2024-06-12
Il Ppe dilaniato lavora al bis della Vdl. E Weber non chiude ai conservatori
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il capo dei Popolari tende la mano a Conservatori e Verdi contro «i nazisti di Adf». E punta a blindare Roberta Metsola. Tensione tra Cdu e Csu. In casa Id oggi vertice Le Pen-Salvini. Il leader leghista: «Seguire l’esempio del Cav».Sono ufficialmente partite le grandi manovre per l’elezione dei vertici delle istituzioni europee, e con esse quelle di Ppe, Pse e di Renew per conservare il potere. I termini della questione sono chiari: la maggioranza Ursula dispone dei voti necessari per eleggere il nuovo presidente della Commissione, con un margine di una quarantina di voti sopra quota 361, ma i risultati in molte nazioni importanti tra i 27 e il generale spostamento a destra dell’asse politico dell’Europarlamento, non pone Von der Leyen al riparo dai franchi tiratori, soprattutto se si considera la vastità del gruppo costituito dagli eletti non ancora iscritti ad alcuna formazione, che ammonta a circa 100 membri. Ragion per cui, il leader dei Popolari, Manfred Weber, sta continuando il proprio pressing a 360 gradi per tirare la volata a Ursula, tentando di far convergere sul suo nome una maggioranza eterogenea, per non dire un’ammucchiata. Il segretario del Ppe, con grande disinvoltura, ha affermato ieri che il suo «è il partito di Schuman, De Gasperi, Kohl, che hanno costruito l’Europa di oggi. Per questo siamo in prima linea nel difendere l’Europa contro i nazisti di Afd». «Da quello che capisco», ha aggiunto, «i Verdi rifiutano di accettare quel compromesso mentre l’Ecr in Repubblica Ceca e in Italia lo supportano. Questa è la mia realtà quindi voglio invitare tutti quelli che sono pronti a raggiungere qualcosa, e lo sono anche i Verdi». Accodarsi con una parte dei Verdi, ma anche con una parte dei Conservatori, pensando così di poter «spacchettare» il partito guidato da Giorgia Meloni, selezionando à la carte quelli che a suo avviso sono i membri presentabili. Un disegno scaltro ma impraticabile, data l’intransigenza dei Verdi nei riguardi di qualsivoglia accordo con Ecr, per non parlare dell’intransigenza della delegazione italiana all’interno del Pse, rinfrancata dalla buona performance elettorale e quindi interessata ad alzare il tono dello scontro con il nostro presidente del Consiglio. Weber sa bene, d’altra parte, che è indispensabile arrivare alle votazioni per il nuovo leader della Commissione almeno con un piano B, come insegna la trattativa che ha portato all’elezione della Von der Leyen, subentrata in corsa a lui stesso e arrivata in porto grazie al soccorso di voti esterni alla maggioranza storica. Che tra l’altro aveva cinque anni fa un margine molto più ampio e continua a «dimagrire» nel corso degli anni: nel 2019 Ppe, Pse e Renew Europe potevano contare su 40 seggi in più di adesso, e nel 2014 Popolari e Socialisti da soli contavano su 412 seggi (nel 2009 erano addirittura 2009). Non è dunque escluso che in seno ai Socialisti, che hanno fissato la riunione ufficiale del proprio gruppo per martedì 18 e che ieri hanno dato vita a un primo incontro del direttivo, emergano linee contrastanti o dei distinguo riguardo al da farsi. Cosa che pare stia già avvenendo in casa Ppe, dove ieri vi sarebbe stata una concitata riunione a Berlino tra i dirigenti tedeschi della Cdu e della Csu (il ramo bavarese del partito). Il segretario di quest’ultima, Markus Soeder, sarebbe infatti contrario ad aprire a destra, contraddicendo dunque Weber e il segretario nazionale Friedrich Merz, che tra l’altro ieri ha avuto un faccia a faccia con Antonio Tajani. Weber, per ora, tira dritto e continua a tessere la sua tela. Si è visto con la copresidente del gruppo dei Verdi, Terry Reintke, non prima di aver annunciato ufficialmente le ricandidature sia di Von der Leyen che di Roberta Metsola alla presidenza dell’Europarlamento e di essersi rivolto con tono stentoreo ai suoi principali interlocutori. «Ora abbiamo bisogno», ha dichiarato, «di chiarimenti dai socialisti e dai liberali. Scholz per i socialisti e Macron per i liberali devono confermare che questa è una decisione democratica e che Ursula von der Leyen deve guidare la Commissione europea, e questo», ha concluso, «voglio vederlo lunedì prossimo». Il compito di condurre le trattative, per il Ppe, è stato assegnato al premier polacco, Donald Tusk, e a quello greco, Kyriakos Mitsotakis. Stamani, un appuntamento importante è rappresentato da una riunione del gruppo popolare, alla presenza della presidente uscente della Commissione.A destra, i riflettori sono puntati sulla riunione del gruppo Id che si terrà stamani nella capitale belga, con Marine Le Pen e Matteo Salvini protagonisti. Una riunione che, fanno sapere da via Bellerio, avrà un significato speciale «nel giorno del primo anniversario della morte di Silvio Berlusconi». «L’auspicio di Salvini», proseguono dal quartier generale della Lega, è gettare le fondamenta per un’ampia alleanza di centrodestra senza Socialisti ed eco-estremisti, seguendo l’insegnamento del Cavaliere, capace di fondare il centrodestra italiano allargando il più possibile il perimetro dell’alleanza».Una visione decisamente compatibile con quella del premier ungherese Viktor Orbán: «Se Ecr e Id si unissero finalmente», ha affermato, «insieme a Fidesz, potremmo formare il secondo gruppo più grande del Parlamento europeo». Una prospettiva che prenderebbe ancor più forza, nel caso Rassemblement national riuscisse a conquistare la guida del governo transalpino, tra poco meno di un mese.