
Un’enciclopedia di carta è affidabile, ma sempre meno persone la possiedono. Sul Web, invece, manipolare la realtà è un gioco. Così è stato più facile imprigionarci durante la pandemia, mentre ora ci viene fatto credere che Auschwitz fu liberata dagli ucraini.Verba volant scripta manent è un detto latino che vuol dire che gli scritti rimangono, mentre le parole volano. Trae origine da un discorso che Caio Tito tenne nel Senato romano. Ha due possibili significati. Il primo è che lo scritto è un documento incontrovertibile. Le parole possono essere dimenticate, oppure negate. Lo scritto rimane, mentre la parola si perde. Il verbo usato però non è perdere, è volare. Il secondo significato potrebbe voler dire invece che le parole volano di bocca in bocca così che si diffondono, veloci come il vento, o almeno come la brezza. Come il vento e la brezza, uno le incontra anche se non le stava cercando, e non fa alcuno sforzo per interiorizzarle, è un fenomeno passivo, mentre lo scritto per raggiungere l’interno al nostro cervello necessita di un procedimento attivo: cercare il libro, aprirlo, leggerlo. Occorrono determinazione e fatica. Le parole, quelle del vicino di casa oppure quelle della radio o della televisione, ci entrano dentro anche se non le stavamo cercando e anche se non le volevamo. Volare ha anche l’ulteriore significato del coinvolgimento emotivo. Se leggiamo qualcosa l’acquisizione delle nuove informazioni, vere o false che siano, passa attraverso l’emisfero razionale, il sinistro, che le vaglia attentamente: una qualche possibilità di distinguere il vero dal falso c’è. Se ascolto qualcuno il coinvolgimento emotivo è maggiore. Io ascolto il tono di voce di chi sta parlando, che ha la capacità di contagiare le emozioni, soprattutto quelle negative, odio e paura. Senza la radio di Goebbels, il nazismo non sarebbe mai riuscito ad avere la presa che ha avuto. Senza le dirette Facebook di Conte, la faccia di Burioni in tv, la spettacolare coreografia dell’effetto Bergamo, non sarebbe stato possibile imprigionare un popolo e condurlo all’odio isterico del dissidente. Alle due possibilità descritte dal motto originario, chiacchiere, libro, se ne è aggiunta una terza: la parola digitale. Lo scritto solido, quello su carta (pergamena, legno, marmo, papiro, altro) è difficilmente modificabile. Nel libro 1984 di George Orwell, squadre di impiegati correggono il passato, rappezzando libri e vecchi giornali, perché si raccordi col presente. Oggi bastano pochi secondi e un clic. Con un clic si nascondono notizie vere o le si dichiara false, con un clic si immettono notizie false che, anche se smentite, diventano eterne. La parola digitale non ha la incontrovertibile solidità della parola su carta, e vola sia nel senso che si diffonde con rapidità impensabile a qualsiasi scritto solido sia perché è strutturata in modo avere una carica emotiva infinitamente superiore a quella del libro, dato che c’è il colore, l’immagine o la musica che accompagna, dato che è «aggiornata», all’ultima moda. Questo è particolarmente pericoloso se teniamo presente che ormai molte persone non sono più in grado di usare un supporto cartaceo. La quasi totalità dei ragazzini, come un enorme numero di trentenni, non è capace di consultare una mappa, non è capace di consultare un dizionario o un’enciclopedia. Questo significa che non sono in grado di cercare un’alternativa cartacea, quindi stabile, all’informazione informatica. Questo significa anche che il giorno in cui ci sia una panne informatica o un black out elettrico resteranno con i loro inutili smartphone in mano dispersi in un mondo indecifrabile come Alice nel paese delle meraviglie. Google Maps, la ricerca su Internet e Wikipedia hanno creato queste incapacità che sono il primo tassello della cosiddetta demenza digitale, termine con cui si indica l’insieme dei deficit cognitivi conseguenti all’uso sistematico della tecnologia informatica. L’enciclopedia è stabile, non può essere reinventata. Stampare su carta costa cifre ingenti. Chi pubblica un’enciclopedia non si espone al rischio di essere deriso per aver scritto scemenze, perché perderebbe il denaro investito in questa stampa cartacea. Su Internet scrivere è gratis, si può scrivere qualsiasi stupidaggine senza rischi economici. Inoltre l’enciclopedia comunica verità e sapere anche col linguaggio non verbale. Lo spazio dedicato alla Divina Commedia è superiore a quello dedicato a Orgoglio e pregiudizio, quindi intuiamo che è più importante. Su Google e Wikipedia lo spazio dedicato al Trono di Spade (libri, serie tv, informazioni su