2020-07-13
Pronto soccorso di tecnici e giornali per lo Stato di pulizia giallorosso
Franco Locatelli del Css benedice l'emergenza «per essere reattivi» (ignorando che il virus lo stanno importando gli stranieri). Così gli esperti puntellano un potere fondato sulla paura: quella che ha il governo delle urne.«Probabilmente i regimi tecnocratici del futuro ridurranno lo spazio delle libertà personali. Ma non sempre tutto ciò sarà un male». Lo disse Gianni Agnelli in una intervista del 1975, e oggi numerosi esponenti della maggioranza di governo sembrano condividere l'idea. Negli ultimi mesi si è affermato nel nostro Paese un tipo particolare di tecnocrazia: il regime sanitario, uno Stato di pulizia e disinfezione di cui molti, a partire da Giuseppe Conte, intendono prolungare il dominio. Per riuscire nell'impresa, ovviamente, hanno bisogno dell'appoggio degli esperti, i quali sono appunto la forza motrice di ogni impianto tecnocratico.Il premier progetta di estendere l'emergenza fino alla fine dell'anno; il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, immediatamente si dichiara «pronto a sostenere qualsiasi scelta del governo utile a contenere la pandemia». Ed ecco che a ruota giunge l'illustre luminare a prestare soccorso, spiegando che in effetti non sarebbe una cattiva idea tenere gli italiani al guinzaglio ancora per un po'.Intervistato da Repubblica, Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ribadisce che dell'epidemia «non siamo fuori» e che nei mesi «tardo autunnali e invernali» la situazione potrebbe di nuovo volgere al peggio. Non contano i segnali positivi, non serve spargere speranza, bisogna piuttosto «dare un messaggio forte». Cioè, traduciamo noi, terrorizzare un filino la popolazione. Non per nulla Locatelli aggiunge: «Credo che mantenere lo stato di emergenza ci permetta una maggiore capacità di essere reattivi, di mettere in atto tutte le misure che servono a gestire adeguatamente la situazione pandemica». Ma certo, non avete voglia anche voi di essere «reattivi»? Mica potete pensare di rilassarvi un attimo, o di far uscire un sospiro dal petto. No, dovete stare all'erta, seduti sulle spine, pronti a scattare quando ve lo chiederanno. Siate reattivi, e se vi diranno che c'è di nuovo da chiudersi dentro a doppia mandata, precipitatevi a sbarrare le porte. Niente tranquillità: sia ogni vostro muscolo guizzante come quello dei guerrieri spartani.In effetti il riferimento alla Grecia andrebbe approfondito. A Sparta esisteva un potere pervasivo e inquietante, quello degli efori, i «sorveglianti», in pratica dei tecnici che potevano imporsi anche sui sovrani. Controllavano, comandavano, imponevano. E tutti gli altri obbedivano. Nella città ellenica si venerava Phobos, figlio di Ares e Afrodite: la Paura.Nel regime sanitario odierno le cose funzionano in modo simile: un pugno di esperti controlla, il potere si fonda sulla paura. Solo che il modello spartano aveva anche valori diversi e mirava alla costruzione di eroi, i quali omaggiavano la paura in un santuario per poi vincerla sul campo. Oggi invece abbiamo a che fare per lo più con ciarlatani, che sfruttano la paura per dominare e ne sono al contempo dominati.L'attuale maggioranza, infatti, è terrorizzata all'idea di votare, teme che si ritorni alla quotidianità democratica perché non vuole e non sa rendere conto dei proprio clamorosi fallimenti. Quindi scaglia la sua paura sugli altri, costringendoli a essere «reattivi». I media - con pochissime eccezioni - danno una mano, alimentando l'angoscia. Basta un infermiere di Cremona che «si sfoga» su Facebook (altra divinità di questo tempo triste: lo Sfogo) per scatenare il panico virale. Se mancano contagi nostrani si fanno i titoli su quelli globali, non sia mai che manchi il raccapriccio.Certo, la malattia è brutta ed esser prudenti va sempre bene. Ma se l'esecutivo fosse intenzionato davvero a preservare i cittadini si occuperebbe di urgenze concrete. Ad esempio del fatto che la maggior parte dei nuovi contagiati, in Italia, sono stranieri. Vuoi perché hanno portato il virus da fuori, vuoi perché spesso vivono in condizioni di disagio. Avete sentito di qualche provvedimento governativo utile a risolvere il problema? No, anzi continuiamo a far arrivare ogni giorno centinaia di persone tramite barconi, barchini e pure a piedi da Nord Est.La paura, insomma, non diventa stimolo per un'azione efficace. È soltanto strumento di controllo e oppressione. E il bello che per anni, da sinistra, ci hanno ripetuto che i sovranisti sfruttavano il terrore, che gli italiani votavano a destra perché stupidi e spaventati, che bisognava farla finita con la paura. Ora, guarda un po', i progressisti con le fobie ci giocano eccome.Terrorizzati dalla propria debolezza, sopravvivono terrorizzando gli altri. Sapete chi si comporta così? I bulli delle scuole medie.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?