2025-08-08
Putin conferma l’incontro con Trump. Ma il tycoon: «Solo se vede Zelensky»
Vladimir Putin e Donald Trump durante l'incontro tenutosi nel 2017 a margine del G20 di Amburgo (Ansa)
Mosca ha accettato la proposta di un vertice tra i due leader. Mentre lo zar frena su un possibile tavolo con l’omologo ucraino (ancora «mancano le condizioni»), Donald esige un trilaterale dopo il tête-à-tête.Dopo i vari flop a Istanbul dei negoziati tra Kiev e Mosca, la missione in Russia dell’inviato della Casa Bianca, Steve Witkoff, avvicina la possibilità di un incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin, e l’omologo statunitense, Donald Trump. Anzi, per il Cremlino il faccia a faccia è già confermato: il consigliere presidenziale russo, Yuri Ushakov, ha annunciato che il bilaterale tra i due potrebbe avvenire già la prossima settimana. Washington e Mosca sono già a lavoro «per definire i parametri specifici di questo incontro», ha aggiunto. Riguardo alla sede del vertice, lo stesso Putin è intervenuto sostenendo che gli Emirati Arabi Uniti sarebbero «tra i luoghi più adatti». Ma il New York Post ha rivelato che per la Casa Bianca la conditio sine qua non per un vertice sarebbe la presenza del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.L’indiscrezione arriva dopo che il tycoon aveva informato gli alleati di un possibile incontro tra lui e lo zar, a cui sarebbe seguito un trilaterale insieme al leader di Kiev. Ma la possibilità del vertice a tre è sfumata poco dopo, con Mosca che ha tirato di nuovo il freno a mano. La proposta iniziale è stata messa sul tavolo da Witkoff durante il meeting con Putin. Ma, come ha spiegato Ushakov, «la parte russa ha lasciato questa opzione completamente senza commenti». Lo stesso presidente russo, pur sottolineando di aver «già detto più volte» di non aver «nulla contro ciò in generale», ha comunque ribadito che «devono essere create alcune condizioni. E la creazione di tali condizioni, purtroppo, è ancora lontana».Tornando all’eventuale vertice tra Trump e Putin, sempre Ushakov ha raccontato che «l’accordo per tenere un incontro bilaterale al massimo livello nei prossimi giorni» è stato raggiunto «su suggerimento della parte americana». D’altronde il tycoon aveva manifestato la volontà di vedere lo zar russo sin da prima del suo insediamento, e poco meno di tre mesi fa, a bordo dell’Air force one, aveva dichiarato ai giornalisti: «Non succederà nulla» in merito alla fine della guerra in Ucraina «finché io e Putin non ci incontreremo». È anche vero che lo stesso presidente russo, lo scorso febbraio, aveva invitato Trump a Mosca. Di certo, si tratterebbe del primo incontro tra i leader delle due potenze dall’inizio della guerra, visto che l’ultimo faccia a faccia risale a quattro anni fa, quando il presidente russo aveva visto Joe Biden a Ginevra. Nel frattempo, non è ancora chiaro se il tycoon, dopo aver annunciato i dazi contro l’India, proseguirà con ulteriori misure allo scadere dell’ultimatum oggi.E mentre le condizioni russe per la tregua restano confuse per Kiev, pare che non sia lo stesso per Washington. Da una parte, il presidente ucraino, pur riconoscendo che «la Russia ora sembra essere più incline a un cessate il fuoco», ha ripetuto che Mosca non ha fornito «alcuna risposta pubblica chiara» riguardo alla fine delle ostilità. Dall’altra, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha rivelato: «Forse per la prima volta abbiamo alcuni esempi concreti del tipo di richieste che la Russia avanzerebbe per porre fine alla guerra». A segnalare però che non ci sia alcun cambiamento «nella posizione della Russia» sull’Ucraina è stato il consigliere presidenziale russo.In ogni caso, in questa fase delicata diventa imprescindibile per gli Stati Uniti informare gli altri leader europei. Ecco quindi che Witkoff ha tenuto ieri una riunione in videoconferenza con gli alti funzionari di Ucraina, Italia, Francia, Germania, Finlandia e Regno Unito per metterli al corrente sull’incontro avuto con Putin, ma anche per discutere i prossimi passi. Dall’altra parte, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, si è sentito con l’omologo turco, Hakan Fidan. Anche l’Ucraina prosegue l’attività diplomatica per aggiornare i partner europei e per assicurarsi il loro sostegno. Il leader di Kiev ha infatti sostenuto la necessità che «l’Europa» sia inclusa «tra i partecipanti di questi rilevanti processi» di pace. La stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dopo le sanzioni contro Mosca, sembra voglia salire sul carro dei protagonisti dell’eventuale tregua. Ha infatti comunicato che l’Ue «continuerà a svolgere un ruolo attivo per garantire una pace giusta e duratura». Intanto, il presidente ucraino si è sentito telefonicamente con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz: entrambi «hanno elogiato gli sforzi di mediazione del presidente statunitense». Poi è stato il turno del colloquio con il presidente francese, Emmanuel Macron, con cui Zelensky «ha condiviso il punto di vista dell’Ucraina sulla conversazione di ieri». Il presidente di Kiev ha anche avvertito di conversazioni in programma con «i colleghi italiani».Proprio nei confronti dell’Italia continuano le attività piccate di Mosca, che ha convocato l’incaricato d’affari italiano in Russia, Giovanni Scopa, «in relazione alla campagna antirussa in corso nello spazio informativo italiano» e «alla sproporzionata reazione di Roma alle critiche da parte di Mosca nei confronti di alcune odiose dichiarazioni di alti rappresentanti del governo italiano dirette contro la Russia». E sono queste due dinamiche, secondo Mosca, ad aver portato alla cancellazione del concerto di Gergiev .
Luca De Carlo (Imagoeconomica)