2023-10-19
Dall’emiro gas a Parigi per 27 anni mentre l’Ue ci impone il Green deal
L'emiro del Qatar Bin Hamad Al-Thani (Ansa)
Il Qatar fornirà Gnl a Francia e Olanda fino al 2053. Una sberla agli obiettivi di Bruxelles sulle emissioni zero, dopo il colpo alla patrimoniale verde. Intanto, fumata bianca al Consiglio sulla riforma del mercato elettrico.Mentre con una mano l’Europa spinge sul Green deal a tutti i costi, con l’altra firma con il Qatar contratti per la fornitura di gas fino ad oltre il 2050. È di questi giorni la notizia che TotalEnergies, colosso francese dell’energia, ha siglato due contratti per la fornitura complessiva di circa 5 miliardi di meri cubi di gas all’anno, via nave in forma liquida, dal Qatar. Il contratto partirà dal 2026 ed avrà la durata di 27 anni. Il gas sarà consegnato al terminal di Fos Cavaou nel sud della Francia. Identico contratto ha siglato l’olandese Shell, pari durata e volumi, sempre con il Qatar, con consegna a Rotterdam. L’annuncio è stato dato ieri.Nonostante il Qatar sia indicato da più parti come uno dei principali finanziatori del gruppo terroristico Hamas, a quanto sembra gli affari restano affari. Peraltro, si insiste a concentrarsi su un singolo fornitore come il Qatar, che già fornisce importanti quantitativi all’Europa e da cui quindi siamo sempre più dipendenti. Anche la durata dei contratti appare curiosa, se si pensa che i piani europei prevedono entro il 2050 l’azzeramento delle emissioni di CO2. I conti non tornano e forse qualcuno comincia a non credere più molto agli obiettivi iperbolici fissati dalla Commissione sulla decarbonizzazione. Sorge il sospetto che qualcuno si stia cautelando con un piano B. Il Green deal non sembra godere di buona salute. Sono molti infatti i segnali di frenata, in effetti, rispetto alle politiche green imposte da Bruxelles. Pochi giorni fa, ad esempio, al Parlamento europeo la direttiva sull’efficienza energetica nelle costruzioni (meglio nota come direttiva «case green») è stata molto ridimensionata nella portata e nell’estensione, grazie all’opposizione parlamentare e allo sfaldamento della maggioranza Ppe-Socialisti-Verdi. Allo stesso tempo, numerosi segnali di malessere arrivano dagli investitori, che con il rialzo dei tassi vedono sempre più difficile avere dei ritorni interessanti rispetto a progetti già in fase di realizzazione. Per non parlare dei problemi manifestati da alcuni operatori come Siemens Gamesa, che, costretta a manutenzioni straordinarie onerosissime per la scarsa qualità delle turbine eoliche già installate, sta per chiudere alcuni stabilimenti e fa segnare perdite miliardarie. La sensazione generale è che l’imposizione a tappe forzate dell’agenda verde stia provocando più danni che benefici. La realtà si impone sui sogni, considerato anche il momento storico che stiamo vivendo. Ma le contorsioni europee sull’energia proseguono anche su altri fronti. I ministri dell’Energia degli Stati membri dell’Unione europea, riuniti a Lussemburgo, hanno trovato martedì un accordo per riformare il mercato interno dell’elettricità, sbloccando l’impasse tra Francia e Germania sugli incentivi al nucleare. L’accordo raggiunto martedì prevede che gli aiuti di Stato possano essere utilizzati per sostenere progetti energetici. La proposta di compromesso poi approvata, elaborata dalla Spagna presidente di turno dell’Ue, afferma che gli aiuti di Stato per nuova potenza elettrica a fonte rinnovabile e nucleare dovranno obbligatoriamente assumere la forma di contratti per differenza (Cpd), nei quali viene mantenuto fisso il prezzo dell’energia. In questo modo, si garantisce un prezzo certo ai produttori nel lungo periodo, e allo tesso tempo si dà certezza agli investitori sul fatto che la loro energia, quando prodotta, sarà sempre piazzata sul «mercato». La posizione del Consiglio, che ora sarà la base di discussione con il Parlamento europeo, prevede che gli stati possono utilizzare i Cpd anche per le centrali elettriche esistenti, nel caso in cui siano stati effettuati investimenti significativi nell’impianto per espandere la sua capacità o prolungarne la vita. Una enorme concessione alla Francia, che così può applicare lo schema del prezzo fisso per differenza alle sue centrali nucleari esistenti.La Germania però si è presa una rivincita, laddove il testo dell’accordo accoglie la proposta tedesca sul fatto che la differenza recuperata dai governi nei Cpd non potrà essere redistribuita tra i consumatori, per non alterare la concorrenza. Soddisfatta la Francia. Il ministro francese Agnès Pannier-Runacher ha affermato: «Accolgo con favore questo accordo che garantisce la preservazione del patrimonio che costituisce l’energia nucleare francese». Di certo vi è che di per sé il meccanismo dei contratti per differenza non garantisce un prezzo basso ai consumatori. È di questi giorni la presa di posizione di Anev (Associazione nazionale energia del vento): il presidente Simone Togni ha lamentato il fatto che in Italia vi sono 1.000 Mw di progetti eolici fermi perché la attuale tariffa incentivata è calcolata sulla base di costi precedenti alla costruzione dell’impianto. Nel frattempo, i costi sono saliti a causa dell’inflazione e la tariffa non è sufficiente a coprirli, per cui gli investimenti non si realizzano. È dunque necessario alzare la tariffa per aumentare gli incentivi. Anche qui, dunque, la realtà chiede il suo prezzo. Resta da capire se, come recita il vecchio adagio sull’uovo e la gallina, è nata prima l’inflazione o il Green deal.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.