2021-09-28
Plebiscito pro aborto a San Marino mentre perfino gli Usa ci ripensano
Progressisti in tripudio dopo la vittoria del Sì al referendum per l'interruzione di gravidanza sul Titano. Possibile una legge ultra permissiva sulla scia dei Paesi più «avanzati». Che però iniziano a fare retromarciaIl Papa, l'aborto, il referendum a San Marino e l'avanzata mondiale dei pro life. Potrebbe sembrare il titolo di un romanzo fantasy e invece è la più stretta attualità. Dopo 40 anni esatti dal famoso referendum che legalizzò l'aborto in Italia (1981), sabato scorso nella piccola Repubblica di San Marino, un nuovo mini referendum ha ancora una volta dato la vittoria al partito dei media e del potere. Al partito dei «mors tua, vita mea». Al partito dell'utero è mio e lo gestisco io. E questo contro una conoscenza scientifica ormai indubitabile circa l'inizio biologico di ogni vita umana.Proprio mentre il presidente dell'Istat, Gian Carlo Blangiardo, dichiara che «400.000 nascite sono compatibili con una popolazione che nel lungo periodo si ferma a poco più di 30 milioni, non di 59 come è adesso», l'unico Stato europeo che porta il nome di un santo ha approvato un'ennesima legge abortista. Che secondo i pro life di Pro vita e famiglia permetterebbe di abortire fino al nono mese, come avviene da decenni in molti Paesi civili, democratici e avanzati.Con immenso tripudio Repubblica scrive che «con il 77,3% dei sì sul 22,7 dei no, la più antica Repubblica al mondo ha deciso che l'aborto non è più un reato». E come si sa, per i nichilisti, inconsci seguaci di Occam, è la legge dello Stato, più infallibile di mille papi, che sancisce cosa è bene e cosa è male. Fossero vissuti sotto Stalin, Mao o Hitler chissà cosa non avrebbero approvato.Dal canto suo, il progressista papa Francesco proprio ieri ha tenuto un discorso alla Pontificia accademia per la vita (che in inglese suona pro life academy) nel quale, forse pensando alle scelte inique dei sammarinesi, ha denunciato «lo scarto dei bambini che non vogliamo accogliere, con quella legge dell'aborto che li manda al mittente e li uccide direttamente». È interessante il fatto che il Papa abbia iscritto l'attenzione ai bambini tra le priorità a cui la stessa pandemia ci richiama. Dalla crisi epidemica attuale infatti, «usciremo migliori, o usciremo peggiori», dice il Pontefice. E la cultura dello scarto, prevalsa a San Marino - oltre che nella quasi totalità dei media occidentali - certamente ci peggiora tutti. Specie perché l'aborto, continua Francesco, «è diventato un modo “normale", un'abitudine bruttissima».Dalla legge 194 del 1978, presentata ai tempi come legge di emergenza (ma sulle emergenze si può giocare parecchio), si è giunti 40 anni dopo alla banalizzazione dell'omicidio. Alla desacralizzazione completa della vita umana, specie se questa vita è giudicata da bioeticisti senza etica come un po' meno degna di essere vissuta. In tal senso, una donna Down di 26 anni, Heidi Crowter, ha appena perso una battaglia legale in Gran Bretagna sul riconoscimento della discriminazione che vige a danno dei nascituri affetti da trisomia 21. Ha chiesto come mai fosse possibile abortire legalmente sino al nono mese il bambino Down, ma non il bambino non Down. E l'Alta Corte di Londra non ha risposto, dicendo solo di voler bilanciare i «diritti del nascituro e quelli della madre». Ma evidentemente non si tratta di bilanciamento, bensì di soppressione del «malato», operata dal medico «sano».Davanti a questo «genocidio silenzioso» o «congiura degli infami», papa Francesco non ha esitato a porre nuovamente le domande che danno noia: «È giusto eliminare, fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Questo è l'aborto».Ma per fortuna non si sono solo San Marino e Repubblica, il mondo è più vasto. In molti Stati d'America le cose vanno diversamente. E il Paese che lanciò l'aborto nel 1973 ora fa marcia indietro. Dal Texas alla Florida, dall'Arizona al Missouri si approvano leggi per la vita, per la vera salute delle donne. A partire dalle donne che si trovano per nove mesi nell'utero di altre donne. L'iniziativa «40 Days for life» poi, sorta nel 2007 per salvare vite umane durante la Quaresima, si è diffusa ora in mezzo mondo. E dal 22 settembre al 31 ottobre si terrà in varie città inglesi. Si tratta di rendere una pubblica testimonianza del valore assoluto della vita umana, attraverso preghiere e canti. I giovani crociati della vita, senza spade né scudi, ma con rosari chitarre e volantini, hanno già salvato 19.322 vite umane. Dimostrando che qui è il futuro, la speranza, il bene reale e concreto. Concludendo papa Francesco ha detto: «La scienza sia veramente al servizio dell'uomo, e non l'uomo al servizio della scienza». Mostrando così che la saggezza è superiore alla scienza, la vita alla morte, la verità a qualunque reale o ipotetico progresso tecnico.Moltissimi osservatori sono consci oggi della crisi morale contemporanea. Crisi dei valori, della politica, crisi dei giovani. Quei giovani che frequentemente ricorrono non solo all'aborto, ma anche alla violenza gratuita e alla droga per «sentirsi vivi» in una cultura che ha perso ogni idealità: di patria, di bene comune, di fede religiosa, di grandezza artistica o morale. Avrà avuto un ruolo, in questa crisi epocale e abissale, la liceità di sopprimere la vita a piacimento?Una delle più grandi educatrici al mondo si chiama Maria Montessori (1870-1952). Una vita spesa per l'infanzia, la pace, il vero progresso umano. E l'immensa pedagogista scriveva così: «L'uomo quando incomincia? Comincia forse a sei anni di età? No, l'uomo comincia dalla nascita. Anzi comincia molto tempo prima: comincia dal concepimento» (Il metodo del bambino e la formazione dell'uomo, Onm, 2014, p. 103). La lezione dei giganti di ieri sia luce ai nani di oggi, o l'eclissi sarà totale.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.