2024-07-15
Nuova plenaria sul ddl Capitali: fondi d’investimento spaccati
Il Mef ha convocato una riunione per il 18: le divisioni dei gestori agitano Assogestioni. Verso documento.A chi pensava che la partita del ddl Capitali fosse già da archiviare, è probabilmente sfuggito qualche dettaglio tecnico. La riforma delle liste del cda e del voto maggiorato è passata dal Parlamento con i relativi decreti e le battaglie politiche tra la finanza romana e quella del Nord Italia, ma adesso va gestito l’innesto nel Tuf, testo unico della finanza. Dettaglio non da poco, visto che fa ripartire un nuovo tour di incontri gestiti dal Mef guidato da Giancarlo Giorgetti e da gruppi di tecnici, tra cui spiccano nomi come quello di Paola Severino, Andrea Zoppini, Lorenzo Caprio, Marina Brogi, Filippo Annunziata e Luca Ferraris. A lavoro terminato e limature apportate, il testo tornerà al Colle per esser vistato o recepire qualche rilievo e poi dritto filato (senza tornare dall’Aula) ad aggiornare i manuali del Tuf. Giovedì della prossima settimana si terrà dunque la plenaria convocata dal Mef. Chiamati a partecipare, oltre ai tecnici, anche gli attori attorno alla riforma, soprattutto i rappresentanti dei fondi. Interessante sarà comprendere innanzitutto la posizione dei due player che si occupano per definizione di governance. Assonime e Assogestioni. La prima ha inviato anzi tempo una relazione dettagliata ai rappresentanti del comitato al Mef. Mentre la seconda, a oggi, latita: nessuna posizione ufficiale. Un ritardo dovuto alle tensioni interne a quest’ultima e a una serie di legittime richieste da parte di Anima sgr, la società di risparmio gestito tra i cui soci spiccano BancoBpm, Fsi e Poste italiane. A sintetizzare la necessità di ponderare il parere sarebbe stato l’amministratore delegato Alessandro Melzi D’eril in almeno due riunioni del consiglio direttivo. Forse anche per questo Anima avrebbe ottenuto l’invio di una lettera al governo da parte di Assogestioni priva di osservazioni tecniche.Vedremo, dunque se, da qui al prossimo 18 luglio, si arriverà a una quadra. A quanto risulta alla Verità l’obiettivo del governo, o meglio del Mef, sarebbe quello di rendere la seduta plenaria la più esaustiva possibile e quindi dare tutte le informazioni utili al comitato per redigere un testo il più vicino possibile alla versione definitiva. Se Assogestioni dovesse nicchiare (è prevista comunque una riunione in settimana), il Mef si potrebbe trovare costretto a procedere senza il parere dei gestori. Va ricordato che il nuovo Tuf dovrà essere pronto al massimo a marzo del prossimo anno: in tempo per le assemblee delle quotate. D’altronde non è la prima volta che dentro Anima si registrano delle frizioni. È accaduto anche in occasione della scorsa presentazione delle liste. Nel 2017 furono presentate due liste (Bpm-Poste più comitato gestori). Nel 2020 le liste diventano tre. Quella dei gestori riceve molti voti e scopre che avrebbe potuto coprire più caselle delle tre proposte. Almeno quattro, o forse addirittura cinque. Così arriviamo al 2023. Per la precisione al 25 gennaio. In quella data si riunisce il comitato dei gestori di Assogestioni. A presiedere Emilio Franco di Mediobanca. A seguire i rappresentanti di Amundi, Eurizon, Fideuram, Amber Capital. Tra le varie cose si decide per il rinnovo semplificato per gli incumbent già presenti nel cda di Anima e di avviare la ricerca di almeno un quarto nome per ampliare la rappresentanza. Con sorpresa di molti dei presenti, nella riunione del 9 febbraio il comitato cambia idea. Dopo attenta valutazione «pur consapevoli di poter esprimere quattro nomi» viene deciso di fermarsi comunque a tre. Perché? Che significa attenta valutazione? Va detto che il nome in più avrebbe certamente cambiato gli equilibri del cda. Non poco per una società che presieduta da Patrizia Grieco, già al vertice di Mps, gestisce 170 miliardi di raccolta e che essendo per il mercato dovrebbe privilegiare l’opzione delle liste lunghe che tanto piacciono a fondi. Che cosa è successo tra gennaio e febbraio del 2023? Qualcuno ha avviato interferenze? No, perché si tratterebbe di illecite influenze. Lo escludiamo, ma se forse già all’epoca (nel 2023) ballava il tema riforma delle liste del cda, non ci resta che attendere il 18 quando si aprirà la plenaria avviata dal Mef per vedere le carte sul tavolo.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.