2021-07-03
Pure i renziani mollano Zan. «Via il reato di opinione e i riferimenti al gender»
Italia viva chiede l'abolizione di due articoli e la difesa dell'autonomia delle scuole. I giallorossi vogliono forzare la mano, ma aumenta il rischio col voto segreto in aulaVia il gender e via il rischio di introdurre il reato d'opinione. Alla fine Italia viva, come preannunciato da Matteo Renzi ha fatto la sua mossa, e si tratta di una di quelle «mosse del cavallo» tanto care al suo fondatore. In commissione Giustizia, dove nel tavolo di maggioranza di mercoledì scorso era stato stabilito che entro ieri avrebbero dovuto essere consegnate le eventuali proposte di modifica al ddl Zan prima della nuova riunione di martedì prossimo, sulla scrivania del presidente e relatore del provvedimento Andrea Ostellari sono giunti i tanto attesi emendamenti. Dato per scontato che questi arrivassero dai partiti del centrodestra, ciò che è più rilevante è che Iv ha messo nero su bianco la propria volontà di porsi come forza di mediazione, per evitare il muro contro muro tra Fi e Lega da una parte e i giallorossi dall'altra, visto che questi ultimi hanno più volte ribadito la propria determinazione a portare in aula il testo Zan così com'è.Le proposte di modifica di Italia viva (firmati dal capogruppo Davide Faraone e da Giuseppe Cucca), in effetti, intervengono sui punti che Fi e Lega avevano già indicato come critici, vale a dire gli articoli 1, 4 e 7. A dire il vero, per i primi due la richiesta di Italia viva, sic et simpliciter, è la soppressione: nella breve nota diffusa dal gruppo renziano ieri pomeriggio, si legge infatti che la richiesta è quella di «sopprimere l'articolo 1», che come noto tratta dell'identità di genere e afferma che «per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione». Stesso destino merita, sempre secondo Iv, l'articolo 4, che è quello sulla libertà di opinione, la quale secondo il testo Zan va tutelata, ma non per le idee «idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti». Una formula che, come fatto presente anche da più di un giurista, presterebbe il fianco a delle interpretazioni che potrebbero nuocere alla libera manifestazione del pensiero. Per quanto riguarda l'articolo 7 (quello sull'istituzione della Giornata nazionale contro l'omofobia), che ha suscitato le perplessità della Santa Sede, tanto da indurla a inviare una nota allo Stato italiano, la richiesta dei renziani è una riformulazione nella parte dove si chiede a tutte le scuole, comprese le paritarie, di mettere in campo iniziative per le celebrazioni. L'aggiunta che chiede Iv è la frase «nel rispetto della piena autonomia scolastica».Proposte che andrebbero a riportare la proposta di legge contro l'omtransfobia nel solco del ddl Scalfarotto: il testo Zan, infatti, all'articolo 2 aggiunge alle aggravanti previste dal codice penale per le discriminazioni, quelle fondate «sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere o sulla disabilità», mentre il testo Scalfarotto recava la formula «o fondati sull'omofobia o sulla transfobia», fatta salvo il tema della disabilità. Proposte, quasi superfluo dirlo, perfettamente compatibili con quelle anticipate dall'ala di centrodestra della maggioranza, che non a caso ne ha presentate di analoghe. Resta ora da vedere come reagirà l'asse Pd-M5s-LeU, che vuole andare alla conta già martedì pomeriggio, per portare il ddl Zan in aula dal 13 luglio, senza terminare l'iter prescritto in commissione Giustizia. Il mandato di Ostellari, per la riunione di martedì alle 11 della maggioranza in commissione, sarebbe in realtà quello di arrivare all'incontro con una sintesi capace di raccogliere il massimo consenso e di evitare lo showdown in aula sul testo Zan.D'altra parte, il punto di vista di Matteo Renzi, secondo cui il ddl Zan difficilmente reggerebbe alla prova del voto segreto, gode di una certa condivisione anche all'interno dell'ala riformista e cattolica dei dem, al di là delle dichiarazioni ufficiali, e di fronte a un arroccamento degli esponenti più radicali, non sarebbe esclusa una saldatura dei vecchi e nuovi renziani nel nome del compromesso e del buonsenso. In questo modo, i 17 senatori di Iv diventano di fatto anche l'ago della bilancia, qualora (ipotesi molto verosimile) la battaglia tra ultrà del testo Zan e fautori di un nuovo testo dovesse spostarsi direttamente in aula, col relativo voto dei singoli emendamenti. «Togliamo dal tavolo l'ideologia», ha affermato ieri il leader leghista Matteo Salvini «quindi i reati di opinione e l'ideologia gender nelle scuole, e in un'ora approviamo la norma», mentre dentro Forza Italia anche il ministro per il Sud Mara Carfagna, da sempre in prima linea nella lotta alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale, ha chiesto di «togliere gli elementi divisivi», riferendosi «alla definizione di identità di genere che suscita molte perplessità, e a tutta la campagna di formazione nelle scuole».
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».