2025-04-14
Piano Usa: cacciare 1 milione di clandestini
Proteste dem per il trattamento di 40 clandestini in Albania, intanto gli Usa varano un mega piano di rimpatri per irregolari.Mentre in Italia si accende una nuova polemica sul caso dei quaranta migranti sbarcati a Shengjin, in Albania con le mani legate da fascette di velcro, una prassi consueta in simili operazioni, (eppure si tratta di ladri, stalker, aspiranti omicidi e condannati per violenze e pornografia minorile), dagli Stati Uniti arrivano notizie di un piano senza precedenti: secondo quanto riporta il Washington post l’amministrazione guidata da Donald Trump sta lavorando alla più imponente deportazione di massa mai registrata nella storia americana. Nonostante l’ambizioso piano dell’amministrazione Trump, ostacoli di natura legale e finanziaria potrebbero rallentarne l’attuazione. Secondo fonti interne - quattro tra attuali ed ex funzionari federali informati sui progetti - il consigliere della Casa Bianca Stephen Miller sta lavorando fianco a fianco con il Dipartimento per la sicurezza interna e altre agenzie governative per realizzare un programma che punta a deportare fino a un milione di migranti all’anno. Una delle strategie per accelerare le espulsioni prevede l’allontanamento di parte degli 1,4 milioni di persone già destinatarie di un ordine di espulsione definitivo, ma ancora presenti sul suolo statunitense perché i loro Paesi d’origine si rifiutano di accoglierli. Parallelamente, l’amministrazione Trump sta portando avanti trattative con quasi 30 cosiddetti «Paesi terzi» affinché accolgano migranti che non sono loro cittadini. In un documento recentemente presentato in tribunale il governo ha dichiarato l’intenzione di trasferire «migliaia di persone» in queste nazioni. Sebbene anche le precedenti amministrazioni abbiano tentato operazioni simili, l’attuale approccio rappresenta il piano più vasto mai intrapreso nella storia delle espulsioni interne. Espulsioni sono già avvenute verso paesi come Messico, Costa Rica, Panama e perfino Ruanda, al termine di complesse negoziazioni con organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Il portavoce della Casa Bianca, Kush Desai, ha evitato di commentare direttamente gli obiettivi del governo. Tuttavia, in una dichiarazione via e-mail al Washington Post ha sottolineato che l’amministrazione in carica ha ricevuto un chiaro mandato elettorale per smantellare le politiche migratorie introdotte dall’ex presidenteJoe Biden. Ha anche sottolineato che la squadra del presidente è «allineata nel rispettare questo mandato, non su obiettivi arbitrari, con un approccio governativo completo per garantire l’espulsione di massa efficiente di terroristi e criminali immigrati clandestini». Durante la campagna elettorale Trump ha promesso l’espulsione di «milioni di immigrati». Tuttavia, gran parte degli oltre 11 milioni di immigrati irregolari stimati negli Stati Uniti ha diritto a un’udienza davanti a un giudice, anche nei casi con precedenti penali. Procedure che potrebbero durare anni, a causa dell’enorme arretrato accumulato nei tribunali dell’immigrazione. I funzionari federali sono sotto crescente pressione per individuare vie alternative all’espulsione, inclusi accordi con paesi terzi. Ma alcuni recenti episodi hanno sollevato forti preoccupazioni. A marzo, l’Ice ha deportato per errore un cittadino salvadoregno, nonostante un ordine del tribunale che ne bloccava il rimpatrio. L’episodio ha scatenato dure critiche da parte degli avvocati della difesa e ha portato all’apertura di un’indagine da parte dei giudici competenti. I tribunali federali del Texas e di New York hanno bloccato il ricorso al codice militare per l’espulsione forzata di presunti membri di gang venezuelane, eseguita senza alcuna udienza. A Boston un altro tribunale ha sospeso temporaneamente le espulsioni verso Paesi nei quali l’individuo non possiede cittadinanza, vietando i rimpatri senza offrire la possibilità di richiedere protezione umanitaria. In risposta a queste decisioni, il segretario alla Sicurezza interna Kristi Noem ha firmato un’ordinanza che impone ai funzionari di ottenere garanzie diplomatiche - affinché la persona non subisca persecuzioni o torture - prima di procedere a un’espulsione verso un Paese terzo. In mancanza di tali garanzie è obbligatorio