2024-12-04
Il piano dei popolari contro la crisi: biocarburanti e regole più flessibili
Il progetto punta a evitare le sanzioni e a raggiungere la neutralità tecnologica.Un’altra voce si unisce al gruppo di coloro che chiedono la revoca dello stop alla produzione di motori termici all’interno dell’Unione europea. Si tratta del Partito popolare europeo, che ha diffuso un documento ufficiale dove si spiega che «il divieto imminente del 2035 sui motori a combustione interna (Ice) dovrebbe essere revocato per riflettere la neutralità tecnologica, consentendo un mix di tecnologie. Mentre i veicoli elettrici svolgeranno un ruolo importante nella transizione verso un futuro climaticamente neutro, anche altre tecnologie possono aiutare a raggiungere i nostri obiettivi climatici». Il position paper dovrebbe essere approvato nella sua versione definitiva l’11 dicembre.La bozza sollecita la Commissione europea a presentare «con urgenza» una revisione del regolamento sulle emissioni, che ripristini «un approccio tecnologicamente neutrale e riconosca il contributo di tutte le tecnologie nella riduzione delle emissioni di Co2». La revisione, si legge, dovrebbe valorizzare il ruolo dei carburanti alternativi, come e-fuel, biocarburanti e carburanti rinnovabili o sintetici, introducendo esenzioni accompagnate da misure complementari, quali l’adozione di un fattore di correzione del carbonio. In tal modo, verrebbe rivisto il divieto sui motori a combustione interna a partire dal 2035.Inoltre, l’esecutivo europeo dovrebbe proporre «una definizione di carburanti a zero emissioni di carbonio», garantendo una significativa riduzione delle emissioni rispetto ai carburanti tradizionali, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Infine, si invita la Commissione a riconoscere il valore di altre tecnologie, come i veicoli ibridi plug-in (Phev), e a garantire «condizioni abilitanti adeguate», includendo la disponibilità e l’accessibilità economica di veicoli elettrici, infrastrutture di ricarica e rifornimento, oltre ai carburanti alternativi.Ma non è tutto. Il Ppe, il capogruppo Manfred Weber ne tira le fila, potrebbe anche proporre di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sulle emissioni per le nuove auto, al fine di «modificare il divieto sui motori a combustione interna e garantire al settore una maggiore certezza legale e sicurezza nella pianificazione il prima possibile». Nel documento si propone inoltre l’avvio di un «dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica» e la presentazione, entro i primi cento giorni del nuovo governo europeo, di un Clean Industrial Deal. Questo piano dovrebbe rivedere il divieto dei motori a combustione interna, prevenire sanzioni, creare condizioni favorevoli, e intensificare lo sviluppo di infrastrutture strategiche. L’obiettivo è rendere l’industria automobilistica europea competitiva, favorendo al contempo la decarbonizzazione del settore dei trasporti e contribuendo al raggiungimento della neutralità climatica dell’Ue entro il 2050.La mossa del Ppe, che dimostra un certo pragmatismo a scapito di una Ue tutta ideologie, potrebbe trovare, insomma, non pochi seguaci e non è da escludere che alcuni gruppi più conservatori possano scegliere di sposare la battaglia del Ppe, con buona pace dei Verdi e degli altri partiti più estremisti.Vale la pena ricordare, inoltre, che l’Acea, l’associazione dei produttori europei, sostiene da tempo e con determinazione l’idea di anticipare al 2025 il riesame della normativa sulle emissioni di anidride carbonica per i veicoli leggeri e pesanti, attualmente previsto rispettivamente per il 2026 e il 2027. Una posizione che evidenzia la complessità e la delicatezza della questione, che dovrebbe richiedere un approccio pragmatico e privo di estremismi ideologici.L’Italia, sul tema di una transizione ecologica e non ideologica, si è mostrata pioniera unendosi al coro di Paesi che ha richiesto di dare più attenzione ai cosiddetti e-fuel, che potrebbero rappresentare la vera chiave di volta verso una mobilità sostenibile.
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)