2022-08-22
Vittorio Sgarbi: «Pronto da sempre a fare il ministro dei Beni culturali»
Il critico d’arte: «Chiedo a Giorgia Meloni che potrebbe diventare premier di introiettare tutte le energie intellettuali disponibili. Senza pensatori, come si sostiene la destra?».A Vittorio Sgarbi sono - giustamente - saltati i nervi nei giorni attorno a Ferragosto. «Ero a Viareggio per un’inaugurazione», racconta. «Eugenio Giani, il presidente della Regione Toscana, aveva annunciato che tutti i musei sarebbero stati aperti. Ho incontrato Valentino Anselmi, un giovane molto bravo, che lavora alla Soprintendenza delle province di Lucca e Carrata. Ha scoperto due opere inedite di Matteo Civitali, che sono in mostra al museo nazionale di Villa Guinigi».Una bella notizia no?«Sì, infatti quelle opere avrei voluto vederle. Peccato che il 14 agosto, alle 14.30, il museo fosse chiuso. A Lucca il 14 agosto il museo più importante non fa entrare visitatori? Ho chiamato il direttore, Stefano Casciu, che è stato molto gentile e disponibile, ma mi ha detto che non era possibile visitare il museo per via di un contenzioso con i custodi».Nemmeno Vittorio Sgarbi è riuscito a entrare?«Io non devo entrare perché sono Sgarbi. Io devo entrare come visitatore. Non solo. Io sono anche un giornalista d’arte che collabora con numerose riviste. Quel giorno hanno perso anche la possibilità che io scrivessi della mostra, che la pubblicizzassi».A dopo aver scoperto che il museo era chiuso che ha fatto?«Visto che ero a Viareggio, sono rimasto lì. Ho pensato di andare a visitare qualche museo sul posto».E come è andata?«Secondo te? Il museo archeologico era chiuso. Villa Paolina Bonaparte era chiusa. Era chiusa a Lucca anche la Casa Museo Puccini. Invece, sempre a Lucca, era aperta la mia mostra sui Pittori della Luce. Perché la mia sì e le altre no? In ogni caso, questo è un problema fondamentale, che non riguarda soltanto la Toscana ma tutta l’Italia. Questa è una situazione inaccettabile, non riusciamo a far vedere le nostre bellezze ai turisti, al mondo. Il prossimo governo si deve assolutamente occupare di questo».Suppongo sia per questo che, assieme a Francesco Giubilei di Nazione Futura, lei ha firmato un appello al centrodestra, per chiedere che si prenda maggior cura della cultura italiana.«La questione è molto semplice. Non può andare a occuparsi dei Beni culturali chi non conosce tutti i problemi che esistono in Italia in questo ambito. Io sono l’unica personalità politica che questi problemi li conosce uno per uno».È una autocandidatura al ministero dei Beni culturali?«Io sono pronto da sempre a fare il ministro, ma anche il viceministro. Ma qui non c’entro io, non è una questione personale. Qui il punto è che cosa abbia da proporre il centrodestra sulla cultura. La sinistra non ha capito quali siano i problemi, dunque noi cosa proponiamo?».Beh, mi risulta che ci sia un programma in cui si parla anche di cultura.«Certo che se ne parla, lo so. Anche perché hanno chiesto a me un contributo per il capitolo sulla cultura. Ho mandato un testo, ma l’hanno tagliato e ne hanno tenute solo poche righe, quelle che stanno proprio all’inizio del paragrafo dedicato. Il programma ce l’ho qui, lo leggo e trovo delle parole che non riesco a capire. Si parla di Made in Italy, di eccellenze… Ma la parola musei dove sta? Dov’è che si parla diffusamente della bellezza su cui io avevo insistito? Nel programma su questi temi si spendono parole in libertà».Che suggerisce di fare, viste le circostanze?«Guarda, io sono candidato, il posto ce l’ho perché sono Sgarbi. Ma non dovrei esserci solo io. Il centrodestra dovrebbe avere fra i candidati i grandi intellettuali italiani. Geminello Alvi, ad esempio, che è un gigante. O Giordano Bruno Guerri. Ci vorrebbero dieci persone così, o anche di più. E poi serve una proposta diversa, che permetta di valorizzare sul serio la nostra cultura bellissima e particolarissima».Un esempio?«Se abbiamo fatto l’authority anticorruzione, perché non possiamo fare l’authority per la bellezza? Dovrebbe occuparsi proprio di valorizzare i musei, di verificare che siano aperti, di promuovere nel miglior modo possibile le meraviglie italiane».Bellissima idea, ma mi pare molto difficile che venga realizzata.