2021-08-12
Su Piazza Affari l’ombra di 200 tagli
Raffaele Jerusalmi (Ansa)
Secondo indiscrezioni Euronext, che ha comprato Borsa italiana, vuole pure sostituire l'ad Raffaele Jerusalmi. L'azienda: «Illazioni, piano pronto a novembre». Lega e Fdi in rivolta.Un'indiscrezione, per ora smentita, che però è bastata ad alimentare polemiche e preoccupazioni sul futuro di Borsa italiana: è quella rivelata dal quotidiano MF, secondo cui i top manager di Euronext - l'operatore franco olandese che lo scorso anno ha rilevato il controllo di Piazza Affari - starebbero lavorando con il prossimo piano industriale a un progetto di riduzione della base dei costi tra il 20% e il 30%, con un taglio di 200 dipendenti in Italia (da 700 a 500). Non solo: Euronext - che controlla, oltre a Piazza Affari, anche le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Dublino - avrebbe avviato il processo di ricerca del nuovo amministratore delegato che dovrebbe prendere il posto di Raffaele Jerusalmi, alla guida di Borsa Italiana da 11 anni e il cui mandato, rinnovato lo scorso anno, dovrebbe scadere la prossima primavera.A suscitare le maggiori preoccupazioni è però l'indiscrezione sui 200 tagli, che la stessa Euronext si è affrettata a smentire: «Stiamo lavorando con i colleghi di Borsa italiana sul piano industriale, che sarà finalizzato a novembre. Qualsiasi ipotesi sui suoi contenuti è pura speculazione». Parole che però non hanno escluso tagli e non sono riuscite a frenare le proteste di diverse parti politiche, al governo e all'opposizione. A partire dalla Lega, che con il capogruppo alla commissione Finanze della Camera Giulio Centemero ha commentato su Twitter: «Se come titola MF il gruppo Euronext, nonostante l'Italia produca il 56% dei ricavi, prevede 200 tagli di personale a Milano, sarebbe gravissimo». Gli ha fatto eco il pentastellato Davide Zanichelli, membro della stessa commissione a Montecitorio, secondo cui le ultime notizie «alimentano le preoccupazioni che già avevamo rispetto all'acquisto di Borsa italiana da parte di Euronext, con il contributo significativo di Cassa depositi e prestiti». In una nota, Zanichelli ha aggiunto: «Dopo gli aggiornamenti del management di giugno, l'ad di Euronext aveva confermato Jerusalmi, ma ora si parla di una sua sostituzione. A questo si aggiungono i tagli di 200 persone che significano l'uscita di professionalità e competenze spaventate dall'orientamento periferico nelle prospettive di Borsa italiana. Ecco perché serve trasparenza sugli accordi presi coi francesi e chiediamo al ministro Daniele Franco e al presidente del Consiglio uno sguardo attento al dossier Borsa italiana». Dall'opposizione il deputato di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami ha ricordato come «quanto stia avvenendo sul piano dei tagli e della governance fosse stato già ampiamente evidenziato in perfetta solitudine da Fratelli d'Italia ormai da diverso tempo. La denuncia di forti contrazioni di personale, oltre che il rischio concreto di un'assenza di significativa presenza italiana nella governance della società, non sono altro che il prodotto di scelte sciagurate e inspiegabili compiute dal ministro Roberto Gualtieri, che si è rifiutato in qualsiasi sede di spiegare le ragioni per le quali si sia preferita la partnership francese rispetto ad altre soluzioni che avrebbero potuto maggiormente tutelare l'interesse nazionale». Tecnicamente, con l'acquisizione Cdp equity e Intesa Sanpaolo sono diventate azionisti «rilevanti» di Euronext, rispettivamente con il 7,3% e l'1,3%; secondo gli accordi, poi, l'ad di Piazza Affari deve essere italiano e gli azionisti italiani di Euronext devono dare il proprio benestare alle nomine. Di fatto, come è stato evidenziato anche dalla Verità nei mesi scorsi, l'ex ministro Gualtieri avrebbe trattato solo con i francesi, senza prendere in considerazione altre offerte come quella dei tedeschi di Deutsche Börse e quella degli svizzeri di Six, che avrebbero invece offerto all'Italia la possibilità di lasciare la piazza di Milano autonoma, come già avevano fatto per Madrid. E ora i nodi, denunciati anche dal Copasir, vengono al pettine.
La leggendaria bacchetta svela le ragioni che l’hanno portato a fondare una vera e propria Accademia per direttori d’orchestra, che dal 2015 gira il mondo per non disperdere quel patrimonio di conoscenze sul repertorio operistico che ha ereditato dai giganti della scuola italiana.
Ll’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti (Ansa). Nel riquadro la copertina del numero di «Panorama» da oggi in edicola