra l’altro, mi sono occupato varie volte nel corso delle mie trasmissioni. Ricordo che ci fu molta partecipazione e trovai molte persone di quelle che avevamo intervistato e che dichiaravano disagi e lamentele nei confronti di quel quartiere abbandonato. Quel festival, GiovaniAdulti, significò per quel quartiere una boccata di ossigeno. La terza cosa che ricordo è che parteciparono un sacco di giovani che poi Borgonovo chiamò ad uno ad uno perché erano quelli che avevano organizzato con entusiasmo la manifestazione. Informo gli esponenti del Pd e Avs che non mi fu richiesto di salutare i partecipanti con il saluto romano né Borgonovo pose sul capo mio e di Peter Gomez un fez di epoca fascista. Chi addita questa manifestazione in modo ingiusto e sbagliato, e lo dico per esperienza, può provocare un effetto negativo in coloro che vorrebbero parteciparvi e ai quali farebbe assolutamente bene, essendo una manifestazione culturale che non ha nulla a che fare con la destra estrema e che, anzi, svolge un’attività benefica. «Perché tentare di boicottarla danneggiando i ragazzi che in questo modo perdono una possibilità di fare belle cose?», si è chiesto Francesco Borgonovo. Caro vicedirettore, ti rispondo io: perché sono dei cretini.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)