attori, registi, premi) è superiore a quello della Divina Commedia, genera la (folle) impressione che sia più importante. Nell’enciclopedia mancano l’effimero e l’irrilevante, che trionfano su Internet al punto che mediocri nullità per il solo fatto di esistere e di saper usare Instagram possono influenzare il mondo. Se digitate su Google la parola Madonna scoprirete che le informazioni su una mediocre cantante vengono prima di quelle sulla madre di Cristo dando l’impressione che siano più importanti. Le capacità manipolatorie di queste informazioni , superficiali e non verificabili sono enormi per chiunque non possieda un’enciclopedia e la capacità di usarla. La regola fissa per chi si occupa di comunicazione è che tutto quello che si trova su Internet è falso fino a prova contraria. La frase è molto severa, ma la possibilità di falsificare su Internet è talmente facile che ogni cosa deve essere considerata una fake news fino a quando non sia stato possibile verificare, o su qualcosa di cartaceo, oppure su un tale numero di siti digitali da aumentare l’idea che si tratti di una verità. Grazie a tutto questo, l’etica bimillenaria dell’Europa è stata annientata in pochi anni. Insieme all’etica se ne è andata l’estetica. A Sanremo imperversa gente bruttina che inneggia a valori che fino a pochi decenni fa erano considerati disvalori intollerabili. Tutto ciò ha il terribile fascino della facilità. Non bisogna studiare. Non bisogna memorizzare. Chi è in grado di dire più di venti parole sulla battaglia di Stalingrado o sui motivi per cui è scoppiata la prima guerra mondiale? Il problema è che forse non è possibile comprendere l’epoca attuale se non sappiamo nulla sullo scoppio della prima guerra mondiale e sulla battaglia di Stalingrado. In epoche passate c’era sempre stata una folta schiera di dissidenti. Non avevano la vita facile, ma almeno esistevano. In un’epoca che ha impedito agli studenti di imparare a usare un’enciclopedia o un dizionario, nessuno è tecnicamente in grado di andare a recuperare le informazioni originarie. Quando su tutti i siti sarà scritto che Auschwitz è stato liberato degli ucraini, chi sarà in grado di risalire all’informazione originaria? Ecco realizzata la profezia di 1984. La guerra è pace: rinunciamo a condizionatori, riscaldamento, un lavoro ai disoccupati, ricostruire Amatrice per mandare in Ucraina armi in nome della pace. La schiavitù è libertà: la schiavitù del Green pass è stata considerata libertà, senza Internet la pandemia Covid 19 sarebbe stata una qualsiasi epidemia influenzale. E soprattutto l’ignoranza è forza. È scritto su Internet. Lo ha detto Chiara Ferragni, oppure o Burioni o un altro influencer a caso. È l’algoritmo. Deve essere senz’altro vero. Wikipedia è la storia liquida, anzi fluida, come le sabbie mobili. La strage di Odessa diventa un incendio (la sfiga). La pandemia Covid 19 diventa un evento epocale nato da un pipistrello (la sfiga). Peraltro a volte il fluido si coagula e raggiunge la consistenza del marmo. La mia pagina Wikipedia è immodificabile. Tra le idiozie scritte c’è il fatto che avrei usato la terapia di conversione per l’omosessualità (non ho idea di cosa sia) e che insieme alla signora Sara Cunial ho fondato il partito Vita (non conosco la signora Cunial e se la conoscessi non avrei fondato un partito con lei) e non specificano che sono medico. Tutti quelli che leggono questo articolo, potete cercare di modificare la mia pagina Wikipedia? Se non riuscite per favore potete riempire Wikipedia di pernacchie da parte mia? Grazie.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.
Mohamed Shahin (Ansa). Nel riquadro, il vescovo di Pinerolo Derio Olivero (Imagoeconomica)
Per il Viminale, Mohamed Shahin è una persona radicalizzata che rappresenta una minaccia per lo Stato. Sulle stragi di Hamas disse: «Non è violenza». Monsignor Olivero lo difende: «Ha solo espresso un’opinione».
Per il Viminale è un pericoloso estremista. Per la sinistra e la Chiesa un simbolo da difendere. Dalla Cgil al Pd, da Avs al Movimento 5 stelle, dal vescovo di Pinerolo ai rappresentanti della Chiesa valdese, un’alleanza trasversale e influente è scesa in campo a sostegno di un imam che è in attesa di essere espulso per «ragioni di sicurezza dello Stato e prevenzione del terrorismo». Un personaggio a cui, già l’8 novembre 2023, le autorità negarono la cittadinanza italiana per «ragioni di sicurezza dello Stato». Addirittura un nutrito gruppo di antagonisti, anche in suo nome, ha dato l’assalto alla redazione della Stampa. Una saldatura tra mondi diversi che non promette niente di buono.