informare l’interessato dell’imminente rimpatrio e garantire il diritto a presentare ricorso. L’amministrazione Trump ha iniziato a intimare a decine di migliaia di immigrati di lasciare il Paese «immediatamente», dopo che questi avevano utilizzato un’app governativa per entrare legalmente negli Stati Uniti. Nel mirino ci sono i beneficiari del programma Cbp One, lanciato durante la presidenza Biden, attraverso cui circa 985.000 persone hanno fatto ingresso regolare nel Paese.Dopo l’insediamento Trump ha sospeso l’iniziativa e, successivamente, ha revocato lo status legale temporaneo degli immigrati che ne avevano usufruito. Interpellati sulla vicenda, i funzionari del dipartimento per la Sicurezza interna (Dhs) non hanno chiarito quanti avvisi siano stati effettivamente inviati. In base a quanto riferito dal Dhs, chi ha ricevuto il messaggio rischia arresto, sanzioni economiche e l’espulsione forzata, senza possibilità di rientro. «È ora che lasci gli Stati Uniti. Il Dha sta revocando la tua libertà vigilata. Non tentare di rimanere negli Stati Uniti: il Governo federale ti troverà. Ti preghiamo di lasciare immediatamente il Paese». È quanto si legge nel messaggio recapitato ai richiedenti asilo che avevano utilizzato l’app Cbp One per entrare legalmente nel Paese.
Il generale Salvatore Luongo e l'ad del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma (Arma dei Carabinieri)
L’accordo prevede, in aderenza alle rispettive competenze ed attribuzioni, una collaborazione volta a prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali e i reati contro la pubblica amministrazione, le violazioni ambientali, a vigilare sul rispetto della normativa in materia di collocamento della manodopera, previdenza e sicurezza nei luoghi di lavoro, ed a prevenire rischi, eventi o azioni che possano compromettere l’incolumità delle persone e l’integrità delle infrastrutture.
L’intesa rinnova e rafforza una collaborazione già avviata, con l’obiettivo di diffondere e promuovere la cultura della legalità, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della società e di sviluppare ulteriori sinergie per assicurare la protezione delle risorse e dei servizi pubblici affidati alla gestione del Gruppo FS Italiane, nonché la sicurezza dei trasporti e la gestione delle emergenze.
Nell’ambito del protocollo, il Gruppo FS Italiane potrà promuovere e organizzare, con la collaborazione di rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, incontri, seminari e corsi di formazione a favore dei propri dipendenti.
Il Generale Salvatore Luongo, a margine dell’incontro, ha sottolineato che: «Quella di oggi rappresenta la firma di un protocollo di grande valore, perfettamente in linea con le strategie comuni dell’Arma dei Carabinieri e delle Ferrovie dello Stato Italiane», ricordando poi che tra le due istituzioni «Esiste una lunga tradizione di lavoro congiunto e che entrambe sono presenti in modo capillare su tutto il territorio nazionale, e in parte anche all’estero».
Concludendo, Luongo ha evidenziato che «Innovare questa intesa, fondata sulla condivisione di valori e ideali, significa compiere un ulteriore passo avanti per continuare a operare sempre meglio e con maggior efficienza, ognuno nei rispettivi compiti, grazie a un’integrazione sempre più stretta».
L'Amministratore Delegato del Gruppo FS Italiane, Stefano Antonio Donnarumma, ha dichiarato che «La firma di questo protocollo rappresenta un passo importante per rafforzare il presidio della legalità e la tutela della sicurezza nei nostri cantieri, nelle stazioni e lungo le infrastrutture che gestiamo. Lavorare accanto all’Arma dei Carabinieri significa poter contare su un presidio autorevole ed efficace, a garanzia di trasparenza, correttezza e rispetto delle regole. È un impegno che portiamo avanti con responsabilità, nella consapevolezza che solo attraverso la legalità si costruiscono infrastrutture solide, sicure e capaci di generare valore per l’intero Paese».
Nell’ambito della piena attuazione al protocollo, l’Arma dei Carabinieri opererà anche mediante il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, il Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica, i Reparti territoriali e il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari.
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