2023-05-25
Pillola abortiva gratis. L’Aifa si ravvede, stop al blitz «politico»
Il cda chiede altri chiarimenti al comitato prezzi e un vertice con ministeri e Regioni: «Ora mancano elementi per decidere».Tanto tuonò che non piovve. Il consiglio d’amministrazione dell’Aifa, guidato da Giorgio Palù, ha negato il via libera alla pillola anticoncezionale gratuita per tutte le donne: «Non sussistono gli elementi essenziali per deliberare», ha scritto l’assemblea in un comunicato, rinviando la questione alla Commissione tecnico scientifica e al comitato che si occupa di prezzi e rimborsi. Secondo il cda, i due organismi «non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente» il medicinale, «sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema sanitario nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità. Per esempio, per tutte le donne in età fertile, per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni, come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei Regioni italiane che offrono gratuitamente» il trattamento. A ben vedere, nei desiderata della commissione presieduta da Giovanna Scroccaro, la pillola andava garantita universalmente, per un esborso di circa 140 milioni di euro l’anno. Alla richiesta di una nuova istruttoria alle commissioni consultive seguirà, inoltre, un tavolo con i ministeri le Regioni, per definire meglio la questione dei rimborsi. Che l’ok alla pillola gratis non fosse scontato s’era già intuito. Spia di serpeggianti preoccupazioni erano state le dichiarazioni della capogruppo di Verdi e Sinistra italiana alla Camera, Luana Zanella, all’indomani del semaforo verde concesso dal Comitato prezzi: «Ovvio che noi donne non ci aspettiamo alcuna retromarcia». Si vede che le attiviste avevano già fiutato la mala parata. I fatti di ieri sono la conferma che, attorno alla questione del farmaco anticoncezionale, si stava combattendo una battaglia politica, innescata dal blitz della Scroccaro, la quale aveva annunciato il verdetto della commissione con una bizzarra intervista su Quotidiano Sanità. La decisione era arrivata in zona Cesarini. Ossia, poco prima della scadenza del mandato del comitato e dell’attuazione della riforma dell’Agenzia, che non sarà completata prima di ottobre, ma che l’esecutivo di Giorgia Meloni ha preteso. Tanto da anticiparla con il siluramento dell’ex direttore generale, Nicola Magrini, vicino a Roberto Speranza. Dunque, al di là del merito della vicenda - si può essere d’accordo con l’idea di assicurare la rimborsabilità della pillola - era sorto un problema di metodo: un gruppo di tecnici, prossimi a levare le tende e che però intervengono a gamba tesa in materia di contraccezione. Guarda caso, mentre il governo in carica stava discutendo di piani per incoraggiare la natalità. Guarda caso, mentre Giancarlo Giorgetti evocava incentivi fiscali per le famiglie. Guarda caso, nei giorni in cui era montata la polemica contro Francesco Lollobrigida, per le frasi sulle culle vuote e la «sostituzione etnica». È per queste ragioni che, sulla stampa, si erano rincorse le voci di sollecitazioni degli ambienti di maggioranza sul presidente dell’Aifa, vicino al centrodestra. Stando al Fatto Quotidiano, Palù sarebbe stato molto infastidito dalla mossa del comitato prezzi, mentre ieri Repubblica, ovviamente stizzita per la fumata nera in cda, ha parlato esplicitamente di «pressioni, politiche e non, contro una novità attesa da tempo e adottata da molti Paesi europei». Invero, ferma restando la sacrosanta autonomia dell’ente, avrebbe stupito l’inazione del governo. Farsi fare le scarpe su un tema identitario, alla faccia dei tentativi di spoils system, non avrebbe dato un segnale di grande solidità. Agli ultras dei diritti civili, a chi grida ogni due per tre al ritorno del fascismo, alla sinistra in generale, lo stop di ieri, peraltro non definitivo, impartisce una lezione a suo modo storica: la politica va fatta nelle sedi opportune. Nelle urne, in Aula, a Palazzo Chigi. E non approfittando degli esperti per dribblare governo, Parlamento ed elettori.
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