2022-02-09
C’è la prova: il super pass è inutile, ma ora scatta l’obbligo sul lavoro
I contagi e i morti degli ultimi mesi e il confronto della curva dell’epidemia con quella di altri Stati che non hanno applicato le nostre restrizioni fanno a pezzi il provvedimento. Anche un membro del Cts si dice «sconcertato» dalle decisioni del governo. Che tira dritto.All’improvviso, anche i più fieri sostenitori del green pass si sono accorti dell’inutilità del suddetto. Peccato che la scoperta arrivi con sei mesi di ritardo e proprio in coincidenza dell’inasprimento delle norme volute da Roberto Speranza e compagni. Già, perché martedì prossimo scatterà la tagliola per alcuni milioni di lavoratori che non sono in possesso del lasciapassare rafforzato, ovvero del certificato che si ottiene solo con vaccinazione e per guarigione. Senza contare che da una settimana è in vigore l’obbligo vaccinale per tutti gli italiani con più di 50 anni, i quali nel caso non si adeguino al diktat ministeriale, si vedranno notificare dall’Agenzia delle entrate una multa di 100 euro, trattamento che il fisco non riserva neppure agli evasori.A parte la curiosa inversione di rotta di coloro che fino a ieri erano devoti al passaporto vaccinale e oggi ne chiedono la revoca, atteggiamento che denota solo la volubilità e l’opportunismo di taluni commentatori, ciò che conta è la totale inefficacia di una misura che ha complicato la vita degli italiani, senza per altro fermare i contagi. Per rendersi conto di ciò, è sufficiente studiare i grafici con l’andamento dei positivi e dei decessi dal giorno in cui il green pass è stato introdotto. Se a giugno la media mobile delle vittime di Covid in rapporto alla popolazione era bassa e in linea con quella degli altri Paesi europei, già a settembre era in aumento. Immagino l’obiezione degli ultimi strenui difensori del lasciapassare verde, vale a dire la ridotta di Speranza e compagni. In estate le persone stanno all’aria aperta e dunque ci si contagia meno: con il ritorno al lavoro e a scuola bisognava dare per scontato che i positivi aumentassero. Fin qui si potrebbe anche prendere per buona la giustificazione, peccato che a ottobre il governo abbia deciso di estendere il passaporto anche per accedere ai luoghi di lavoro, obbligando operai, impiegati e commesse a esibire la tessera vaccinale o i risultati dei tamponi, misura che in nessun altro Paese fino ad allora era stata introdotta. Beh, da lì in poi, invece di abbassarsi, la curva dei decessi ha cominciato a salire, per arrivare al picco di fine gennaio. Guardando i grafici elaborati dalla Johns Hopkins University, si scopre che in fatto di decessi, negli ultimi mesi l’Italia ha registrato dati peggiori rispetto a Paesi come la Gran Bretagna o la Spagna, dove a differenza nostra non si è scelto di limitare i diritti dei cittadini. A dire il vero, non va meglio se si guardano Paesi che non possono vantare neppure l’alto numero di vaccinati raggiunto dall’Italia. In termini di decessi e di media mobile da ottobre in poi, l’Italia fa peggio di tutti, a cominciare dalla Svezia per finire con Germania o Svizzera, dove a nessuno è venuto in mente di multare le persone non vaccinate, ma nemmeno di pretendere che i lavoratori avessero il green pass.In base ai grafici elaborati da quella che è considerata una delle più autorevoli università americane, la media mobile dei contagi non fa cambiare opinione sul green pass. L’Italia fa peggio di Gran Bretagna e Spagna e va meglio solo se la si confronta con la Francia. Tuttavia, ciò che colpisce è il fatto che l’innalzamento del numero di positivi si registra all’incirca verso la fine di novembre, per poi esplodere nel mese di dicembre. In poco tempo si è passati dai 5.000 casi di ottobre, quando viene introdotto l’obbligo di green pass base sui luoghi di lavoro, alle centinaia di migliaia di positivi di due mesi dopo. Tutto ciò con 46 milioni di vaccinati con la seconda dose e un certo numero di milioni di italiani a cui è stata somministrata la terza. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che senza green pass sarebbe potuta andare peggio e dunque «rendere la vita difficile» a chi non si è vaccinato (è l’obiettivo governativo rivelato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri durante una puntata del programma condotto da Giovanni Floris) non solo era giusto, ma doveroso, come fino a ieri sosteneva tutta la stampa, con l’eccezione del nostro giornale. Peccato che a demolire questa tesi contribuisca ciò che è avvenuto nei Paesi che il green pass non l’hanno adottato. Dalla Spagna alla Germania, passando per la Gran Bretagna i risultati sono sotto gli occhi di tutti e non testimoniano certo a favore degli obblighi e delle restrizioni. Ovviamente non pretendiamo che si chieda scusa agli italiani, cosa che non succederà. Ci basterebbe che i soloni delle ricette anti Covid la smettessero di fare la predica e, se possibile, tacessero, perché di stupidaggini ne hanno già dette e scritte tante.