2023-03-04
La Cina stringe la presa sul porto di Taranto
Progetto internazionale 39 vince la gara per la piattaforma logistica: fra i soci Shuai, delegato di Pechino. Fino ad agosto 2022 la srl, che ha cambiato nome, si occupava di pizzerie. Visita all’Autorità del Mar Ionio di Mario Benotti, indagato per le forniture di mascherine.Il Dragone rafforza la sua presa sul porto di Taranto. La società Progetto internazionale 39 ha, infatti, vinto la gara per aggiudicarsi la piattaforma logistica del porto pugliese (la cosiddetta Zona economica speciale jonica) dopo l’uscita di scena della società Taranto logistica, in cui era presente il gruppo Gavio. Come ha rivelato La Verità alla fine di novembre, tra gli azionisti di questa srl c’è anche Gao Shuai con il 33%, mentre un 1% è posseduto dall’Associazione per lo sviluppo economico e culturale internazionale. Shuai è presidente della Aseci, fondatore del Dragon business forum, responsabile di progetti per favorire rapporti tra imprese italiane e cinesi ma soprattutto è un delegato del governo di Pechino. Un dettaglio non irrilevante considerando che Taranto ospita la base Nato che controlla una parte rilevante del Mar Mediterraneo. E che sempre a Taranto i cinesi hanno già messo un piede nel 2020 con l’insediamento di Ferretti, il costruttore di barche di lusso controllata dalla società statale cinese Weichai: proprio nelle ultime settimane il gruppo ha incassato l’ok del Consiglio superiore dei lavori pubblici alla riconversione industriale dell’area di Taranto ex Yard Belleli e sta anche trattando per rilevare i cantieri navali di Ravenna oggi di proprietà della Rosetti Marino. Ma torniamo alla Progetto internazionale 39, che evoca nel nome sia la presenza di investitori stranieri sia il prefisso telefonico dell’Italia. L’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio presieduta da Sergio Prete (che tra l’altro compare, unico italiano, tra gli esperti dello Shangai international shipping institute) ha individuato la proposta della srl quale più idonea a proseguire l’iter istruttorio preferendola a quella presentata dai danesi di Vestas. Adesso la palla passa alla Conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione unica e della concessione demaniale. Ma quali sono le mire di Shuai e dei suoi meno noti compagni di viaggio? Scopo dell’iniziativa - si legge nell’avviso - è quello di svolgere «attività di movimentazione e stoccaggio di merci e containers, ed attività di ricerca e sviluppo nei settori dell’energia e delle scienze della vita». Il tutto «impegnandosi a mantenere le attività in area Zes per almeno dieci anni, con possibilità di estensione successiva, in base al piano degli investimenti, avvalendosi del regime di Zona franca doganale». L’oggetto principale della srl italocinese è «l’assunzione e la gestione di partecipazioni operanti nei settori energetico, trasporti, concessioni, logistica, servizi in genere». Attività ben diverse da quelle di cui si occupava fino all’11 agosto 2022 quando ha cambiato nome e oggetto sociale. Prima, infatti, si chiamava Pumma brand e si occupava di gestire il marchio di una catena di pizzerie nella Capitale. Poi a settembre la nuova srl si è candidata a usufruire delle agevolazioni della Zes nel cui perimetro ricade la stessa piattaforma. Nell’istanza risultava codificata con il codice Ateco 70.21, che riguarda aziende che si occupano di pubbliche relazioni e comunicazione, svolgendo «attività per conto terzi». Questo dettaglio, sottolineava ieri il Corriere di Taranto, quasi sicuramente significa che la società che ha presentato l’istanza funge da veicolo per una società di scopo con altri soci. Chi tira davvero i fili di questa operazione? C’è la manina del colosso cinese di Stato, Cosco, che ha investito anche sui porti di Amburgo, Anversa, Rotterdam e Atene? È una possibilità considerando che servirà un vettore per portare le merci e che Cosco possiede una flotta di oltre 400 navi portacontainer. Non solo. Nell’aprile e settembre 2020, in piena emergenza Covid, quando le mascherine venivano vendute (e comprate) a peso d’oro, in Puglia arrivò direttamente dalla Cina un carico da 50 tonnellate di dispositivi. In quell’occasione il presidente della Regione, Michele Emiliano, dichiarò che ciò era stato possibile grazie alle relazioni di amicizia con il governatore della Provincia del Guangdong. E secondo quanto ricostruito all’epoca, fu proprio l’imprenditore Shuai a fare da facilitatore con le grandi piattaforme distributive dei materiali sanitari che in quel momento tutto il mondo cercava. È inoltre curioso che di recente sia stato notato in visita alla sede dell’Autorità portuale l’ex giornalista e imprenditore Mario Benotti, coinvolto nell’inchiesta della Procura di Roma sulle maxicommesse delle mascherine comprate nella prima fase della pandemia quando commissario per l’emergenza era ancora Domenico Arcuri. Benotti è presidente del consorzio Optel technology che è basato a Roma ma ha anche altre due sedi, una a Lecce presso l’università del Salento e una a Brindisi, presso la cittadella della ricerca (dove vengono portati avanti anche i progetti sull’idrogeno valley pugliese). Lo stesso Benotti spuntava tra i relatori di un convegno sulla transizione energetica organizzato a Milano lo scorso 23 novembre a cui, però, alla fine non avrebbe partecipato. Nella brochure dell’evento era comunque già stato indicato il titolo di quello che avrebbe dovuto essere il suo intervento: «Il ruolo del porto di Taranto nel Mediterraneo per il rilancio energetico e logistico dell’Italia».Sullo sfondo, resta il rinnovo del memorandum relativo alla Belt and road initiative che scade a marzo 2024 ma si rinnova automaticamente alla fine di quest’anno a meno che una delle due parti non comunichi un passo indietro. Giorgia Meloni sembra decisa a fare delle scelte filo occidentali senza alcun azzardo nei confronti di Nato e Usa. Eppure in Puglia si sta giocando una partita delicata sul futuro del porto di Taranto. Al ministro per le Imprese, Adolfo Urso, ma anche ai suoi colleghi pugliesi Raffaele Fitto (che peraltro è responsabile per le Zes) e Alfredo Mantovano va bene che i cinesi stiano rafforzando la presa su Taranto? Ma il tema politico vale anche per l’opposizione: il neosegretario del Pd, Elly Schlein, con il passaporto americano ma con il cuore prodiano e l’anima grillina, si farà accompagnare dalla «Ditta» (D’Alema, Bersani & C.) sulla Via della seta?