«Massì, non la faranno, e allora continuerò a far notare tutto ciò che non va, a battermi. Però idee come queste sono necessarie, esattamente come la presenza di persone competenti in materia in Parlamento».Sicuro. Però il problema dei musei e delle aperture è annoso, potremmo dire sistemico.«Ti dico una cosa che pochi sanno. Grazie a una delle tante trovate di Pannella, diversi anni fa furono aboliti due ministeri: quello dell’Agricoltura e quello del Turismo. Quando Berlusconi nominò la Brambilla ministro del Turismo, le affidò un ministero che non esisteva, fu un capolavoro del Cavaliere. Lei prese una stanza d’albergo e creò dal nulla una struttura. Poi arrivò Monti. Anche lui, non sapendo che il ministero era stato abolito, lo affidò a Gnudi. Il quale mi chiamo per chiedermi dove fosse il ministero, e io gli dissi quel che avevo detto alla Brambilla: il ministero non c’è».Storia esilarante. Purtroppo.«Poi il turismo è stato agganciato ai beni culturali, con il Mibact. Si è dovuto aspettare il governo Conte perché fosse ripristinato, con Garavaglia ministro. Ora con il Pnnr arriveranno per il turismo milioni di finanziamenti».I Beni culturali sono un’altra cosa però.«Appunto. I Beni culturali e il turismo devono lavorare assieme. Io non dico di voler assorbire il turismo nei Beni culturali, ma se vogliamo risolvere il problema dei musei dev’esserci un ministero vero, con possibilità di spesa, che prenda estremamente sul serio questo e altri problemi».Ecco, a proposito di problemi e di valorizzazione del patrimonio, una faccenda antica e parecchio spinosa è quella dei Bronzi di Riace. La sua posizione è abbastanza nota: si dovrebbero poter spostare da Reggio Calabria. «Se fossimo una nazione normale, i Bronzi dovrebbero poter uscire dalla Calabria. Eppure sono stati dichiarati inamovibili. Sono le uniche opere inamovibili, dopo che sono stati per duemila anni sul fondo del mare. Se hanno resistito a quello non dovrebbero poter resistere anche a uno spostamento?».Lei si trovava a Viareggio proprio per partecipare a una singolare iniziativa riguardante i bronzi. L’inabissamento per un anno di due copie realizzate negli anni Novanta da una fonderia d’arte di Pietrasanta. Eduardo Lamberti Castronuovo, membro del Comitato per la tutela e la valorizzazione dei Bronzi di Riace, l’ha definita un’offesa alla logica. Lei ha risposto definendo Lamberti un medico senza alcuna competenza.«È così. È un reumatologo scelto dalla politica. Io conosco benissimo la Calabria, e la amo. E penso che tenendo i Bronzi prigionieri a Reggio si faccia un danno alla Calabria. Non dico di muoverli sempre, ma una volta ogni 5 o al massimo 10 anni potrebbero essere spostati, andare ad esempio a New York o Pechino. Farebbero base in Calabria, ma sarebbero spostati in occasioni speciali e si farebbero incassi da milioni di euro che farebbero bene alla Regione. Non si può bloccare queste opere perché lo ha deciso un comitato del cazzo. Queste sono le cose di cui si dovrebbe occupare il nuovo governo, ma sembra che manchi sensibilità su questi temi. Per questo insisto che il centrodestra debba affidarsi a persone che conoscano la materia, deve raccogliere tutti gli intellettuali d’area che sappiano qualcosa e siano pronti a restituire dignità culturale alla nostra nazione. Ciò non significa che le persone di sinistra non debbano più lavorare, anzi. A Ferrara, ad esempio, c’è un bravo sindaco leghista a cui io ho fatto il nome di Moni Ovadia per il teatro, e ne è venuta fuori una grande cosa, entrambi si sono messi in gioco. Ora io chiedo a Giorgia Meloni che potrebbe diventare presidente del Consiglio di introiettare tutte le energie culturali disponibili. Sia sulla cultura che per lo spettacolo. Persone come Luca Barbareschi, Davide Rondoni, Edoardo Sylos Labini, gli altri che ho citato prima. Non è una richiesta di poltrone, ma di energie. Se non hai figure intellettuali, come pensi di sostenere la destra?».Già, come?