Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
Intesa Sanpaolo torna in testa fra le grandi banche dell'eurozona per capitalizzazione di Borsa. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha chiuso la seduta a Piazza Affari a 4,03 euro (+2,4%) attestandosi a un valore di 71,8 miliardi di euro. Al secondo posto Santander con 71,4 miliardi e terza Bnp Paribas con 71,3 miliardi.
Ieri Intesa Sanpaolo ha presentato i risultati dei nove mesi con un utile in crescita a 7,2 miliardi di euro, oltre le attese degli analisti. Il gruppo ha inoltre rivisto a rialzo le stime per il 2025 con l'obiettivo di un risultato netto a 9 miliardi.
La banca, soprattutto, ha confermato il target di utile 2024 a oltre 8,5 miliardi, con la revisione al rialzo quello per il 2025 (il risultato e' previsto a circa 9 miliardi). Gli analisti di Barclays, dopo i risultati del terzo trimestre, hanno deciso di aumentare la stima sull'utile per azione «adjusted» del 2% per il periodo 2025-26 grazie alla riduzione dei costi, all'aumento delle commissioni e ai maggiori ricavi da trading. A colpire gli osservatori - che confermano il loro giudizio «overweight»- è che nonostante il calo dei tassi, nel 2025 Intesa Sanpaolo dovrebbe registrare una crescita degli utili, aumentare la distribuzione e avere spazio per migliorare ulteriormente la guidance. Jefferies giudica «buy» il titolo di Ca de'Sass e parla in un report di «ricavi core superiori alle aspettative», con «la qualità degli asset che continua a mostrare resilienza». E se «i costi sono leggermente peggiori rispetto alle attese» nel trimestre, i broker si aspettano «una maggiore attenzione ai benefici a lungo termine delle recenti azioni di riduzione del personale». Rating «outperform» confermato da parte di Santander, giudizio «buy» invece da Ubs che, tra le altre cose, sottolinea come il titolo abbia «registrato una buona performance anche in presenza di un peggioramento delle prospettive dei tassi», così come «il terzo trimestre evidenzia la resilienza del modello di business di Intesa Sanpaolo» e quindi «dovrebbe continuare a offrire supporto». Anche «i ricavi core si sono rafforzati», i costi sono in linea ma, evidenziano, «la guidance è stata migliorata».







