2024-09-15
Il pm fa un comizio e poi chiede 6 anni per Salvini: «In mare vanno salvati tutti»
Open Arms, requisitoria ultra ideologica del pubblico ministero. Giulia Bongiorno, legale del ministro: «Contestata la linea di governo».«In mare vanno salvati tutti». Più che una requisitoria, quella che si abbatte su Matteo Salvini nell’aula bunker di Palermo è una reprimenda pedagogica. Una tirata d’orecchi al monello della classe terza b, tanto che da un momento all’altro ti aspetti che suoni la campanella della ricreazione. Il procuratore aggiunto Marzia Sabella si rivolge così all’imputato assente: «I diritti dell’uomo vengono prima della difesa dei confini». Punta il dito per supportare l’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio in merito al differito attracco in Italia nel 2019 dell’imbarcazione della Ong spagnola Open Arms con 83 migranti a bordo (altri 64 - donne, bambini e i più provati - erano stati fatti scendere prima). Alla fine delle sette ore di prolusione la pubblica accusa chiede per l’attuale vicepremier una condanna a sei anni di carcere con una metafora che mette a nudo la valenza politica del processo: «Per difendere i confini del diritto». Il magistrato, affiancato dai colleghi Calogero Ferrara e Giorgia Righi, definisce «iter criminoso non concedere un porto sicuro ai migranti». Aggiunge che «non si può invocare la difesa dei confini dall’immigrazione clandestina senza tenere conto della tutela della vita umana in mare. Perché la persona in mare è da salvare ed è irrilevante la sua classificazione, che sia un migrante, un componente dell’equipaggio, un passeggero. Anche un trafficante di esseri umani o un terrorista va salvato. Poi la giustizia farà il suo corso». La pm Sabella sottolinea che «si è prospettato che un natante di legno in alto mare navigasse in sicurezza, come se il capriccio di un’onda non avesse potuto farlo ribaltare». Il flash è emozionale perché va ricordato che la Open Arms non è un gozzo da diportisti del weekend ma un rimorchiatore adattato a salvataggio, lungo 37 metri e largo 10, che dal 2015 solca il Mediterraneo e l’Egeo. Per l’accusa tutto ciò conta zero. «Che la nave non sia un luogo sicuro è un principio consolidato. Anche le navi ad hoc per effettuare il salvataggio devono avere requisiti ben precisi. Quindi solo la terraferma può essere un Pos (place of safety, un porto sicuro - ndr), e questo lo ha ribadito la Cassazione». Quanto al bighellonare dell’imbarcazione spagnola in acque internazionali dal 2 al 14 agosto, per il procuratore aggiunto di Palermo «questo bighellonare trova ampia giustificazione perché il porto spagnolo era molto distante». La narrazione conferma che il contesto è negativo per l’imputato, anche se il pm Ferrara scandisce che non sarebbe un processo politico. «Qui di atto politico non c’è nulla. Sono stati compiuti atti amministrativi, il rilascio di un Pos è un atto amministrativo, gli atti politici sono caratterizzati da requisiti ben precisi». L’ex ministro dell’Interno è accusato di «diniego volontario e consapevole. Perché Salvini aveva l’obbligo di fornire il Pos e il diniego avvenne in totale spregio delle regole», continua la requisitoria. «Così facendo ha leso la libertà personale di 147 persone per nessuna apprezzabile ragione. In questo processo è mancata la presenza della gran parte delle persone offese, perché anche per poter essere persone offese bisogna nascere dalla parte giusta». Valutazione sociologica, da editoriale più che da tribunale.Ora Salvini rischia la condanna a Palermo dopo essere stato prosciolto, per motivi identici, dal tribunale dei ministri (caso Diciotti) e dalla procura di Catania (caso Gregoretti). Anche perché si è sempre ritenuto che le scelte fossero una decisione collegiale e legittima del governo nell’ambito della sua discrezionalità politica. Qui no. Nella requisitoria si fa notare che «la scelta di non far sbarcare i migranti fu personale e andava oltre la linea politica del governo Conte». Perché? «Perché il governo Conte 1 prevedeva di sensibilizzare l’Europa per ottenere un’equa distribuzione dei migranti. Salvini ha ritenuto di poter squilibrare l’unità di misura dei beni giuridici in questione, in favore dei porti chiusi». Accentrava i poteri su di sé, quindi è colpa sua. Una proprietà transitiva funzionale ad attribuire il dolo, ovvero la volontà consapevole di rapire gli immigrati, alla base del sequestro di persona.L’avvocato del vicepremier, Giulia Bongiorno, tende a smontare la tesi accusatoria partendo proprio dall’invasione di campo politica. «Ho ascoltato un atto d’accusa contro la linea del governo, non contro la linea Salvini. Il pm ha mostrato la sua contrarietà contro il decreto Sicurezza bis che è un atto del governo e contro la linea politica “prima redistribuire e poi sbarcare”. Ha proprio espresso un giudizio di grande contestazione di questa linea, portata avanti dall'intero governo». Per la legale la requisitoria mostra palesi debolezze: «È un po’ contraddittoria perché la premessa è: non stiamo processando il governo, però il decreto Sicurezza bis è in contraddizione con la Costituzione. Quando il pm dice che non è accettabile redistribuire e poi sbarcare sta parlando di linea di governo, di leggi. E lui le contesta». Sei anni, una spada che penzola sulla testa di Salvini per la felicità dell’opposizione, ancora una volta agevolata dalla cavalleria giudiziaria. Bongiorno conclude con una stilettata: «È stato anche detto che le decisioni di ritardare lo sbarco dopo le redistribuzione erano esclusivamente di Salvini ma così non è. Se andate a vedere le dichiarazioni pubbliche di altri ministri, tutti rivendicavano i respingimenti». La partita a scacchi politica con le regole del poker continua.
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In Pluribus, da venerdì 7 novembre su Apple Tv+, Vince Gilligan racconta un mondo contagiato da un virus che cancella le emozioni e il conflitto. Un’apocalisse lucida e inquieta, dove l’unica immune difende il diritto alla complessità umana.